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Il test HIV come lo vuoi tu: sondaggio nazionale sulle preferenze sul test

Background: Le occasioni per il test HIV in Italia sono spesso limitate al setting ospedaliero. Esperienze di altre nazioni indicano che offrire i servizi di test e counseling HIV in altri luoghi può migliorare il ricorso al test HIV, ridurre la proporzione di ritardo nella diagnosi specialmente nelle popolazioni di riferimento e costituire una occasione per interventi di prevenzione migliori.
Metodi: È stato effettuato un sondaggio sul web tra il 10 marzo e il 3 aprile 2014. Il sondaggio è stato divulgato sui social network di Plus (Facebook, Twitter) e su alcuni siti gay (plus-onlus.it, gay.it).
Risultati: Sono stati raccolti in totale 348 questionari. I partecipanti erano per l’88% maschi, 11% femmine, 1% donne transgender. Le fascie di età più rappresentate erano 25-34 anni (35%) e 35-44 (25%). Le regioni più rappresentate la Lombardia (20%), l’Emilia-Romagna (16%), il Lazio (12%), la Toscana (10%) e il Veneto (10%). La maggior parte dei partecipanti si identificava come omosessuale (81%) o bisessuale (9%). Metà aveva fatto il test HIV negli ultimi due anni (56%) mentre il 18% non lo aveva mai fatto; tra questi, il 39% aveva avuto più di 2 partner sessuali nell’ultimo anno e il 44% non aveva mai usato il preservativo o lo usava solo qualche volta. Tra tutti i partecipanti, il 61% aveva avuto più di due partner sessuali nell’ultimo anno, il 32% uno solo, il 7% nessuno. L’utilizzo del preservativo riferito nell’ultimo anno: sempre il 39%, sempre tranne una volta 11%, a volte 27%, mai 14% (il 10% non ha fatto sesso penetrativo). I luoghi più conosciuti per fare il test HIV sono l’ospedale (95%), la clinica di malattie sessuali (58%) e il laboratorio di analisi chimiche (54%); i più usati l’ospedale (73%), la clinica di malattie sessuali (30%), il laboratorio (22%) mentre 5 partecipanti riferiscono di aver fatto il test da soli a casa. I luoghi preferiti sono fare il test da soli a casa (53%), l’ospedale (36%), la farmacia (32%) e la sede di una organizzazione (31%). I metodi più conosciuti per fare il test sono prelievo di sangue dalla vena (97%) che è anche il più usato (80%) ma il meno preferito (31%) mentre il test salivare (65%) e da puntura del dito (56%) sono i preferiti. La maggior parte dei partecipanti sanno che i medici (84%) e gli infermieri (77%) sono coloro che effettuano il test HIV e la maggior parte di loro ha fatto il test HIV con loro (60% e 65% rispettivamente). I medici sono gli operatori preferiti (54%) seguiti dal self-testing (46%), infermieri (46%) e volontari alla pari (39%). Il test HIV ideale dovrebbe essere: affidabile (86%), non richiedere la prescrizione medica (75%), gratuito (63%), rapido (55%), non prevedere la raccolta di informazioni personali (45%), con l’opportunità di parlare con un operatore alla pari (36%).
Conclusioni: C’è un urgente bisogno di modificare le politiche per il test HIV in Italia al fine di garantire un migliore accesso al servizio: attendere i risultati e gli obblighi burocratici rappresentano le principali barriere da rimuovere. Il test a casa e quello svolto dalla community sembrano tra i metodi migliori per offrire nuove opportunità anche se necessitano di cambiamenti nel contesto legale, sociale e culturale per essere implementati e il test a casa non permette di offrire alcun supporto alle persone appena diagnosticate.

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HIV test: which is your best? A National survey on testing preferences

authors: Corbelli GM1,2, Mattioli S1, Pieralli S1, Degli Esposti M1, Cascioli R1, Taccarelli V1

affiliations: 1 Plus onlus, 2 European AIDS Treatment Group

Background: HIV testing opportunities in Italy are frequently limited to the hospital setting. Experiences in other countries show that offering HIV testing and counseling services in other facilities could improve HIV testing uptake, reduce the proportion of late diagnosis especially in targeted populations and offer opportunities for better prevention interventions.
Methods: An internet-based survey was conducted between March 10 and April 3, 2014. The survey was promoted on Plus onlus social networks (Facebook, Twitter) and gay websites (plus-onlus.it, gay.it).
Results: A total number of 348 questionnaires were collected. Responders were 88% male, 11% female, 1% transgender women. Most represented age groups were 25-34 (35%) and 35-44 (25%). Lombardia (20%), Emilia-Romagna (16%), Lazio (12%), Toscana (10%) and Veneto (10%) were the most represented regions. Most of responders identify themselves as homosexual (81%) or bisexual (9%). Half or responders had an HIV test within 2 years (56%) while 18% never tested for HIV: among them, 39% had more than 2 sexual partners in the past year and 44% never used condoms or used them only sometimes. Among all responders, 61% had more than 2 sexual partners in the past year, 32% had one, 7% none. Reported condom use in the past year was: always 39%, always but once 11%, sometimes 27%, never 14% (10% had no penetrative sexual intercourse). Most known places to have an HIV test is the hospital (95%), STI clinic (58%) and chemical analysis laboratory (54%); most used places are hospital (73%), STI clinic (30%), laboratory (22%) while 5 responders reported having had a self-test at home. Preferred places where to have an HIV test is self-testing at home (53%), hospital (36%), pharmacy (32%) and headquarter of an organization (31%). Most known testing method is draw blood from vein (97%), which is also most used (80%) but the least preferred (31%) while saliva (65%) and finger prick (56%) are the preferred choices. Most responders know that physicians (84%) and nurses (77%) are those who perform HIV tests and most of them had an HIV test with them (60% and 65% respectively). Physicians are the preferred operator (54%) followed by self-testing (46%), nurses (46%) and peer-volunteers (39%). The ideal HIV test should be: reliable (86%), with no medical prescription (75%), free (63%), rapid (55%), with no personal information collected (45%), with the opportunity to speak with a peer-counselor (36%).
Conclusions: Changing HIV testing policies in Italy is urgently needed in order to grant a better access to the service: awaiting for the results and bureaucratic obligations represent the major barriers to be removed. Home-testing and community-based testing seem to be among the best ways to offer new opportunities though they may require a change in the legal, social and cultural context to be implemented and home testing will not allow any kind of support for newly diagnosed people.

Abstract presented at:

  • 6th Italian Conference on AIDS and Retroviruses ICAR” • Sheraton Conference Centre, Roma, 25-27 maggio 2014 – Abstract OC86 presented as an oral communication at the session “Community Based Studies” – Download the abstract hereDownload the conference program here
  • HepHIV 2014 Conference: HIV and Viral Hepatitis: Challenges of Timely Testing and Care” • Crown Plaza Barcelona – Fira Center, Spain, 5-7 October 2014 – Abstract P03/07 presented as a poster at the Poster category 3: “Key Populations” – Download the conference program here
  • HIV Research for Prevention HIVR4P: Shaping the science of prevention” • Cape Town, South Africa, 28-31 October 2014 – Abstract P09.03 presented as a poster at the Poster category “HIV Testing and Counseling”

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La Settimana Europea per il Test HIV in Italia: una occasione per la diagnosi e la prevenzione

autori: Corbelli GM1,2, Lelleri R1, Albertini E3, Campisi F4, Cerioli A5, Farinella M6, Gasbarrini N7, Lichtner M8, Oldrini M9, Orchi N10, Patrucco S11, Poli M12, Sfara C13

affiliazioni: 1 Plus onlus, 2 European AIDS Treatment Group, 3 Omphalos Arcigay Arcilesbica Perugia, 4 LILA Catania, 5 LILA Nazionale, 6 Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli, 7 Fondazione Villa Maraini onlus, 8 Università Sapienza/Ospedale SM Goretti, 9 LILA Milano, 10 Istituto Nazionale Malattie Infettive “L. Spallanzani” – Roma, 11 Arcobaleno Aids, 12 LILA Trentino, 13 Anlaids onlus

Background: A novembre 2013, HIV in Europe ha lanciato la prima Settimana Europea per il Test HIV: diverse organizzazioni italiane hanno aderito. Abbiamo raccolto i dati da 9 organizzazioni che hanno offerto il test rapido per l’HIV in Italia in occasione della iniziativa europea, per valutare le caratteristiche degli utenti, gli atteggiamenti rispetto al test e i modi per incrementare le occasioni di test HIV.
Risultati: Le iniziative di 9 organizzazioni (Omphalos Arcigay Arcilesbica Perugia e Anlaids AA, Arcobaleno Aids AR, INMI “L. Spallanzani” Roma IS, LILA Milano LM, LILA Trentino LT, LILA Catania LC, Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli MM, Plus PL, Università Sapienza/Ospedale SM Goretti SG, Fondazione Villa Maraini VM) si sono svolte in totale in 40 giornate corrispondenti a 165,5 ore. La durata di ciascuna iniziativa varia da un giorno (AA,AR) a 8 giorni (PL). La maggior parte delle organizzazioni hanno svolto la propria iniziativa in un solo luogo tranne alcune che hanno coinvolto due luoghi (MM) o 3 (SM). Il test HIV è stato offerto in 5 sedi di associazioni (AA, LC, LM, LT, PL), 4 piazze (AR, SM), 3 scuole (SM), 2 locali gay (MM), 1 università (VM), 1 ospedale (IS). Le iniziative erano dirette alla popolazione generale (AR, SM, IS, LC, LT), alle persone LGBT (MM, LM, AA, PL), ai giovani (LM, VM) e a sex workers (LT). È stato effettuato un numero totale di test HIV pari a 866 corrispondenti a una media di 5,2 test all’ora. Gli utenti erano prevalentemente uomini (60,5%, range 39,0%-88,9%), di età 20-29 anni (46,1%, range 32,9%-71,9%) o 30-39 (26,1%, range 13,4%-39,0%); più di metà era eterosessuale (61,1%, range 22,2%-100,0%) e un terzo MSM (25,7%, range 0,0%-79,4%); nove su dieci erano italiani (89,3%, range 65,7%-100,0%), pochi provenienti da paesi UE (3,8%, range 0,0%-14,3%) e qualcuno da paesi extra-UE (6,1%, range 0,0%-20,0%). Il 38,0% era occupato, il 30,8% studenti. Metà degli utenti (50,3%, range 24,3%-82,9%) non aveva mai fatto un test HIV prima; tra coloro a cui è stato chiesto (n=598), il 27,2% (range 0,0%-99,0%) ha riferito che questo era il primo test rapido HIV. In tutto 11 persone (1,3%, range 0,0%-6,1%) hanno avuto un risultato reattivo. Tutte loro hanno ricevuto un test di conferma con risultato positivo e tutti sono stati messi in contatto con le strutture di cura.
Conclusioni: Gli eventi sono stati considerati utili e di successo da tutte le organizzazioni; tutte loro intendono replicare simili iniziative in futuro; in alcuni casi desiderano stabilire un servizio di offerta del test HIV più continuativo. Il numero degli utenti mostra che l’iniziativa è stata considerata utile anche dal pubblico. La Settimana Europea del Test HIV in Italia è stata anche un’altra buona occasione per implementare i servizi di prevenzione e counselling sull’HIV in contesti insoliti: l’impiego di test rapidi si conferma essere una occasione per fornire informazioni e test in una unica sessione, sia a coloro che si sottopongono al test ripetutamente sia a chi non ha mai fatto il test. Individuare meglio l’utenza di riferimento potrebbe aiutare a ottenere una proporzione maggiore di risultati reattivi. Sarebbe anche necessario in simili eventi futuri uno sforzo più coordinato per ottenere dati di migliore qualità e focalizzarsi meglio sugli obiettivi più importanti.

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The European HIV Testing Week in Italy: an opportunity for diagnosis and prevention

authors: Corbelli GM1,2, Lelleri R1, Albertini E3, Campisi F4, Cerioli A5, Farinella M6, Gasbarrini N7, Lichtner M8, Oldrini M9, Orchi N10, Patrucco S11, Poli M12, Sfara C13

affiliations: 1 Plus onlus, 2 European AIDS Treatment Group, 3 Omphalos Arcigay Arcilesbica Perugia, 4 LILA Catania, 5 LILA Nazionale, 6 Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli, 7 Fondazione Villa Maraini onlus, 8 Università Sapienza/Ospedale SM Goretti, 9 LILA Milano, 10 Istituto Nazionale Malattie Infettive “L. Spallanzani” – Roma, 11 Arcobaleno Aids, 12 LILA Trentino, 13 Anlaids onlus

Background: In November 2013, HIV in Europe launched the first European HIV Testing Week; several Italian organizations joined. We collected data from 9 organizations that offered rapid HIV testing in Italy as part of the European initiative, to evaluate characteristics of users, testing attitudes and way to improve HIV test opportunities.
Results: The initiatives of the 9 organizations (Omphalos Arcigay Arcilesbica Perugia and Anlaids AA, Arcobaleno Aids AR, INMI “L. Spallanzani” Roma IS, LILA Milano LM, LILA Trentino LT, LILA Catania LC, Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli MM, Plus PL, Università Sapienza/Ospedale SM Goretti SG, Fondazione Villa Maraini VM) were held totally in 40 days corresponding to 165.5 hours. The duration of each initiative varied from 1 day (AA, AR) to 8 days (PL). Most organizations held their initiative in one place except some which were displaced in 2 locations (MM) or 3 (SM). HIV testing was offered in 5 organizations headquarters (AA, LC, LM, LT, PL), 4 public places (AR, SM), 3 schools (SM), 2 gay venues (MM), 1 university (VM), 1 hospital (IS). The initiatives were directed to the general population (AR, SM, IS, LC, LT), LGBT people (MM, LM, AA, PL), youth (LM, VM) and sex workers (LT). A total number of 866 HIV tests were performed: they correspond to a median of 5.2 tests per hour. The users were mostly men (60.5%, range 39.0%-88.9%), aged 20-29 (46.1%, range 32.9%-71.9%) or 30-39 (26.1%, range 13.4%-39.0%); more than a half was heterosexual (61.1%, range 22.2%-100.0%) and one third MSM (25.7%, range 0.0%-79.4%); nine out of ten were Italian (89.3%, range 65.7%-100.0%), some from other UE countries (3.8%, range 0.0%-14.3%) and some from extra-UE countries (6.1%, range 0.0%-20.0%). 38.0% of them was occupied, 30.8% students. One half of the users (50.3%, range 24.3%-82.9%) never had an HIV test before; among those who were asked about it (n=598), 27.2% (range 0.0%-99.0%) said this was their first rapid test. Overall 11 people (1.3%, range 0.0%-6.1%) had a reactive result. All of them received a positive result from the confirmation essays and all of them were linked to care.
Conclusions: The events were seen as useful and successful from all the organizations; all of them wish to replicate similar initiatives in the future; in some cases they want to establish a more continuos HIV testing service. The number of users shows that it was considered useful from the public too. The European HIV Testing Week in Italy was also another good opportunity to implement HIV prevention and counseling services in unusual contexts: the use of rapid tests confirms to be an opportunity to give informations and test in a single session, both to repeat testers and to those who never tested. A more targeted audience could contribute to a higher proportion of reactive results. A more coordinated effort will be needed in future similar events to get better quality data and to better focus on the most important objectives.

Abstract presented at:

  • 6th Italian Conference on AIDS and Retroviruses ICAR” • Sheraton Conference Centre, Roma, 25-27 maggio 2014 – Abstract OC82 presented as an oral communication at the session “Community Based Studies” – Download the abstract here; Download the conference program here
  • HepHIV 2014 Conference: HIV and Viral Hepatitis: Challenges of Timely Testing and Care” • Crown Plaza Barcelona – Fira Center, Spain, 5-7 October 2014 – Abstract P05/04 presented as a poster at the Poster category 5: “Alternative Approaches” – Download the conference program here

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USERESTI LA PREP? RISULTATI DA UN SONDAGGIO NAZIONALE TRA GLI MSM IN ITALIA

G.M. Corbelli1,2, M. Breveglieri1,3, S. Mattioli4, M. Degli Esposti4, J. Mastellari4, S. Pieralli4

1 Plus Onlus, Roma, Italia, 2 European AIDS Treatment Group, Bruxelles, Belgio, 3 Arcigay, Bologna, Italia, 4 Plus Onlus, Bologna, Italia

Obiettivo: Valutare l’attuale conoscenza e le intenzioni di utilizzo futuro della profilassi pre-esposizione (PrEP) tra i maschi che fanno sesso con maschi (MSM) in Italia e indagare come l’uso della PrEP potrebbe influenzare il comportamento sessuale degli MSM.
Metodi: Sondaggio via internet auto-somministrato da 503 MSM tra febbraio e marzo 2013
Risultati: La maggior parte dei partecipanti erano sessualmente attivi ma più della metà di loro (53,48%) non aveva mai sentito parlare della PrEP. PrEP è accettabile per il 64,41% dei partecipanti; il 48,51% la userebbe solo sotto controllo medico e il 15,90% persino senza; PrEP è ancora più accettabile tra coloro che non ne avevano mai sentito parlare (67,66% contro 60,00% tra coloro che conoscevano la PrEP, p=0.019).
Tra coloro che non userebbero la PrEP e non sanno se la userebbero (rispettivamente il 17,69% e il 17,89%), più della metà è preoccupato dalla sua affidabilità (29,05% non pensa sia affidabile per niente e il 26,26% non sa quanto sia affidabile), con coloro che erano già informati sulla PrEP più propensi a pensare che non sia affidabile per niente (35,56% contro 21,84%, p=0.007). Il 45,25% di coloro che non userebbero la PrEP pensa che essa dovrebbe essere disponibile per altre persone; il 33,52% pensa che non dovrebbe essere disponibile perché porterebbe a un minore utilizzo del preservativo.
Tra coloro che userebbero la PrEP, il 53,70% preferirebbe una strategia intermittente; il 59,57% farebbe sesso con la stessa frequenza con cui lo fa ora; il 29,01% cambierebbe l’utilizzo del preservativo mentre gli altri continuerebbero a usare il preservativo “sempre”, “quasi sempre” o “mai o quasi mai” (37,35%, 17,90% e 11,42% rispettivamente).
Conclusioni: Servono maggiori informazioni e metodi di impiego più semplici per la profilassi pre-esposizione per rispondere ai bisogni degli MSM. Per molti partecipanti la PrEP sembra essere un metodo di prevenzione accettabile e non userebbero i preservativi meno frequentemente.

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Would you use PrEP? Results from a national survey among MSM in Italy

authors: Corbelli G.M.1,2, Breveglieri M.1,3, Mattioli S.1, Degli Esposti M.1, Mastellari J.1, Pieralli S.1

affiliations: 1Plus onlus, 2European AIDS Treatment Group, 3Arcigay.

Objective To assess current knowledge and intended future use of pre-exposure prophylaxis (PrEP) among men who have sex with men (MSM) in Italy and investigating how PrEP use could affect the sexual behaviour of MSM.
Methods Self-administered web-based survey of 503 MSM on February and March 2013.
Results Most of responders were sexually active but more than half of them (53,48%) never heard about PrEP. PrEP is acceptable for 64,41% of all the responders; 48,51% would use it only with medical control and 15,90% even without; PrEP is even more interesting for those who did not hear about it (67,66% vs 60,00% among those who knew about PrEP, p=0.019).

Among those who would not use PrEP or do not know whether they would use it (respectively 17,69% and 17,89%), more than one half is concerned about its reliability (29,05% do not think it is reliable at all and 26,26% do not know how reliable it is), with people already informed about PrEP more likely to think it is not reliable at all (35,56% vs 21,84%, p=0.007). 45,25% of those who would not take PrEP thinks it should be available for other people; 33,52% think it should not be available because it would lead to lower condom use.
Among those who would use PrEP, 53,70% would prefer an intermittent strategy; 59,57% would have sex with the same frequency they have now; 29,01% would change his condom use while the others would continue to “always”, “almost always” or “never or almost never” use condoms (37,35%, 17,90% and 11,42% respectively).
Conclusions More information is needed and more effective and easy-to-use methods for pre-exposure prophylaxis are needed to meet MSM needs. For many responders PrEP seems to be an acceptable prevention method and they would not use less frequently condoms.

Abstract presented at:

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Link all’articolo sulla seconda versione della ricerca realizzata nel 2015