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Se coltivi, produci, fabbrichi, estrai, raffini, vendi, offri o metti in vendita, cedi (anche gratuitamente), trasporti (fai il “corriere”), distribuisci, commerci, procuri ad altri (“spacci”), invii, passi o spedisci in transito, consegni per qualunque scopo le droghe sino ad ora citate senza avere l’autorizzazione da parte del Ministero della sanità commetti un reato per l’ordinamento italiano punito con la reclusione da 6 a 20 anni e con la multa da Euro 26.000 ad Euro 260.000. Tale pena è ridotta (reclusione da 6 mesi a 4 anni e multa da 1.032 a 10.329 Euro) se la tua condotta, per i mezzi, la modalità o le circostanze ovvero per la qualità e quantità delle sostanze, viene giudicata, nel singolo caso, di “lieve entità” (art. 73, comma 1, del D.P.R. 09.10.1990, n. 309 – Testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope).

Se illecitamente importi, esporti, acquisti, ricevi a qualsiasi titolo o comunque detieni le sostanze stupefacenti o psicotrope sopra descritte per farne uso personale o di gruppo (compri la droga per consumarla insieme ad amici), commetti invece un illecito amministrativo sanzionabile con la sospensione della patente di guida, del porto d’armi, del passaporto e del permesso di soggiorno per motivi di turismo se sei cittadino extracomunitario e puoi essere invitato a seguire un programma terapeutico e socio-riabilitativo predisposto dal servizio pubblico per le tossicodipendenze (art. 75 del sopra citato D.P.R. 309/1990).

Se, al momento dell’accertamento, sei alla guida di una autovettura, la Polizia procederà inoltre all’immediato ritiro della tua patente di guida.

Per verificare quali siano i limiti quantitativi massimi delle sostanze stupefacenti e psicotrope, riferibili ad un uso esclusivamente personale, ti consigliamo di consultare il testo del Decreto Ministeriale dell’11.04.2006, che può essere reperito al seguente link: https://antidroga.interno.gov.it/media/2019/04/D.M.-11-aprile-2006.pdf


Questa pubblicazione è stata realizzata grazie a un contributo non condizionato di ViiV Healthcare. Testi a cura di Giulio Maria Corbelli, Simone Buttazzi, Sandro Mattioli e Stefano Pieralli. Per la parte legale ringraziamo Niccolò Angelini e Andrea Frigieri. Fotografie di: Antonio Falzetti.

Le informazioni sono aggiornate al mese di gennaio 2021.

Gli stimolanti

mefedrone (Mef)
crystal meth (Tina, ice)
cocaina e crack (coca basata)
ma anche:
MDMA o MDPV, ecstasy, speed e altre

Tra gli stimolanti ci sono la cocaina, le amfetamine e i catinoni come il mefedrone o l’MDPV. Sono droghe che accelerano le funzioni del corpo, ti fanno sentire più sveglio e sicuro di te e aumentano il senso di empatia nei confronti delle altre persone – anche in chiave sessuale. Il down porta con sé depressione e ansia. Gli stimolanti possono provocare dipendenza molto rapidamente perché si cerca di assumerne di più per riprodurre l’effetto iniziale.


Mefedrone

Cos’è e come si prende. È una droga stimolante nella forma di una polverina bianca che si può sniffare, ingoiare, iniettare intramuscolo oppure in vena (slamming) o nel retto con una siringa senz’ago (booty bump).

Gli effetti. Per circa un’ora dopo aver assunto mefedrone ti puoi sentire particolarmente allerta, vicino a chi ti circonda, sicuro di te ed eccitato. L’iniezione via slamming porta a una botta più rapida e intensa. Per i rischi legati allo slamming, vedi più sotto.

Dosi. Con un grammo di mefedrone, si fanno circa dieci assunzioni: fai passare almeno due ore tra una assunzione e l’altra.

Dipendenza. Il meccanismo di dipendenza viene dal desiderio di assumerne sempre più spesso e di più per provare le stesse sensazioni. Per evitarlo, conviene rispettare scadenze e dosi: cerca di tenere nota delle quantità e della frequenza dell’assunzione. Se fai slamming, la dipendenza è più facile. Inoltre, il mefedrone può causare insonnia acuta e tachicardia per molte ore, quindi conviene pensare a quanto si vuol stare svegli, oltre a prepararsi al down.


Crystal meth

Cos’è e come si prende. È una polvere in cristalli che può essere inalata mediante una pipa di vetro, sniffata o iniettata per via intravenosa (slamming) o nel retto (booty bump).

Gli effetti. Il crystal meth ti dà la carica, ti fa sentire vigile e sicuro di te, impulsivo e molto eccitato, senza freni inibitori, a volte anche aggressivo. Il crystal aumenta anche la temperatura corporea, il battito cardiaco e la pressione sanguigna, con possibili rischi di infarto, ischemia, coma o morte – soprattutto se mischiato ad altri farmaci, compresi alcuni antidepressivi e antiretrovirali (in particolare, gli inibitori della proteasi). Sotto il suo effetto, puoi tirare avanti per giorni senza mangiare o dormire. Il down porta con sé un senso di esaurimento accompagnato ad aggressività ed episodi paranoici, in alcuni casi persino suicidi.

Dosi. La dose tipica è di 0,1 grammi (cioè con un grammo si possono fare dieci dosi). L’ideale sarebbe fare una, due assunzioni nel corso di una sessione. Comunque, è bene far passare almeno due ore tra le assunzioni.

Dipendenza. Il crystal meth dà dipendenza molto in fretta in quanto sono necessarie sempre più dosi per riprodurre l’effetto iniziale. Questo tipo di dipendenza è devastante e in casi estremi provoca la perdita di relazioni, rapporti lavorativi, conti in banca. L’iniezione intravenosa (slamming) facilita il rischio di diventare dipendenti e accelera anche l’eventualità di problemi di salute quali ascessi, vene collassate, avvelenamento ematico e infezioni cardiache. Smettere col crystal può essere molto difficile e gli effetti della droga sulla psiche possono durare anche dopo aver smesso di assumerla.

Se sei con qualcuno che ha preso crystal e sta dando segno di squilibrio, paura o paranoia, ricordati sempre che in questi casi tutto quel che si prova sembra vero e può condurre a comportamenti aggressivi, in quanto la persona si sente in grave pericolo. Evita confronti diretti e parlagli con calma, senza contatto fisico, evitando di litigare o contraddirlo e ripetendo che non è in pericolo. Se la situazione degenera, conviene chiamare un’ambulanza.


Cocaina o crack (coca basata o basa)

Cos’è e come si prende. Nell’ambito del chemsex, più che la “classica” cocaina che viene generalmente pippata, cioè inalata dal naso usando una cannuccia, si usa la “basa”. Si tratta di cocaina che viene fumata dopo averla preparata “cuocendola” con bicarbonato o ammoniaca. Per fumarla si usa tipicamente una bottiglia di plastica in cui è stata infilata una cannuccia per aspirare e che in cima ha un piccolo braciere di carta stagnola bucherellata con della cenere su cui si appoggiano i cristalli di basa. Alcuni chiamano “basa” quella preparata con il bicarbonato, “crack” quella preparata con l’ammoniaca. Per il “freebase”, poi, cioè il crack purificato dal taglio, occorre un passaggio in etere etilico.

Gli effetti. La coca è uno stimolante, spesso rende euforici, rende più facili i contatti con gli altri e ti può dare l’impressione di una certa onnipotenza. L’effetto però dipende molto dalla situazione in cui ti trovi.

Dosi. La dose media da pippare va dai 50 ai 100 mg (cioè tra 0,05 e 0,1 grammi), anche se è difficile sapere quanto sia concentrata la coca che si sta consumando e quanto invece sia “tagliata” con altre sostanze se non si fa una analisi. L’effetto dura fino a un paio d’ore.
Se invece viene fumata, sono consumati da 50 a 350 mg, e l’effetto è molto più breve ma più intenso: si sente per alcuni minuti (da 2 a 5) una euforia molto forte, però il fatto che duri così poco porta facilmente a voler tornare a fumare spesso. Così, è facile sviluppare subito dipendenza.

Dipendenza. Oltre al rischio di dipendenza, bisogna fare attenzione alla pressione arteriosa: se ce l’hai alta, la coca può essere pericolosa (rischio infarto!) soprattutto se assumi anche altre sostanze. Durante la salita (quando comincia a fare effetto) è possibile sentirsi angosciati. In questo caso non bisogna opporre resistenze, passerà presto. Gli effetti non desiderati sono ovviamente più comuni se consumi abitualmente: sbalzi di umore, non riuscire a dormire, scatti di ira anche violenti, paranoie… E poi se ti fai spesso è facile assuefarsi: tendi a consumarne di più – fino a 10 volte di più – per cercare di provare gli stessi effetti della prima volta. E così basta un attimo per cadere nella dipendenza.
Nel sesso, chi si fa di coca o basa si sente stimolato ma in realtà spesso ha difficoltà di erezione; attenzione però a prendere in contemporanea qualcosa per fartelo venire duro, assunti insieme alla basa quei farmaci possono creare problemi cardiaci. Venire – cioè raggiungere l’orgasmo – è particolarmente difficile, visto che la coca riduce la sensibilità.
Poi c’è la discesa, cioè quando si smette di assumere: il ritorno alla realtà è difficile perché si perde la carica e la stima di sé. La tentazione di affrontare tutto questo tornando a farsi è alta e serve forza per non assecondarla.


Lo slamming (iniezione in vena)

Assumere le droghe per via iniettiva – intramuscolo o intravenosa – accelera la comparsa degli effetti, soprattutto se l’iniezione viene praticata nella vena. Per iniettarsi le droghe, bisogna scioglierle in soluzione fisiologica. Per evitare contaminazioni, è importante che ciascuno utilizzi la propria siringa e il proprio recipiente in cui sciogliere la sostanza e da cui riempire la siringa. Usare un ago già usato da altri per iniettarsi una droga aumenta sensibilmente il rischio di trasmissione dell’Hiv e delle epatiti.

Come fare slamming:

  1. Non fare mai slamming da solo. Lavati accuratamente le mani. Assicurati di avere tutto ciò che ti serve. Usa sempre la tua siringa sterile e la tua boccetta sterile per preparare la sostanza.
  2. Sciogli la sostanza in acqua sterile in una boccetta sterile, se possibile.
    Passa la soluzione nella siringa usando un filtro, senza ago.
  3. Tieni la siringa verso l’alto e dalle dei colpetti finché le bolle d’aria salgono verso la cima della siringa. Premi lo stantuffo finché non appare una goccia in cima all’ago. Non toccare l’ago con niente per evitare di contaminarlo. Rimetti il cappuccio sulla siringa e mettila da parte.
  4. Evita di fare l’iniezione vicino alla testa o al collo; il rischio di overdose aumenta se inietti vicino al cervello o al cuore. Evita polsi e mani: nervi, vene e arterie sono vicinissimi in queste zone e il rischio di rotture dei vasi sanguigni è maggiore. Evita la zona sotto la vita: è più facile provocare coaguli o trombi, e mai iniezioni vicino ai genitali! Non fare l’iniezione in una zona infiammata, dolente, gonfia o lesa, aumenteresti solo il rischio di infezioni. Non fare due iniezioni consecutive nello stesso punto, lascia alla vena il tempo di ripararsi.
  5. Scalda il punto prima dell’iniezione, anche dando dei colpetti. Pulisci il punto dell’iniezione passandoci sopra un tampone imbevuto di disinfettante e non toccare la pelle dopo averla disinfettata.
  6. Metti un laccio emostatico intorno al braccio per rendere evidente la vena (lo puoi comprare in farmacia o usare un elastico o un cordino). Se hai difficoltà, allenta il laccio e prova dopo qualche minuto.
  7. Inietta nella direzione del flusso sanguigno verso il cuore, con l’ago a circa 45°, con il buco dell’ago verso l’alto. Non iniettare troppo a fondo, meno di un centimetro, perché le arterie stanno più in profondità. Aspira un poco di sangue per accertarti di essere nella vena. Se non tiri sangue, metti via la siringa e ricomincia con una nuova.
  8. Quando l’ago è nella vena, allenta il laccio per evitare di danneggiare la vena. Non fare slam con il laccio stretto.
  9. Inietta lentamente nella vena. Estrai l’ago dolcemente.
  10. Fai pressione e tieni premuto sul punto dell’iniezione per almeno un minuto. Non piegare il gomito per fermare il sanguinamento.
  11. Butta la siringa in un contenitore apposito.

Qualche consiglio:

  • fatti vaccinare contro l’epatite A e B;
  • porta con te un numero sufficiente di aghi, in modo da non doverli riciclare;
  • bevi molto: aiuta a trovare le vene;
  • se non trovi subito la vena, cambia l’ago (si danneggia appena lo usi);
  • usa aghi il più possibile piccoli;
  • non ti iniettare un cocktail di droghe differenti: gli effetti sono imprevedibili e aumenta il rischio di overdose;
  • informati su dove trovare siringhe pulite e smaltire quelle usate;
  • non mischiare droghe diverse nello stesso contenitore.

I sedativi

GHB/GBL (G, Gina)
ketamina (K)
ma anche:
Xanax, Valium, eroina

I sedativi o tranquillizzanti comprendono i barbiturici, le benzodiazepine, i sedativo-ipnotici e gli anestetici. I più diffusi e facilmente accessibili sono le benzodiazepine, tra cui l’alprazolam (Xanax), il clonazepam (Rivotril) e il flunitrazepam (Rohypnol, Darkene).

Le benzodiazepine sono ad alto rischio dipendenza. Il rischio di overdose aumenta in presenza di cocktail di sedativi diversi.


GHB/GBL

Cos’è e come si prende. Il GHB è un liquido oleoso, trasparente, inodore, dal sapore leggermente salato; più raramente, si presenta in polvere bianca. Il GBL, anch’esso un liquido, ha un sapore “chimico”: è un precursore del GHB, cioè una volta assunto viene trasformato in GHB nel corpo; di solito è più potente per cui ce ne vuole di meno. Il G (termine con cui ci si riferisce sia al GHB che al GBL) si assume bevendolo, in genere mescolato con altra bevanda (succo di frutta o Coca Cola). Non va mai mescolato con l’alcol perché le due sostanze interagiscono e possono portare alla morte. E non va mai iniettato.

Gli effetti. La botta arriva dopo circa 20 minuti e dura minimo un’ora, massimo quattro. L’assunzione di questa droga ti rilassa e ti fa sentire eccitato.

Dosi. L’overdose da G è considerata una delle cause di morte più frequenti in alcuni ambienti gay. Perciò è molto importante rispettare le dosi! La dose “normale” per il G va da 1 a 2 millilitri, anche a seconda della tua corporatura e abitudine all’uso. I segni dell’overdose sono svenimento, vomito, comportamenti bizzarri o incoerenti, distorsioni facciali, difficoltà a comunicare.

Qualche consiglio:

  • È cruciale dosare bene il G: molte persone usano pipette da collirio o piccole siringhe.
  • Aspetta due ore prima di prendere una seconda dose: l’overdose arriva di solito quando prendi una seconda dose senza aspettare che la prima faccia effetto.
  •  Segna orari e dosi su un foglio per essere sicuro.
  • Il G s’accumula nel corpo strada facendo, quindi il rischio di overdose aumenta insieme alla frequenza dell’uso. Se non riesci ad aspettare due ore, cerca almeno di ridurre le singole dosi.
  • Non assumerlo con alcol o altri sedativi (come la ketamina o il valium).
  • Resta fedele ai tuoi dosaggi e ai tuoi tempi senza farti influenzare da quelli degli altri.
  • Bere da una tazza o da una bottiglia – soprattutto se non le hai preparate tu – porta con sé un alto rischio di overdose.
  • Se perdi la cognizione del tempo dopo aver assunto una dose, aspetta almeno due ore prima di calarne un’altra.
  • Visto che gli svenimenti non sono rari, non prenderla mai da solo.
  • Metti il G in un contenitore dal quale di solito non si beve, come un portacenere o una ciotola. In questa maniera riduci il rischio che qualcuno l’assuma accidentalmente. Inoltre, tienilo lontano dalle altre bevande.
  • Mentre misuri le tue dosi, conviene sempre avere qualcuno che guardi quello che fai. Se non ti ricordi di aver preso la dose o non te lo sei segnato, magari se ne ricorda qualcun altro.
  • Se qualcuno si sta addormentando sotto l’effetto del G, tienilo sveglio. Non è sonno vero e proprio, ma uno stato d’incoscienza potenzialmente pericoloso. In attesa che gli effetti passino, stendilo sul fianco – non di schiena – per evitare che soffochi nel proprio vomito. Controlla il respiro, e se si mette male chiama un’ambulanza.
  • Evita il G se hai problemi di pressione (alta o bassa), epilessia, convulsioni, problemi cardiaci o respiratori.

Dipendenza. Se lo assumi regolarmente, potresti notare i tipici segni di una dipendenza fisica da G, che possono affiorare già dopo un lungo week end di chemsex: attacchi di panico, sudorazione e convulsioni. Se sono gravi, fatti ricoverare e racconta per filo e per segno cos’hai preso e in quali quantità. Ne va della tua vita.


Ketamina

Cos’è e come si prende. La ketamina è di solito una polvere da sniffare, i cui effetti durano tra i 45 e i 90 minuti. Se iniettata in forma liquida o ingoiata, i suoi effetti durano anche tre ore. Ha il potere di eccitarti e di far perdere sensibilità al corpo, per cui il sesso può durare anche molto a lungo senza accorgersi di lesioni al glande o al retto. È una droga molto diffusa nell’ambito del fisting. Non sentendo dolore, potresti provocarti sanguinamenti o abrasioni che facilitano il passaggio d’infezioni come l’Hiv e le epatiti. Se eccedi col dosaggio puoi finire nel “K-hole”: è una condizione di incoscienza in cui si hanno difficoltà a muoversi, a parlare, a ingerire e persino a respirare. Si ha l’impressione di abbandonare il proprio corpo entrando in un tunnel di luce.

Dosi. Le dosi variano da 50-100 mg in caso di iniezione in vena e fino a 200 mg se pippata (tirata con il naso).

Dipendenza. Anche in questo caso è possibile svilupparla. Una dipendenza da ketamina causa ansietà, depressione, istinti suicidi, perdita di memoria e altri problemi psichici e di salute. Un uso frequente può provocare danni permanenti ai reni, al fegato o alla vescica.



Questa pubblicazione è stata realizzata grazie a un contributo non condizionato di ViiV Healthcare. Testi a cura di Giulio Maria Corbelli, Simone Buttazzi, Sandro Mattioli e Stefano Pieralli. Per la parte legale ringraziamo Niccolò Angelini e Andrea Frigieri. Fotografie di: Antonio Falzetti.

Le informazioni sono aggiornate al mese di gennaio 2021.

Alcuni farmaci anti-Hiv (in particolare gli inibitori della proteasi) aumentano i livelli di alcune droghe da sballo nel corpo quali MDMA, ketamina, speed, GHB e crystal meth, col rischio di overdose. Sotto l’effetto di droghe si corre inoltre il rischio di prendere le pillole all’orario sbagliato, o di saltare la dose.
Il sildenafil (Viagra), il tadanafil (Cialis) e gli altri principi attivi che agevolano l’erezione possono interagire con alcuni antiretrovirali, per cui conviene limitarne il dosaggio o prenderli in orari distanti da quelli delle terapie. Poppers e droghe simil-viagra possono anche causare pericolosi abbassamenti della pressione sanguigna, soprattutto se assunti insieme.
I due farmaci usati per l’Hiv che possono avere le interazioni più pericolose con le droghe da chemsex, con i farmaci per l’erezione o con le benzodiazepine sono il ritonavir (Norvir) e il cobicistat (Tybost). Il cobicistat è un componente delle pillole Stribild, Genvoya (che contengono anche elvitegravir, tenofovir ed emtricitabina), Prezcobix (con il darunavir), Symtuza (con darunavir, emtricitabina e tenofovir alafenamide) ed Evotaz (con atazanavir). Il ritonavir è presente nel Kaletra (con il lopinavir) ma di solito si assume in una pillola a parte chiamata Norvir da prendere con altri inibitori della proteasi; è presente anche nel Viekira Pak che contiene due pillole per il trattamento dell’epatite C.
Anche se è possibile che ci siano potenziali interazioni tra le droghe da chemsex e altri farmaci usati contro l’Hiv, secondo alcuni studi sarebbero meno pericolose. Nel caso si assuma ritonavir o cobicistat (anche in una delle combinazioni elencate sopra) e non si riesca a rinunciare al chemsex, è meglio parlarne apertamente con il proprio medico per valutare la possibilità di cambiare terapia.
Per quanto riguarda gli inibitori non nucleosidici della trascrittasi inversa, in particolare efavirenz (Sustiva), nevirapine (Viramune) ed etravirine (Intelence), l’interazione può provocare un abbassamento della concentrazione delle droghe. Questo potrebbe portare ad assumere più droghe magari in maggiore quantità per ottenere l’effetto atteso, con rischi imprevedibili.

 

Specchietto basato sugli studi dell’università di Liverpool


Questa pubblicazione è stata realizzata grazie a un contributo non condizionato di ViiV Healthcare. Testi a cura di Giulio Maria Corbelli, Simone Buttazzi, Sandro Mattioli e Stefano Pieralli. Per la parte legale ringraziamo Niccolò Angelini e Andrea Frigieri. Fotografie di: Antonio Falzetti.

Le informazioni sono aggiornate al mese di gennaio 2021.

Se ti esponi al rischio di contrarre l’Hiv (ad esempio, se si rompe il preservativo), c’è la possibilità di iniziare una terapia in grado di prevenire l’infezione. Si chiama profilassi post-esposizione (PEP, o PPE) e comporta l’assunzione di tre farmaci antiretrovirali per 28 giorni consecutivi. La PEP ha maggiori possibilità di successo se iniziata nel giro di poche ore dal rapporto a rischio. Prima si comincia, meglio è. Ma può ancora essere efficace se iniziata entro 48 ore dall’incidente.

Se vuoi iniziare la PEP, contatta rapidamente un centro di malattie infettive, o se gli orari di apertura non lo consentono, il Pronto Soccorso dell’ospedale più vicino e chiedi di vedere l’infettivologo di turno. Spiegherai a lui cosa è successo (puoi contare sulla sua riservatezza) e insieme valuterete se è il caso di fare la PEP.

La profilassi pre-esposizione o PrEP è invece l’assunzione di una pillola che contiene due farmaci antiretrovirali (tenofovir ed emtricitabina combinati con il nome commerciale di Truvada). La persona sieronegativa che assume con regolarità questa pillola riduce sensibilmente le possibilità di contrarre l’Hiv. Ciò che più conta per aumentare questa protezione è assumere il farmaco secondo le indicazioni. Lo schema consigliato per l’uso della PrEP è quello di una pillola al giorno, ogni giorno.

In alternativa, funziona anche prendere quattro pillole per rapporto sessuale a rischio: due qualche ora prima, una il giorno dopo e una il giorno dopo ancora (più o meno alla stessa ora). Questo uso intermittente della PrEP può essere adatto se prevedi di fare sesso solo in certi giorni.

Se vuoi maggiori informazioni sulla PrEP, puoi consultare il sito prepinfo..

Ricordati infine che una persona sieropositiva in terapia efficace da almeno sei mesi (con viremia “undetectable” o non rilevabile) non è contagiosa. È la TasP, terapia come prevenzione, o U=U, undetectable = untrasmittable.


Questa pubblicazione è stata realizzata grazie a un contributo non condizionato di ViiV Healthcare. Testi a cura di Giulio Maria Corbelli, Simone Buttazzi, Sandro Mattioli e Stefano Pieralli. Per la parte legale ringraziamo Niccolò Angelini e Andrea Frigieri. Fotografie di: Antonio Falzetti.

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Il sesso per te è questione di chimica?


Intro

Ti piace fare sesso? Certo, piace a tutti. Ad alcuni piace anche farlo mentre si sta su di giri, con l’aiuto di qualche droga… Anche a te?
Ok parliamone! Il sesso con l’uso di droghe (quello che chiamiamo “chemsex”) può essere divertente ma comporta dei rischi. Abbiamo ideato questo opuscolo per darti le conoscenze e gli strumenti per limitarli; leggilo, magari ti rendi conto che qualcosa non la sapevi.


Sballati sotto controllo?!

Molti usano le droghe per lasciarsi andare e perdere il controllo. In questo opuscolo ti suggeriamo invece di usarle in modo controllato. Può sembrare una contraddizione, e forse lo è; però crediamo che se si vogliono limitare i rischi legati all’uso delle droghe, l’unico modo è usarle in maniera consapevole e controllata. Se anche alcuni suggerimenti ti possono sembrare troppo “ideali”, ti consigliamo di provare a seguirli. Magari facci sapere cosa se pensi dopo un po’.


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