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Chemsex: conoscenze e comportamenti tra gli MSM italiani
autori: Corbelli GM1, Mattioli S1, Degli Esposti C1, Franchini C1, Gorgoni P1, Pieralli P1 – 1Plus onlus
Background: diversi rapporti mostrano che l’uso di droghe come metanfetamina, mefedrone, GHB / GBL tra i maschi che hanno rapporti sessuali con maschi (MSM) è un fattore importante per le infezioni a trasmissione sessuale come l’HIV o l’HCV. Il primo European Chemsex Forum (Londra, 6-8 aprile) ha lanciato un breve sondaggio in tutta Europa per comprendere la conoscenza e il comportamento del Chemsex tra gli MSM. Plus onlus ha tradotto il sondaggio e l’ha lanciato su Internet per valutare conoscenze e comportamenti legati al chemsex tra gli MSM italiani.
Risultati: tra il 23 febbraio 2016 e il 23 marzo 2016, 312 intervistati hanno preso parte al sondaggio. L’89,3% di loro (N = 276) erano maschi, l’1,0% (N = 3) trans e per l’1,0% (N = 3) non erano disponibili dati; 30 donne intervistate vengono escluse da questa analisi. La maggior parte dei 282 intervistati inclusi nell’analisi erano gay (90,4%), 4,2% bisessuali, 3,5% eterosessuali. La maggior parte di loro (54,2%) ha riferito di essere HIV-negativa, il 37,6% HIV positivo e il 6,7% di uno stato HIV sconosciuto.
Il termine “chemsex” era conosciuto dal 73,0% degli intervistati che nella maggior parte dei casi poteva spiegarlo correttamente. La metà degli intervistati (49,2%) ha dichiarato di essere in grado di trovare informazioni sul chemsex e l’altra metà (49,2%) ha dichiarato di non riuscire a farlo; tra coloro che potevano, l’84,5% trova informazione su Internet, il 45,3% da persone che conoscono, il 37,8% da un partner sessuale.
Complessivamente un intervistato su quattro (23,0%, N = 65) ha riferito di aver utilizzato uno dei farmaci considerati parte del chemsex (metanfetamina, mefedrone, GHB / GBL). Le metanfetamine sono state usate da 40 intervistati, il mefedrone da 38, GHB / GBL da 40. La maggior parte di coloro che hanno riferito di aver usato droghe, ha riferito di averne usata più di una, con 18 intervistati che hanno riferito di averne usate tre. La maggior parte degli intervistati ha riferito di fare chemsex dove vive (50,8%) e alcuni in altri luoghi della nazione in cui vive (16,9%); il 27,7% fa chemsex all’estero, con Berlino menzionata da metà di loro, Londra da uno su quattro. Tra coloro che segnalano chemsex nella loro città natale, il 24,2% vive a Bologna, il 15,1% a Milano e il 15,1% a Roma.
Conclusioni: questa è, a nostra conoscenza, la prima valutazione sul chemsex in Italia; mostra che il chemsex non è raro tra gli MSM, sebbene sia particolarmente comune in sottogruppi specifici. Sono necessarie ulteriori indagini per capire quanto sia rilevante questo fenomeno nel guidare l’epidemia di HIV e HCV e dovrebbe prendere in considerazione strategie specifiche per raggiungere i sottogruppi più rilevanti della comunità MSM.
English version
ChemSex: knowledge and behaviours among Italian MSM
authors: Corbelli GM1, Mattioli S1, Degli Esposti C1, Franchini C1, Gorgoni P1, Pieralli P1 – 1Plus onlus
Background: Several reports show that the use of drugs such as metanphetamine, mephedrone, GHB/GBL among men who have sex with men (MSM) is an important driver for sexually transmitted infections such as HIV or HCV. The first European Chemsex Forum (London, 6-8 April) launched a brief survey throughout Europe to understand knowledge and behaviour about Chemsex among MSM. Plus onlus translated the survey and launched it on the internet to assess knowledge and behaviour related to chemsex among Italian MSMs.
Results: Between 23 February, 2016 and 23 March, 2016, 312 respondents took part to the survey. 89.3% of them (N=276) were male, 1.0% (N=3) trans and 1.0% (N=3) no data was available; 30 female respondents are removed from this analysis. Most of the 282 respondents included in the analysis were gay (90.4%), 4.2% bisexual, 3.5% heterosexual. Most of them (54.2%) reported to be HIV negative, 37.6% HIV positive and 6.7% reported unknown HIV status.
The term “chemsex” was known by 73.0% of the respondents who in most cases could correctly explain it. Half of the respondents (49.2%) reported they could find information about chemsex and half (49.2%) reported they could not; among those who could, 84.5% found them on the internet, 45.3% from people they know, 37.8% from a sexual partner.
Overall one out of four respondents (23.0%, N=65) reported use of one of the drugs considered to be part of chemsex (methamphetamine, mephedrone, GHB/GBL). Methamphetamines were used by 40 respondents, mephedrone by 38, GHB/GBL by 40. Most of those who reported having used drugs, reported having used more than one drug, with 18 respondents reporting having used the three of them. Most respondents reported they do chemsex where they live (50.8%) and some in other places of the nation where they live (16.9%); 27.7% do chemsex abroad, with Berlin been mentioned by half of them, London by one out of four. Among those who report chemsex in their hometown, 24.2% live in Bologna, 15.1% in Milan and 15.1% in Rome.
Conclusions: This is, to our knowledge, the first assessment on chemsex in Italy; it shows that chemsex is not rare among MSMs, although it is particularly common in specific subgroups. Further investigation to understand how relevant this phenomenon is in driving HIV and HCV epidemic is needed and it should take into account specific strategies to reach out the most relevant sub-groups of the MSM community.