La Regione E-R prende le distanze dal sito del BLQ Checkpoint
PLUS chiede un chiarimento.
La Regione Emilia-Romagna ha chiesto e ottenuto che il proprio logo venisse eliminato dal sito del BLQ Checkpoint, dove ha campeggiato per un anno e mezzo, cioè da quel settembre 2015 che ha visto l’apertura del centro. La Regione ha tuttavia specificato che il supporto al progetto di prevenzione resta.
Il presidente di Plus Onlus Sandro Mattioli ha ottemperato alla richiesta con «amarezza, profonda amarezza. Difficile non vedere in questo gesto una scarsa considerazione per il lavoro che svolgiamo, spesso sopperendo a mancanze strutturali nell’ambito della prevenzione. Un lavoro su base volontaria e costantemente sul pezzo, che sta raccogliendo consensi anche al di fuori dell’Italia».
La Regione non ha esplicitato il motivo della richiesta, né se essa è collegata all’interrogazione di Galeazzo Bignami circa le immagini dell’opuscolo Capire il chemsex (2016) e al seguente interessamento della Lega Nord, conclusosi con un comunicato che riconosce a Plus e al Checkpoint l’intento di informare, non certo di di incoraggiare determinate pratiche.
Fin dalla pubblicazione dell’opuscolo Sesso gay positivo (2014), Plus diffonde contenuti immediatamente riconoscibili per la sua popolazione di riferimento – la comunità LGBT+ – e crede nell’approccio noto come riduzione del danno. Non è con messaggi criptici o condanne savonaroliane che si risolvono tempestivamente gli allarmi legati a un campo cruciale come quello della salute. Allarmi, come dimostra il recente picco di epatite A tra i maschi gay, che vanno affrontati di petto e a chiare lettere.
Sandro Mattioli
Plus Onlus
Presidente.