Ieri si è tenuta una riunione del Consiglio comunale per discutere del rinnovo della convenzione tra il Comune di Bologna e il BLQ Checkpoint, il centro gestito da Plus onlus in cui viene offerto il test Hiv, Hcv e altri servizi sulla salute sessuale, soprattutto rivolti alla popolazione Lgbt. Alla fine della riunione, l’ordine del giorno a favore del rinnovo, promosso da consiglieri di vari gruppi, è passato con 26 voti favorevoli, tra cui quelli del Movimento 5 stelle e di Umberto Bosco della Lega Nord.
Tuttavia la discussione è avvenuta non senza polemiche: la consigliera comunale di Bologna del Partito democratico Raffaella Santi Casali, in particolare, al termine del suo intervento ha abbandonato l’aula di Palazzo D’Accursio senza votare l’odg a favore del rinnovo, promosso anche dal Pd. Le contrarietà espresse dalla consigliera sono riferite soprattutto al sito internet dell’associazione Plus e del BLQ Checkpoint, su cui sono pubblicati materiali informativi con immagini che fanno riferimento alla sessualità tra maschi.
In realtà la posizione di Santi Casali fa riferimento a un altro odg, collegato a quello principale, presentato dal consigliere di Forza Italia Francesco Sassone (odg poi bocciato) in cui il consigliere, pur riconoscendo che «il servizio offerto dal Blq Checkpoint è utilissimo», chiedeva al Comune di togliere il proprio logo dal sito del centro, come già fatto dalla Regione. A motivare la richiesta del consigliere forzista, il fatto che alcuni contenuti del sito a suo parere «quasi esaltano comportamenti sbagliati come l’assunzione di stupefacenti, senza dire con chiarezza che drogarsi fa male, ma quasi dicendo a chi legge di ‘usare le droghe responsabilmente’». Sassone si dice anche contrariato dal fatto che il sito presenti un link a «un sito di incontri per gay, in cui si legge ‘rimorchiaci su GayRomeo’, e non capisco che funzione istituzionale possa avere una cosa del genere».
Risponde a Sassone la consigliera di Coalizione civica Emily Clancy: «In una città come Bologna, che è al primo posto in Italia per overdose, è da incoscienti non muoversi in un’ottica di prevenzione del danno». È proprio il termine “incosciente” a far scattare la consigliera Pd Santi Casali che, al termine del suo intervento, sbotta: «Per me questo sito è equivoco, a differenza di quello della struttura di Barcellona, e nessuno può darmi dell’incosciente per questo. In ogni caso, ora me ne devo andare, quindi non parteciperò alla votazione» ha detto, abbandonando l’aula.
Un altro compagno di partito, il dem Piergiorgio Licciardello, aggiunge che «i gestori del sito dovrebbero fare una riflessione, perché oggettivamente qualche ambiguità c’è, e il dubbio sul fatto che certi comportamenti non siano proprio censurati viene». Licciardello, tuttavia, conferma il suo voto favorevole al rinnovo della convenzione, mentre si asterrà sull’odg di Sassone.
A sostenere convintamente il rinnovo dalle fila del Partito Democratico si alza Isabella Angiuli, secondo cui «anche se un certo tipo di comunicazione può urtare alcune sensibilità, l’importante è che sia efficace, perché i problemi non si risolvono cercando di impedire certe pratiche». Sulla stessa linea la prima firmataria dell’odg favorevole al rinnovo, la dem Roberta Li Calzi, secondo cui «lasciare le persone sole o dire loro ‘arrangiati’ non significa fare un’informazione incisiva, ma essere indifferenti, e questo un’amministrazione non se lo può permettere».
Alla fine, comunque, oltre all’approvazione dell’odg sul rinnovo della convenzione e la bocciatura dell’odg di Sassone (che incassa, oltre ai due voti scontati dei consiglieri forzisti, solo i consensi di Gian Marco De Biase e Giulio Venturi di Insieme Bologna), si segnala la bocciatura anche di un altro odg presentato da Bosco, che insieme al pentastellato Massimo Bugani chiedeva al Comune di concentrare le risorse comunali per il controllo e la prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili solo sul Blq Checkpoint, per «evitare la frammentazione di competenze e servizi destinati al medesimo target». Anche in questo caso, i voti a favore sono stati solo quattro (tre del M5s oltre a quello di Bosco).
Sulla polemica interviene dalle frequenze di Radio Città del Capo il rappresentante di Plus onlus Stefano Pieralli: «Che in Forza Italia siano scandalizzati per party e foto sessuali è divertente. Ma, al di là di una facile battuta, tutta questa visibilità di foto e atti di orge sessuali non c’è. Ci sono immagini che fanno intendere, che alludono: si mostra qualcosa, ed è diverso che far vedere un’orgia reale. Gli opuscoli in questione mirano alla riduzione del rischio e c’è scritto chiaramente che l’uso di droghe fa male: sono anche stati visti da legali per non correre rischi». L’obiettivo degli opuscoli è di lavorare «alla prevenzione dai rischi di alcune abitudini che sono molto forti nella nostra città e in Italia e stanno arrivando dal nord Europa», come il ChemSex.
«Nell’attività di prevenzione – spiega PIeralli – ci siamo resi conto che il ChemSex, con l’uso di nuove droghe, che sono fuori dal circuito dei Sert e che non vedi in piazza Verdi, porta a pratiche che diffondono il rischio di infezioni a trasmissione sessuale. Quindi ci siamo chiesti come intervenire: abbiamo guardato come si trattano questi temi in Europa, abbiamo preso materiale dal nord Europa e l’abbiamo adattato alla situazione italiana».
Il materiale informativo è destinato a specifici gruppi, spiega il rappresentante di Plus, e vengono distribuiti in discoteca o nei luoghi «dove queste pratiche si fanno o prendono spunto o inizio: in una discoteca, in una festa non puoi dare due fogli scritti, nessuno li prenderebbe in mano quindi ci sono immagini che richiamano l’occhio della persona: si vedono foto di nudo così magari mentre si beve un cocktail al bar e si sta cercando rimorchiare… può essere interessato e allora qualche informazione gli arriva. È – assicura Pieralli – un approccio scientifico e chi si occupa di comunicazione consiglia questo».
In merito alle perplessità manifestate da alcuni consiglieri Pd tra cui Raffaella Santi Casali, Pieralli invita al dialogo: «Noi siamo pronti a dialogare e a confrontarci con voi sulla base di dati scientifici e epidemiologici al di fuori di ogni ideologizzazione, perché la salute sessuale della comunità cittadina bolognese – Lgbt e non – merita un salto di qualità e un dialogo sereno e competente».