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Sono una donna etero, cisgender, non vedente dalla nascita. Per la mia condizione sensoriale troppi mi credono incapace di intendere e volere, ma soprattutto priva di sessualità; la realtà invece è opposta e anch’io come tutte le persone ho le mie esigenze.

Ho vissuto dal 2009 al 2018 una relazione con un uomo sieropositivo, anche lui con la mia stessa disabilità sensoriale. Non abbiamo mai rischiato alcunché grazie alle reciproche attenzioni ma appena ho saputo della PreP nelle pagine social correlate all’HIV mi sono informata immediatamente.

Avrei voluto accedervi non per paura o sfiducia, ma per maggiore tranquillità soprattutto di lui: una coppia con disabilità visiva è infatti più vulnerabile ad incidenti domestici: basta un coltello con la lama in su, un bicchiere che si rompe e relativi vetri a terra, tagliarsi mentre si prepara la verdura…

O semplicemente se si spacca il preservativo (fortunatamente in 10 anni mai successo) perché complicarsi la vita con accompagnatori e quant’altro per farsi la profilassi post esposizione, se c’è quella pre?

In teoria non faceva una piega, ma da lì sono iniziati i problemi: sul sito PrepInfo, all’epoca nato da poco, ho notato che nella mia regione – Veneto – non c’era ancora alcun centro PreP; sì, a Bologna ho amici e sarebbe stata la zona più accessibile, ma al costo dei farmaci –circa 60 euro mensili (ma a breve sarà gratis!)-, avrei dovuto aggiungere viaggio e accompagnatori.

Sempre ammesso di poter in seguito acquistare il medicinale in una farmacia della mia zona, cosa assolutamente non scontata. Più tutti gli esami preliminari, eventuali colloqui coi medici, altri viaggi e accompagnatori!

A quel punto ho lasciato perdere, anche sapendo che il mio ex compagno aveva carica virale non rilevabile e abbiamo continuato a vivere con le stesse attenzioni di prima finché la relazione è durata, con me tutt’ora sieronegativa.

Anche se con lui è finita da tempo, le mie battaglie per la prevenzione e contro lo stigma su HIV proseguono comunque; per fortuna sul sito PrepInfo si sono aggiunti ulteriori centri e informazioni sulla profilassi pre-esposizione, ma ancora nella mia città non c’è niente.

E a distanza di anni da quando è stata approvata in Italia, ancora non la rimborsano il che è paradossale perché vedendola solo dal punto di vista economico, se contrai l’HIV perché sei senza PreP, poi allo Stato tocca rimborsare vita natural durante gli antivirali che costano il triplo.

Finiamola una volta per sempre con la visione paternalistica della sessualità, la salute sessuale è un diritto che dobbiamo pretendere in qualsiasi condizione o orientamento sessuale siamo.

Facile indignarsi quando i giornali sparano i casi limite alla Talluto, ma se tutta la popolazione sessualmente attiva avesse accesso alla PreP, certi attacchi -fortunatamente rari- non avrebbero effetto.

Quindi, anziché fare la predica a noi, lo Stato si assuma le proprie responsabilità perché non rimborsando la profilassi si rende complice delle nuove infezioni, deliberate o meno.

Elena Brescacin


Perché testimoniare sulla PrEP?

Gli studi scientifici concordano sull’efficacia della PrEP come strumento di prevenzione contro HIV e IST. Nonostante questo, non riusciamo ancora a liberarci da alcuni obsoleti pregiudizi che si impongono nelle pratiche sessuali delle persone. 

Un aiuto potrebbe arrivare dalle testimonianze di persone che utilizzano la PrEP; il punto di vista del vissuto emotivo potrebbe avvicinare alla PrEP senza stigmatizzare chi ne fa uso.  

Stai valutando la PrEP oppure la utilizzi già da un po’?   Se anche tu vuoi condividere la tua testimonianza, scrivi un testo (300/500 parole) e inviacelo a info@prepinfo.it.  

  Puoi raccontarci perché hai scelto la PrEP e cos’è cambiato nella tua vita sessuale, ma anche, più semplicemente, come hai scoperto questo metodo preventivo, quale centro te l’ha prescritto e come ti sei trovato/a. Puoi anche farti ispirare da chi ha già condiviso la sua storia.

Preferiremmo che le testimonianze non fossero anonime: per creare un’onesta discussione pubblica sulla PrEP e sulla salute sessuale la trasparenza è importante

Ci piacerebbe, dunque, che tu includessi una tua foto e il tuo nome nome, o anche un nick name. 

Capiamo però che per alcune persone non è facile esporsi: in questo caso nella tua testimonianza potresti motivare perché hai scelto l’anonimato; così da sottolineare quanto sia ancora presente lo stigma verso le scelte sessuali delle persone.