Il 16 giugno 2023 abbiamo presentato alla conferenza italiana HIV i dati sulle persone che usano la PrEP in Italia.
La ricerca è stata possibile grazie ad una donazione di ViiV Healthcare SRL.
Background
In Italia non esistono ancora statistiche ufficiali sulle persone che utilizzano la PrEP e sulle modalità di accesso ai centri che la prescrivono. Il primo rilevamento di questo tipo è stato promosso nel 2019 dall’associazione PLUS, network delle persone LGBT che vivono con HIV, a cui è seguito un secondo rilevamento presentato l’anno scorso sempre alla conferenza ICAR.
Metodi
Ritenendo importante avere annualmente un quadro sull’andamento dei servizi PrEP sul territorio italiano, il collettivo PrEP in Italia, insieme a Plus Roma, ha promosso una nuova indagine con lo scopo di raccogliere informazioni generali sui centri e capire come è cambiata la demografia delle persone che utilizzano la PrEP.
Risultati
Il questionario è stato compilato da 47 centri: 19 al nord, 19 al centro e 9 al sud e nelle isole. Come già evidenziato dalla scorsa survey il dato più rilevante è l’importante crescita del numero di utilizzatori della PrEP. L’incremento rispetto al 2021 è stato del 77%. A dicembre 2022 risultano infatti 6444 persone seguite per la PrEP rispetto ai 3641 utenti del 2021.
La maggior parte sono ancora maschi che fanno sesso con maschi -corrispondenti al 95,6% degli utilizzatori totali- e, come nel precedente rilevamento, risulta ancora un netto divario tra il numero di utilizzatori al nord Italia e al sud Italia (nello specifico il 65,78% vive al nord; il 28,49% al centro e solo il 5,63% al sud).
Quanto alle specifiche key population nonostante il 40% dei centri clinici abbia almeno un utilizzatore di chems e un/a sex worker in follow-up, ben l’83% dei suddetti centri non ha attivato alcuna partnership con i servizi community based.
Rispetto alla precedente indagine abbiamo raccolto i dati anche delle persone che hanno interrotto la PrEP (537 users). Ci sono state 4 sieroconversioni dovute ad una aderenza sub-ottimale; 10 sospensioni per decremento della funzionalità renale; 20 persone che non tolleravano la nausea e gli effetti gastrointestinali di TDF/FTC; i restanti utenti hanno invece sospeso per inizio di una relazione
monogama o per motivi che hanno preferito non specificare.
Recentemente è stata deliberata la rimborsabilità del farmaco da parte del SSN e dunque, da questo punto di vista, la situazione sarà uniforme in tutto il territorio nazionale. Quanto ai costi per visite ed esami, la situazione continua invece a variare da regione a regione, con una media di spesa di 60€, fino ad arrivare a 150€.
Per il futuro abbiamo chiesto ai centri se fossero favorevoli ad introdurre il regime CAB-LA, qualora venisse approvato, e ad utilizzare gli strumenti della telemedicina per il follow-up degli utilizzatori. Le risposte favorevoli sono state pari, rispettivamente, all’87,5% e al 68,8% dei centri.
Conclusioni
In conclusione si può dunque affermare che i costi continuano a rappresentare una importante barriera all’accesso alla PrEP e che è inoltre necessario semplificare le modalità per l’inizio di tale percorso e i conseguenti follow-up. La popolazione che utilizza di più la PrEP è ancora quella degli MSM e che l’accesso alla PrEP sul territorio italiano risulta ancora disomogeneo, con grande disparità tra nord e sud (il 44% degli utilizzatori totali è seguito a Milano).
Dopo l’importante passo compiuto con la decisione di rendere rimborsabile la PrEP da parte del SSN è necessario rinforzare le partnership tra istituzioni che si occupano della salute pubblica, centri clinici e organizzazioni community-based per rendere la PrEP veramente accessibile a tutte le persone che intendono utilizzarla.