La storia di Lorenzo, un ragazzo trans in PrEP

Mi chiamo Lorenzo e il mio percorso PrEP non è stato lineare né scevro da dubbi. Ma partiamo dalle basi.

Le persone transgender possono avere qualsiasi tipo di orientamento sessuale, abitudini e pratiche sessuali, così come le persone cisgender. Sembra quasi banale specificarlo, ma questa ovvietà non è sempre chiara per le persone, nemmeno per lə medichə a cui ci rivolgiamo.

In quanto persona trans con un utero, per poter vivere serenamente la mia vita sessuale, accanto al tema della prevenzione delle IST e dell’HIV, per me è fondamentale affiancare il tema della contraccezione.

Il testosterone che assumo, infatti, non è un contraccettivo. Sebbene nella maggior parte dei casi porti alla cessazione dei sanguinamenti, questo non significa che l’ovulazione non avvenga comunque. Ne ho avuto conferma durante una visita di routine con il ginecologo, in cui mi ha riferito che stavo ovulando proprio mentre eseguiva l’ecografia.

Nei giorni precedenti alla visita avevo avuto dei rapporti ricettivi vaginali non protetti e ho iniziato a chiedermi se non fosse il caso di iniziare a prendermi cura seriamente della mia salute sessuale.

Poco tempo dopo, a novembre, è diventata disponibile la PrEP gratuita anche in Sicilia dove vivo. A quel punto ho deciso di iniziare entrambi i trattamenti di profilassi per l’HIV e di contraccezione.

Come contraccettivo ho scelto di assumere una terapia in compresse, con il solo progestinico, perché la più usata (dalle donne cis) combo con gli estrogeni andrebbe a interferire con la mia terapia con testosterone.

La scelta di intraprendere questi percorsi è stata fatta totalmente in autonomia. Nessun professionista sanitario con cui sono entrato in contatto mi aveva mai parlato di possibilità di assumere la PREP o utilizzare un contraccettivo ormonale. Ho avuto il privilegio di accedere ad informazioni corrette e aggiornate quanto più possibile grazie alle reti associazionistiche di cui faccio parte e per interesse personale verso i temi della salute sessuale, spesso trovandomi a comunicarle io stesso allə medichə.


Mi sono ritrovato a parlare di PrEP con il mio endocrinologo, di possibilità contraccettive nelle persone trans al mio ginecologo e con l’infettivologo dell’impossibilità della PrEP on demand (basata sull’evento) per le persone con vagina al mio infettivologo. Come persone con la vagina infatti dobbiamo assumere la PrEP tutti i giorni affinché sia efficace.


Ho avuto la fortuna di non trovare mai una resistenza da parte del personale medico a cui mi rivolgevo, tuttavia, rimane la sensazione che i temi della salute trans, soprattutto la salute sessuale e riproduttiva, rimangono misconosciuti alla maggior parte del personale sanitario.

Scegliere di assumere due terapie, oltre a quella con il testosterone, non è stato semplice. E non lo è l’idea di assumere due compresse ogni giorno.


Sapere che il mio corpo e i corpi come il mio sono delle peculiarità a cui nessunə aveva pensato nello studio di questi farmaci, nella stesura dei protocolli, non ha aiutato nell’incentivarne l’utilizzo. La sensazione di essere dei corpi imprevisti mi ha portato a dubitare della reale sicurezza dei farmaci che utilizzo.

La tranquillità che dà la PrEP non è data soltanto dal farmaco, i cui effetti chiaramente non sono visibili nella quotidianità, ma anche dalla comunicazione che ne viene fatta.

Una comunicazione che raramente include le persone trans, soprattutto gli uomini trans e tutte le persone trans con un utero.

Allora diciamolo sempre che la PrEP funziona anche se hai un corpo trans.

Diciamolo che esistono tanti metodi contraccettivi che possono essere adeguati alle nostre esigenze e ai nostri corpi.

Diciamolo che è un nostro diritto quello di vivere una vita sessuale appagante e sicura ed esigiamo un sistema sanitario e professionistə sanitariə che siano fattə anche per noi.


Non riusciamo ancora a liberarci dei pregiudizi verso la vita sessuale delle persone. Un aiuto potrebbe arrivare dalle testimonianze di chi usa la PrEP: il punto di vista del vissuto emotivo potrebbe avvicinare alla PrEP senza stigmatizzare chi ne fa uso. Se anche tu vuoi condividere la tua storia con la PrEP, scrivi un testo (300/500 parole) e inviacelo via mail.

Puoi raccontarci perché hai scelto la PrEP e cos’è cambiato nella tua vita sessuale, ma anche, più semplicemente, come hai scoperto questo metodo preventivo, quale centro te l’ha prescritto e come ti sei trovato/a. 

Preferiremmo che le testimonianze non fossero anonime: la trasparenza è importante per creare un’onesta discussione pubblica sulla PrEP e sulla salute sessuale. Capiamo però che per alcune persone non è facile esporsi: in questo caso nella tua testimonianza potresti motivare perché hai scelto l’anonimato; così da sottolineare quanto sia ancora presente lo stigma verso le scelte sessuali delle persone.