
Con la cerimonia di apertura del 10 marzo, è ufficialmente iniziata a San Francisco la conferenza CROI (Conference on Retroviruses and Opportunistic Infections) 2025.
CROI è forse la più importante conferenza scientifica del mondo, non è insolito che i risultati di studi importanti vengano presentati durante questa kermesse. Nonostante i noti problemi, causati dal Governo federale che ha costretto gli organismi federali a cancellare e a non usare determinate parole definite “vietate” (nella foto che segue ne proponiamo alcune decine), la conferenza è riuscita a catalizzare l’usuale attenzione. Come è stato sottolineato, CROi non riceve fondi da organismi federali, semmai il problema che ha dovuto affrontare ha a che vedere con la collaborazione con importanti strutture scientifiche come NIH o CDC ai quali il Governo sta imponendo silenzi, cancellazioni, tagli basati unicamente su posizioni ideologiche quando non su ignoranza grassa (cfr transgender mice).
Nel suo discorso di benvenuto, la presidente della conferenza – Diane V. Havlir University of California San Francisco – ha illustrato i termini della mission di CROI che esiste per supportare la ricerca, investire nella scienza e nella salute pubblica, disseminare i risultati della ricerca e tradurli in pratiche evidence-based con il coinvolgimento della comunità.
Di sicuro la conferenza scientifica non supporta, anzi condanna:
- la censura dei risultati scientifici,
- la presa di mira di ricercatori, dei loro enti, delle comunità di rifermento,
- la cancellazione dei fondi per la ricerca,
- il ritiro improvviso dei programmi di prevenzione e trattamento basati su evidenza scientifica.
Inoltre, la presidente ha chiarito che le linee di investimento scientifico della fondazione che promuove CROI, hanno riguardato:
- la scoperta di HIV
- la patogenesi di HIV
- i trattamenti contro HIV e le sue complicazioni
- l’implementazione della prevenzione del trattamento contro HIV
- le basi per i progressi in altri campi: vaccini, cancro, immunoterapia, terapia genica, epatiti virali e molto altro
ma nessuno topo transgender, sembrava volesse aggiungere (!). Fra le altre cose, la conferenza ha cercato di aggirare i veti imposti ai ricercatori federali, cercando ricercatori alternativi in grado di presentare quei dati che gli scienziati di enti governativi non potevano presentare.
Sforzi che sono stati premiati. Quest’anno i partecipanti sono 3.772 si cui 507 virtuali, in rappresentanza di 69 Paesi. Fra questi è inclusa anche Plus ovviamente. Il 40% degli iscritti proviene da paesi al di fuori degli USA.
1875 gli abstract inviati, 1076 quelli accettati più 94 “late breaker”.

Come già detto CROI è principalmente finanziata dalie quote di registrazione, ma è anche supportate dalle principali multinazionali del farmaco. Con le sue dichiarazioni la presidente della conferenza ha messo ben in chiaro che CROI non si fa intimorire dalle follie del governo federale. Tuttavia sicuramente si è trattato di una difficoltà in più da superare che non aiuta la ricerca.
Le letture magistrali dell’inaugurazione hanno riguardato gli studi sui siti di integrazione di HIV e come hanno portato informazioni sulla patogenesi, la persistenza e la terapia genica dell’HIV. Una presentazione articolata e complicatissima, molto al di la della mia capacità di comprensione. Credo che tutti sappiamo che HIV si integra nel DNA umano. In estrema sintesi, il ricercatore è andato ad esaminare cosa accade dopo.
La seconda lettura è stata tenuta da una rappresentante delle persone con HIV: Rebecca Denison, fra le altre cose, fondatrice di WORLD (women Organized to Respond to Life-threatening Diseases) che ha cercato di evidenziare cosa è cambiato dopo oltre 40 anni di lotta contro HIV, cosa non è cambiato, cosa dovrebbe.
In sintesi ha presentato la tabella che segue:
1990 | 2025 |
“stiamo tutti per morire” | sopravvissuti a lungo termine e sopravvissuti a vita |
Alti dosaggi di AZT in monoterapia ogni 4 ore | ART |
marcatori surrogati: malattia o morte | marcatori surrogati: cascade of care & treatment |
25% di rischio di trasmissione materno-fetale | <1% se accesso ai trattamenti |
Allattamento al seno non consigliato | allattamento al seno consigliato per molti |
Prevenzione = condom | Prevenzione = PrEP, PEP, condom, U=U, long acting iniettivi |
Accesso limitato ai farmaci per PLHIV | USA: Ryan White care act, Maricare, Medicaid |
Oltre 10 anni di ritardo prima che le donne siano coinvolte nella ricerca clinica | LEN inizia dalle donne, anche incinte, focus su consenso informato |
Aborto legale | Aborto illegale in molti Stati |
Invece cosa non è cambiato, secondo la relatrice?
- Stigma, misinformazione, disinformazione
- le determinanti sociali della salute alimentano le disuguaglianze: impatto sproporzionato dell’HIV sulle comunità afro-americane
- donne e altre popolazioni chiave ancora sotto rappresentate nella ricerca
- popolazioni chiave sotto attacco
- la collaborazione fra comunità e ricerca salva delle vite
per poi passare a cosa non dovrebbe cambiare:

- l’impegno globale degli Stati Uniti a porre fine all’HIV entro il 2030
- la tutela contro le discriminazioni sul lavoro, nell’accesso alla casa e ai trattamenti sanitari
- i programmi di assistenza sanitaria
- i diritti civili già esistente (per esempio, il matrimonio fra coppie dello stesso sesso
Purtroppo le news delle ultime settimane vanno nel senso opposto, e conclude con un’immagine evocativa di Hitler che smantellò la democrazia in 53 giorni. “Noi siamo a 48”, chiude l’attivista.

L’ultima relazione è appannaggio di Adeeba Kamarulzaman che si è occupata di drug use e di come il tema di interlaccia con salute pubblica e politica.
Onestamente non una bella relazione, anche a causa dell’emozione della relatrice, che ha descritto i passi in avanti nella lotta contro HIV nella popolazione chiave degli injection drug users (IDU), in particolare nel suo Paese, la Malesia, dove il dato di partenza vedeva una incidenza degli IDU del 70 del totale delle nuove diagnosi. Riesce a far peggio, 83%, solo la Russia ma sappiamo tutti quanto poco siano attenibili i dati russi grazie alle sue leggi discriminatorie.
Inoltre, nonostante le innumerevoli evidenze scientifiche e, di conseguenza, le raccomandazioni internazionali, l’approccio all’uso di sostanze continua ad essere punitivo e coercitivo: il possesso o l’uso è considerato criminale nel 40% dei 94 Paesi dove i dati sono disponili.
L’ultima parte della inaugurazione è stata assegnata al SFGMC, il San Francisco GayMen’s Chorus. Forse il più antico coro gay maschile. A dire la verità, mi stupito il fatto che il direttore del SFGMC ha parlato pressoché solo della lotta contro la discriminazione dovuta a orientamento sessuale o identità di genere. Si saranno resi conto di dove si trovavano?
Sandro Mattioli
Plus aps
Presidente