Finalmente le tante persone che chiedevano quando parte il Corso per volontari del BLQ Checkpoint avranno risposte 🙂 Ecco il calendario del corso. il Corso inizierà sabato 7 ottobre 2017 e terminerà con le giornate di laboratorio residenziale nel week end del 17-19 novembre 2017 per un totale di 46 ore fra aula e laboratorio. Per partecipare è necessario inviare una mail a info@plus-onlus.it indicando: nome e cognome numero cellulare Il corso è certificato dalla Regione Emilia Romagna ed è prevista l’erogazione di crediti formativi, quindi la presenza è obbligatoria per la maggior parte del corso. Ulteriori informazioni in merito verranno fornite personalmente.
Le ore d’aula nella sede di Plus, via San Carlo 42c a Bologna, sono aperte a chiunque voglia approfondire gli argomenti trattati, quindi anche se non vuoi fare il volontari ma ti interessano i temi, sei libero di entrare ed ascoltare. Invece la parte residenziale del corso è riservata a chi vuole fare il volontario.
Laboratorio residenziale su identità sessuale e sierodiscordanza rivolto a MSM HIV+ e HIV-
Ci sono uomini che amano altri uomini. Fanno sesso. Si innamorano. Ci sono uomini che amano uomini che sono sieropositivi. E poi ci sono uomini che amano uomini che sono sieronegativi. E tutto questo è un fatto.
Ma troppo spesso, sia dentro che fuori la comunità lgbtq, ci si dimentica di questo fatto. Si preferisce pensare che siamo tutti ‘sani’, relegando l’HIV in fondo ad un armadio, come un ricordo scomodo, che è meglio non avere davanti agli occhi tutti i giorni.
Invece le persone sieropositive con l’HIV ci fanno i conti ogni giorno. Vedono la loro quotidianità di vita trasformarsi a causa dell’HIV: la terapia, i controlli medici, le conseguenze emotive (ma non solo) di avere ricevuto l’esito di un test con su scritto positivo.
Ma vivere con l’HIV oggi vuol dire solo questo?
Alcune persone sieropositive raccontano ad altri – amici, familiari – qualcosa della propria sieropositività, ma sono tanti quelli che invece raccontano poco o nulla, che magari gestiscono la questione esclusivamente in ospedale, con l’infettivologo, oppure solo con il proprio compagno, se ne hanno uno.
Si nascondono per evitare lo stigma sociale: un tentativo di negoziazione col mondo esterno della migliore qualità di vita possibile per se stessi. Perché ancora oggi, ad oltre 35 anni dalla sua comparsa, l’HIV nell’immaginario collettivo è qualche cosa di spaventoso, cui si associano parole come malattia, contagio, morte…
Ma insomma, ragazzi, sveglia: non sono più gli anni ’80.
Da alcuni anni Plus Onlus realizza laboratori di formazione alla persona, rivolti ad MsM che vivono con HIV, che hanno già visto la partecipazione di oltre 130 uomini omo/bisessuali. Non si tratta di terapia di gruppo, né di gruppi gay per amanti della natura, ma di percorsi di sperimentazione nella relazione con Sé e con l’Altro, finalizzati all’acquisizione di strumenti per ‘inventare il proprio benessere‘ e valorizzare le proprie capacità individuali.
+ o – Diversi rappresenta la nuova frontiera: un nuovo ‘gruppo-di-pari’ composto in egual numero da uomini omo/bisessuali sieropositivi e sieronegativi, che si confrontano sulle proprie similitudini e/o diversità, nella reciproca consapevolezza della pluralità di stati sierologici in gioco.
Un laboratorio originale ed atipico nel panorama lgbtq, nel quale i partecipanti possano sentirsi accolti, sia in quanto uomini-che-fanno-sesso-con-altri-uomini, sia in quanto persone che vivono o meno con HIV. Il gruppo come potente cassa di risonanza, in un luogo accogliente e ‘protetto’, che offra ai partecipanti la certezza che la propria privacy e riservatezza saranno tutelate.
+ o – Diversi è laboratorio esperienziale intensivo, pensato per chi nella propria vita erotico-sentimentale abbia (od abbia avuto) a che fare con il tema della sierodiscordanza: un’occasione per dialogare e conoscere l’altro simile a me (in quanto attratto dagli uomini), ma diverso da me (per stato sierologico).
Lui mi piaceva… Però… Ho deciso che era meglio chiudere… D’ora in poi voglio frequentare solo altri ‘come me’… E se provassi un’altra strategia? – Ciao, sono Paolo e sono sieropositivo. – Ciao, sono Andrea e sono sieronegativo. Ok, siamo sierodiscordanti: To Be Continued vs The End.
Un’occasione per imparare qualche cosa che potrebbe tornare utile domani, con l’amico che ci hanno appena presentato, con il collega di lavoro carino, con quel tipo che mi guarda in discoteca o con il commesso bono: potrebbe essere sieropositivo… o sieronegativo… come me… o diversamente da me…
E forse, dopo due giorni e mezzo passati insieme in un fantastico agriturismo sull’appennino romagnolo, scopriremo che il mondo, più che dividersi fra sieropositivi e sieronegativi, si può organizzare secondo altre priorità!
+ o – Diversi QUANDO: venerdì 13, sabato 14 e domenica 15 ottobre 2017. DOVE: in una struttura attrezzata per gruppi residenziali sull’Appennino romagnolo. COSTO: 50 € a testa. SCADENZA ISCRIZIONI: è possibile iscriversi fino a domenica 1 ottobre 2017. INFO ED ISCRIZIONI: info@plus-onlus.it oppure scarica i moduli allegati. NB: la scheda tecnica va letta con attenzione e la puoi tenere per te. Invece la scheda di iscrizione va compilata in ogni sua parte e inviata a info@plus-onlus.it.
Sabato 1 luglio, in occasione del Bologna Pride, i volontari di Plus Onlus e del RED hanno sfilato con striscioni, magliette e palloncini, facendo conoscere alla cittadinanza la nuova campagna pensata per combattere l’Hiv: Pillole di buon sesso.
Le pillole sono i farmaci antiretrovirali nei loro diversi usi, e la nuova campagna si concentra su due strategie di comprovata efficacia:
TasP è la sigla che indica la “terapia come prevenzione”. Si basa su un concetto semplice: se la quantità di virus in una persona con Hiv è drasticamente ridotta dai farmaci, non si trasmette l’infezione ad altri. Riprendendo lo slogan lanciato da Plus nel 2015: Positivo non infettivo. La TasP aiuta le persone con Hiv a non considerarsi pericolose per gli altri. E chi non ha l’Hiv può comprendere che fare sesso con una persona in TasP è una delle opzioni più sicure per restare negativi!
PrEP sta per “profilassi pre-esposizione”. È un modo perché le persone sieronegative possano ridurre sensibilmente le possibilità di contrarre l’Hiv. Consiste nel prendere quotidianamente una pillola che contiene due farmaci antiretrovirali. In due parole: Negativo non infettabile. In Italia non è ancora distribuita, per questo facciamo informazione: è importante poter accedere a ogni risorsa disponibile contro l’infezione!
Lo scorso dicembre, Plus ha lanciato la campagna Fallo come vuoi, che metteva sullo stesso piano di efficacia, contro l’Hiv, preservativo, TasP e PrEP. Il motivo di una campagna specifica sulle «pillole di buon sesso» è semplice: della TasP si parla ancora troppo poco, malgrado sia una realtà da molti anni. Quanto alla PrEP, implementata con successo in svariati Paesi europei, manca ancora la volontà politica di renderla accessibile in Italia, dove la barriera del prezzo costringe gli interessati a rimediarla per vie illegali, senza supervisione medica.
È ora che l’intera gamma delle risorse disponibili per combattere l’Hiv sia nota a tutti e a portata di tutti. È ora di stringere un patto sociale per invertire i dati epidemiologici e debellare l’epidemia. È ora di usare il buon senso per affrontare un tema, quello dell’Hiv, troppo spesso appannaggio del giornalismo scandalistico e di teorie irrazionali. Al Bologna Pride, Plus Onlus e RED lanciano un appello di buon senso: ricominciare dalle pillole di buon sesso.
Ieri si è tenuta una riunione del Consiglio comunale per discutere del rinnovo della convenzione tra il Comune di Bologna e il BLQ Checkpoint, il centro gestito da Plus onlus in cui viene offerto il test Hiv, Hcv e altri servizi sulla salute sessuale, soprattutto rivolti alla popolazione Lgbt. Alla fine della riunione, l’ordine del giorno a favore del rinnovo, promosso da consiglieri di vari gruppi, è passato con 26 voti favorevoli, tra cui quelli del Movimento 5 stelle e di Umberto Bosco della Lega Nord.
Tuttavia la discussione è avvenuta non senza polemiche: la consigliera comunale di Bologna del Partito democratico Raffaella Santi Casali, in particolare, al termine del suo intervento ha abbandonato l’aula di Palazzo D’Accursio senza votare l’odg a favore del rinnovo, promosso anche dal Pd. Le contrarietà espresse dalla consigliera sono riferite soprattutto al sito internet dell’associazione Plus e del BLQ Checkpoint, su cui sono pubblicati materiali informativi con immagini che fanno riferimento alla sessualità tra maschi.
In realtà la posizione di Santi Casali fa riferimento a un altro odg, collegato a quello principale, presentato dal consigliere di Forza Italia Francesco Sassone (odg poi bocciato) in cui il consigliere, pur riconoscendo che «il servizio offerto dal Blq Checkpoint è utilissimo», chiedeva al Comune di togliere il proprio logo dal sito del centro, come già fatto dalla Regione. A motivare la richiesta del consigliere forzista, il fatto che alcuni contenuti del sito a suo parere «quasi esaltano comportamenti sbagliati come l’assunzione di stupefacenti, senza dire con chiarezza che drogarsi fa male, ma quasi dicendo a chi legge di ‘usare le droghe responsabilmente’». Sassone si dice anche contrariato dal fatto che il sito presenti un link a «un sito di incontri per gay, in cui si legge ‘rimorchiaci su GayRomeo’, e non capisco che funzione istituzionale possa avere una cosa del genere».
Risponde a Sassone la consigliera di Coalizione civica Emily Clancy: «In una città come Bologna, che è al primo posto in Italia per overdose, è da incoscienti non muoversi in un’ottica di prevenzione del danno». È proprio il termine “incosciente” a far scattare la consigliera Pd Santi Casali che, al termine del suo intervento, sbotta: «Per me questo sito è equivoco, a differenza di quello della struttura di Barcellona, e nessuno può darmi dell’incosciente per questo. In ogni caso, ora me ne devo andare, quindi non parteciperò alla votazione» ha detto, abbandonando l’aula.
Un altro compagno di partito, il dem Piergiorgio Licciardello, aggiunge che «i gestori del sito dovrebbero fare una riflessione, perché oggettivamente qualche ambiguità c’è, e il dubbio sul fatto che certi comportamenti non siano proprio censurati viene». Licciardello, tuttavia, conferma il suo voto favorevole al rinnovo della convenzione, mentre si asterrà sull’odg di Sassone.
A sostenere convintamente il rinnovo dalle fila del Partito Democratico si alza Isabella Angiuli, secondo cui «anche se un certo tipo di comunicazione può urtare alcune sensibilità, l’importante è che sia efficace, perché i problemi non si risolvono cercando di impedire certe pratiche». Sulla stessa linea la prima firmataria dell’odg favorevole al rinnovo, la dem Roberta Li Calzi, secondo cui «lasciare le persone sole o dire loro ‘arrangiati’ non significa fare un’informazione incisiva, ma essere indifferenti, e questo un’amministrazione non se lo può permettere».
Alla fine, comunque, oltre all’approvazione dell’odg sul rinnovo della convenzione e la bocciatura dell’odg di Sassone (che incassa, oltre ai due voti scontati dei consiglieri forzisti, solo i consensi di Gian Marco De Biase e Giulio Venturi di Insieme Bologna), si segnala la bocciatura anche di un altro odg presentato da Bosco, che insieme al pentastellato Massimo Bugani chiedeva al Comune di concentrare le risorse comunali per il controllo e la prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili solo sul Blq Checkpoint, per «evitare la frammentazione di competenze e servizi destinati al medesimo target». Anche in questo caso, i voti a favore sono stati solo quattro (tre del M5s oltre a quello di Bosco).
Sulla polemica interviene dalle frequenze di Radio Città del Capo il rappresentante di Plus onlus Stefano Pieralli: «Che in Forza Italia siano scandalizzati per party e foto sessuali è divertente. Ma, al di là di una facile battuta, tutta questa visibilità di foto e atti di orge sessuali non c’è. Ci sono immagini che fanno intendere, che alludono: si mostra qualcosa, ed è diverso che far vedere un’orgia reale. Gli opuscoli in questione mirano alla riduzione del rischio e c’è scritto chiaramente che l’uso di droghe fa male: sono anche stati visti da legali per non correre rischi». L’obiettivo degli opuscoli è di lavorare «alla prevenzione dai rischi di alcune abitudini che sono molto forti nella nostra città e in Italia e stanno arrivando dal nord Europa», come il ChemSex.
«Nell’attività di prevenzione – spiega PIeralli – ci siamo resi conto che il ChemSex, con l’uso di nuove droghe, che sono fuori dal circuito dei Sert e che non vedi in piazza Verdi, porta a pratiche che diffondono il rischio di infezioni a trasmissione sessuale. Quindi ci siamo chiesti come intervenire: abbiamo guardato come si trattano questi temi in Europa, abbiamo preso materiale dal nord Europa e l’abbiamo adattato alla situazione italiana».
Il materiale informativo è destinato a specifici gruppi, spiega il rappresentante di Plus, e vengono distribuiti in discoteca o nei luoghi «dove queste pratiche si fanno o prendono spunto o inizio: in una discoteca, in una festa non puoi dare due fogli scritti, nessuno li prenderebbe in mano quindi ci sono immagini che richiamano l’occhio della persona: si vedono foto di nudo così magari mentre si beve un cocktail al bar e si sta cercando rimorchiare… può essere interessato e allora qualche informazione gli arriva. È – assicura Pieralli – un approccio scientifico e chi si occupa di comunicazione consiglia questo».
In merito alle perplessità manifestate da alcuni consiglieri Pd tra cui Raffaella Santi Casali, Pieralli invita al dialogo: «Noi siamo pronti a dialogare e a confrontarci con voi sulla base di dati scientifici e epidemiologici al di fuori di ogni ideologizzazione, perché la salute sessuale della comunità cittadina bolognese – Lgbt e non – merita un salto di qualità e un dialogo sereno e competente».
Plus onlus lancia un breve sondaggio sulla PrEP, composto da sole sette domande, rivolto a uomini gay o altri maschi che fanno sesso con maschi e donne transgender senza HIV residenti in Emilia-Romagna. Il sondaggio vuole indagare la loro intenzione di utilizzare la PrEP nel caso fosse resa disponibile gratuitamente dalle autorità regionali.
Che cos’è la PrEP? Alcune ricerche hanno dimostrato che un farmaco, normalmente utilizzato per il trattamento dell’HIV, ha anche un’azione efficace di protezione contro l’infezione stessa, quando assunto con certe modalità dalle persone senza HIV. Questa strategia di prevenzione dell’infezione da HIV si chiama PrEP.
A chi potrebbe servire? Il farmaco potrebbe in futuro essere disponibile gratuitamente per alcune persone a rischio di infettarsi con l’HIV: ad esempio, chi ha spesso rapporti non protetti con partner diversi, chi ha difficoltà a usare il preservativo e quindi, in generale, non lo usa, ecc…
Da sapere Ci sono pro e contro in questa strategia di prevenzione, visto che si tratta di assumere un farmaco. Tuttavia, non è sbagliato dire che in generale il farmaco è ben tollerato, di facile assunzione e, soprattutto, come già detto, la strategia è efficace.
Perché questo questionario? Al momento il farmaco è disponibile nel nostro paese a un costo elevato per il cittadino, tale da rendere la strategia di fatto non utilizzata. Questo questionario ha la finalità di comprendere in modo approssimativo, e senza alcuna pretesa di precisione scientifica, l’eventuale bisogno dei maschi che fanno sesso con maschi e delle donne transgender in merito alla Profilassi Pre-esposizione in HIV (PrEP). In poche parole, ti chiediamo di rispondere al questionario per comprendere, in caso in cui il farmaco fosse gratuito, se 1) tu saresti un possibile candidato (in base ai tuoi comportamenti), 2) se lo assumeresti e 3) Dove ti piacerebbe rivolgerti per avere accesso a questa strategia.
Attenzione: l’indagine è anonima e limitata, al momento, solo a residenti in Emilia-Romagna.
Il Blq Checkpoint annuncia di dover interrompere la somministrazione del vaccino anti-epatite A per via delle forniture insufficienti.
Plus onlus, che gestisce le attività del Checkpoint, spiega che la situazione non dipende dalla propria volontà: in tutta Italia è in corso una campagna di vaccinazioni, stimolata da un picco epidemico di epatite A tra maschi omosessuali e bisessuali; anche al Checkpoint, sono stati tantissimi gli uomini che hanno effettuato la prima vaccinazione, talmente tanti da aver esaurito le forniture di kit vaccinali che le autorità sanitarie sono in grado di mettere a disposizione del Checkpoint. Dal momento che in tutta Italia si registrano forniture insufficienti per la campagna di vaccinazioni in atto, Plus sta verificando con le autorità sanitarie la capacità delle case produttrici di assicurare la copertura dell’iniziativa.
La voce di Plus è stata tra le prime a segnalare mesi fa presso la comunità dei maschi che fanno sesso con maschi l’alto rischio di contagio per epatite A, già noto all’estero e ora realtà anche in Italia. In marzo ha diffuso un volantino informativo steso di comune accordo col servizio sanitario regionale dell’Emilia-Romagna. L’avvio delle procedure di vaccinazione al Blq Checkpoint risale a metà aprile e ha registrato un’affluenza notevole: chi va al Checkpoint per fare il test dell’hiv e dell’hcv si ferma spesso anche per farsi somministrare da un medico la prima delle due dosi vaccinali.
Da oggi 30 maggio il Blq Checkpoint non raccoglie più prenotazioni per i vaccini, nell’impossibilità di assicurare le forniture richieste. Plus onlus considera molto preoccupante non poter continuare a offrire accesso alla vaccinazione anti-epatite A alle persone a rischio, peraltro nel pieno di una epidemia che conta più di 1000 casi l’anno (dieci volte quelli abituali). Mentre Plus lavora perché la situazione si sblocchi, al Blq Checkpoint si prosegue con i test hiv e dell’epatite C.
La Regione E-R prende le distanze dal sito del BLQ Checkpoint PLUS chiede un chiarimento.
La Regione Emilia-Romagna ha chiesto e ottenuto che il proprio logo venisse eliminato dal sito del BLQ Checkpoint, dove ha campeggiato per un anno e mezzo, cioè da quel settembre 2015 che ha visto l’apertura del centro. La Regione ha tuttavia specificato che il supporto al progetto di prevenzione resta.
Il presidente di Plus Onlus Sandro Mattioli ha ottemperato alla richiesta con «amarezza, profonda amarezza. Difficile non vedere in questo gesto una scarsa considerazione per il lavoro che svolgiamo, spesso sopperendo a mancanze strutturali nell’ambito della prevenzione. Un lavoro su base volontaria e costantemente sul pezzo, che sta raccogliendo consensi anche al di fuori dell’Italia».
La Regione non ha esplicitato il motivo della richiesta, né se essa è collegata all’interrogazione di Galeazzo Bignami circa le immagini dell’opuscolo Capire il chemsex (2016) e al seguente interessamento della Lega Nord, conclusosi con un comunicato che riconosce a Plus e al Checkpoint l’intento di informare, non certo di di incoraggiare determinate pratiche.
Fin dalla pubblicazione dell’opuscolo Sesso gay positivo (2014), Plus diffonde contenuti immediatamente riconoscibili per la sua popolazione di riferimento – la comunità LGBT+ – e crede nell’approccio noto come riduzione del danno. Non è con messaggi criptici o condanne savonaroliane che si risolvono tempestivamente gli allarmi legati a un campo cruciale come quello della salute. Allarmi, come dimostra il recente picco di epatite A tra i maschi gay, che vanno affrontati di petto e a chiare lettere.
Lo scorso dicembre l’ECDC, European Center for Disease Control, segnalò un incremento di casi di Epatite A fra i maschi che fanno sesso con maschi (MsM). A seguire, la segnalazione è stata ripresa dall’Istituto Superiore di Sanità e poi dalla Regione Emilia Romagna che, a sua volta, ha allertato anche Plus. Niente di nuovo, questi picchi sono periodici nella nostra regione e, con ogni probabilità, sono dovuti da una parte a pratiche sessuali quali in rimming, fingering ecc., dall’altra alla non conoscenza dell’esistenza di un vaccino di vecchia data che è perfettamente in grado di evitare il propagarsi del contagio alla radice.
Plus ha risposto alla call della Regione rimettendo in circolazione il volantino epatite A (clicca per scaricarlo), che è stato realizzato in collaborazione la dott.ssa Gianninoni del settore salute pubblica dell’Azienda Sanitaria di Bologna, il dott. Francia e con l’avvallo del direttore sanitario dott. Fioritti. Dal 13 aprile è possibile effettuare il vaccino in comunità al BLQ Checkpoint, così come è già possibile effettuare i test per HIV e HCV. Martedì o Giovedì dalle 18 alle 21 (ultimo accesso 20,30) su prenotazione chiamando il nr. 0514211857 nei giorni e orari di apertura, oppure via e-mail: prenota@blqcheckpoint.it. Il BLQ Checkpoint si trova in via San Carlo 42C a Bologna.
Cito molto volentieri l’intervento di questi operatori sanitari perché, per la prima volta, possiamo vedere un messaggio istituzionale rivolto ad una popolazione specifica (maschi gay e bisessuali), con l’utilizzo di un linguaggio grafico vicino a quello della popolazione target.
Plus non può che ringraziare gli attori istituzionali che hanno consentito la realizzazione di questo opuscolo mirato, perché hanno dimostrato una seria volontà politica di incidere nella lotta contro il diffonderti delle infezioni trasmissibili attraverso le pratiche sessuali sopra citate, laddove molti altri si sono limitati a generici warning.
È convocata l’Assemblea Generale dei Soci e delle Socie di Plus Onlus Associazione Italiana di persone LGBT sieropositive, per il giorno 9 aprile 2017 alle ore 7:00 in prima convocazione e, in seconda convocazione, per il giorno:
9 aprile 2017 alle ore 18:00 presso la sede dell’associazione Plus Onlus in via San Carlo, 42C Bologna
in seduta straordinaria per discutere e deliberare sul seguente Ordine del Giorno: 1.Situazione pazienti Ospedale Maggiore: iniziative; 2.Iniziative Pride; 3.Nuovo mercoledì positivo: “AperitHIVo”; 4.Varie ed eventuali;
In data 16 marzo il quotidiano diretto da Alessandro Sallusti ha fatto da sponda a una recente interrogazione del consigliere regionale emiliano-romagnolo di Forza Italia Galeazzo Bignami, interrogazione tutta centrata sul Blq Checkpoint e sulla liceità dei contributi versati dalla Regione negli anni 2014 e 2015 per realizzare il progetto stesso del centro. Nel mirino, il sito del Checkpoint e in particolare le immagini dell’opuscolo Capire il Chemsex.
Non è la prima volta che Plus, in qualità di associazione ideatrice e gestrice del Checkpoint, si trova a dover rispondere a un attacco del genere. È già successo pochi mesi fa, sotto Natale, da parte della Lega bolognese – con la quale peraltro c’è stato un chiarimento che ha tolto ogni dubbio di «immoralità» dagli occhi dei nostri detrattori.
Ripetiamo in questo frangente quanto già spiegato alla Lega Nord. Il nostro approccio alla prevenzione è la cosiddetta riduzione del rischio, il che significa che non promuoviamo pratiche sessuali o stili di vita di sorta, bensì ci limitiamo a prenderle in considerazione – quali realtà diffuse – cercando di fornire alla nostra utenza tutti gli strumenti indispensabili per compiere decisioni informate. L’obiettivo ultimo è ridurre le nuove infezioni, che spesso si verificano proprio nei contesti che tanto indignano il consigliere Bignami.
Approcci diversi dalla riduzione del rischio, magari basati su una comunicazione ellittica, minacciosa o moralistica, non hanno mai dimostrato alcuna efficacia. Speriamo quindi che anche «Il Giornale» comprenda come si fa prevenzione primaria al giorno d’oggi. E se ce ne desse la possibilità, saremmo ben lieti di replicare sulle sue pagine all’articolo di Francesco Curridori.