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La Settimana Europea per il Test HIV in Italia: una occasione per la diagnosi e la prevenzione

autori: Corbelli GM1,2, Lelleri R1, Albertini E3, Campisi F4, Cerioli A5, Farinella M6, Gasbarrini N7, Lichtner M8, Oldrini M9, Orchi N10, Patrucco S11, Poli M12, Sfara C13

affiliazioni: 1 Plus onlus, 2 European AIDS Treatment Group, 3 Omphalos Arcigay Arcilesbica Perugia, 4 LILA Catania, 5 LILA Nazionale, 6 Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli, 7 Fondazione Villa Maraini onlus, 8 Università Sapienza/Ospedale SM Goretti, 9 LILA Milano, 10 Istituto Nazionale Malattie Infettive “L. Spallanzani” – Roma, 11 Arcobaleno Aids, 12 LILA Trentino, 13 Anlaids onlus

Background: A novembre 2013, HIV in Europe ha lanciato la prima Settimana Europea per il Test HIV: diverse organizzazioni italiane hanno aderito. Abbiamo raccolto i dati da 9 organizzazioni che hanno offerto il test rapido per l’HIV in Italia in occasione della iniziativa europea, per valutare le caratteristiche degli utenti, gli atteggiamenti rispetto al test e i modi per incrementare le occasioni di test HIV.
Risultati: Le iniziative di 9 organizzazioni (Omphalos Arcigay Arcilesbica Perugia e Anlaids AA, Arcobaleno Aids AR, INMI “L. Spallanzani” Roma IS, LILA Milano LM, LILA Trentino LT, LILA Catania LC, Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli MM, Plus PL, Università Sapienza/Ospedale SM Goretti SG, Fondazione Villa Maraini VM) si sono svolte in totale in 40 giornate corrispondenti a 165,5 ore. La durata di ciascuna iniziativa varia da un giorno (AA,AR) a 8 giorni (PL). La maggior parte delle organizzazioni hanno svolto la propria iniziativa in un solo luogo tranne alcune che hanno coinvolto due luoghi (MM) o 3 (SM). Il test HIV è stato offerto in 5 sedi di associazioni (AA, LC, LM, LT, PL), 4 piazze (AR, SM), 3 scuole (SM), 2 locali gay (MM), 1 università (VM), 1 ospedale (IS). Le iniziative erano dirette alla popolazione generale (AR, SM, IS, LC, LT), alle persone LGBT (MM, LM, AA, PL), ai giovani (LM, VM) e a sex workers (LT). È stato effettuato un numero totale di test HIV pari a 866 corrispondenti a una media di 5,2 test all’ora. Gli utenti erano prevalentemente uomini (60,5%, range 39,0%-88,9%), di età 20-29 anni (46,1%, range 32,9%-71,9%) o 30-39 (26,1%, range 13,4%-39,0%); più di metà era eterosessuale (61,1%, range 22,2%-100,0%) e un terzo MSM (25,7%, range 0,0%-79,4%); nove su dieci erano italiani (89,3%, range 65,7%-100,0%), pochi provenienti da paesi UE (3,8%, range 0,0%-14,3%) e qualcuno da paesi extra-UE (6,1%, range 0,0%-20,0%). Il 38,0% era occupato, il 30,8% studenti. Metà degli utenti (50,3%, range 24,3%-82,9%) non aveva mai fatto un test HIV prima; tra coloro a cui è stato chiesto (n=598), il 27,2% (range 0,0%-99,0%) ha riferito che questo era il primo test rapido HIV. In tutto 11 persone (1,3%, range 0,0%-6,1%) hanno avuto un risultato reattivo. Tutte loro hanno ricevuto un test di conferma con risultato positivo e tutti sono stati messi in contatto con le strutture di cura.
Conclusioni: Gli eventi sono stati considerati utili e di successo da tutte le organizzazioni; tutte loro intendono replicare simili iniziative in futuro; in alcuni casi desiderano stabilire un servizio di offerta del test HIV più continuativo. Il numero degli utenti mostra che l’iniziativa è stata considerata utile anche dal pubblico. La Settimana Europea del Test HIV in Italia è stata anche un’altra buona occasione per implementare i servizi di prevenzione e counselling sull’HIV in contesti insoliti: l’impiego di test rapidi si conferma essere una occasione per fornire informazioni e test in una unica sessione, sia a coloro che si sottopongono al test ripetutamente sia a chi non ha mai fatto il test. Individuare meglio l’utenza di riferimento potrebbe aiutare a ottenere una proporzione maggiore di risultati reattivi. Sarebbe anche necessario in simili eventi futuri uno sforzo più coordinato per ottenere dati di migliore qualità e focalizzarsi meglio sugli obiettivi più importanti.

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The European HIV Testing Week in Italy: an opportunity for diagnosis and prevention

authors: Corbelli GM1,2, Lelleri R1, Albertini E3, Campisi F4, Cerioli A5, Farinella M6, Gasbarrini N7, Lichtner M8, Oldrini M9, Orchi N10, Patrucco S11, Poli M12, Sfara C13

affiliations: 1 Plus onlus, 2 European AIDS Treatment Group, 3 Omphalos Arcigay Arcilesbica Perugia, 4 LILA Catania, 5 LILA Nazionale, 6 Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli, 7 Fondazione Villa Maraini onlus, 8 Università Sapienza/Ospedale SM Goretti, 9 LILA Milano, 10 Istituto Nazionale Malattie Infettive “L. Spallanzani” – Roma, 11 Arcobaleno Aids, 12 LILA Trentino, 13 Anlaids onlus

Background: In November 2013, HIV in Europe launched the first European HIV Testing Week; several Italian organizations joined. We collected data from 9 organizations that offered rapid HIV testing in Italy as part of the European initiative, to evaluate characteristics of users, testing attitudes and way to improve HIV test opportunities.
Results: The initiatives of the 9 organizations (Omphalos Arcigay Arcilesbica Perugia and Anlaids AA, Arcobaleno Aids AR, INMI “L. Spallanzani” Roma IS, LILA Milano LM, LILA Trentino LT, LILA Catania LC, Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli MM, Plus PL, Università Sapienza/Ospedale SM Goretti SG, Fondazione Villa Maraini VM) were held totally in 40 days corresponding to 165.5 hours. The duration of each initiative varied from 1 day (AA, AR) to 8 days (PL). Most organizations held their initiative in one place except some which were displaced in 2 locations (MM) or 3 (SM). HIV testing was offered in 5 organizations headquarters (AA, LC, LM, LT, PL), 4 public places (AR, SM), 3 schools (SM), 2 gay venues (MM), 1 university (VM), 1 hospital (IS). The initiatives were directed to the general population (AR, SM, IS, LC, LT), LGBT people (MM, LM, AA, PL), youth (LM, VM) and sex workers (LT). A total number of 866 HIV tests were performed: they correspond to a median of 5.2 tests per hour. The users were mostly men (60.5%, range 39.0%-88.9%), aged 20-29 (46.1%, range 32.9%-71.9%) or 30-39 (26.1%, range 13.4%-39.0%); more than a half was heterosexual (61.1%, range 22.2%-100.0%) and one third MSM (25.7%, range 0.0%-79.4%); nine out of ten were Italian (89.3%, range 65.7%-100.0%), some from other UE countries (3.8%, range 0.0%-14.3%) and some from extra-UE countries (6.1%, range 0.0%-20.0%). 38.0% of them was occupied, 30.8% students. One half of the users (50.3%, range 24.3%-82.9%) never had an HIV test before; among those who were asked about it (n=598), 27.2% (range 0.0%-99.0%) said this was their first rapid test. Overall 11 people (1.3%, range 0.0%-6.1%) had a reactive result. All of them received a positive result from the confirmation essays and all of them were linked to care.
Conclusions: The events were seen as useful and successful from all the organizations; all of them wish to replicate similar initiatives in the future; in some cases they want to establish a more continuos HIV testing service. The number of users shows that it was considered useful from the public too. The European HIV Testing Week in Italy was also another good opportunity to implement HIV prevention and counseling services in unusual contexts: the use of rapid tests confirms to be an opportunity to give informations and test in a single session, both to repeat testers and to those who never tested. A more targeted audience could contribute to a higher proportion of reactive results. A more coordinated effort will be needed in future similar events to get better quality data and to better focus on the most important objectives.

Abstract presented at:

  • 6th Italian Conference on AIDS and Retroviruses ICAR” • Sheraton Conference Centre, Roma, 25-27 maggio 2014 – Abstract OC82 presented as an oral communication at the session “Community Based Studies” – Download the abstract here; Download the conference program here
  • HepHIV 2014 Conference: HIV and Viral Hepatitis: Challenges of Timely Testing and Care” • Crown Plaza Barcelona – Fira Center, Spain, 5-7 October 2014 – Abstract P05/04 presented as a poster at the Poster category 5: “Alternative Approaches” – Download the conference program here

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USERESTI LA PREP? RISULTATI DA UN SONDAGGIO NAZIONALE TRA GLI MSM IN ITALIA

G.M. Corbelli1,2, M. Breveglieri1,3, S. Mattioli4, M. Degli Esposti4, J. Mastellari4, S. Pieralli4

1 Plus Onlus, Roma, Italia, 2 European AIDS Treatment Group, Bruxelles, Belgio, 3 Arcigay, Bologna, Italia, 4 Plus Onlus, Bologna, Italia

Obiettivo: Valutare l’attuale conoscenza e le intenzioni di utilizzo futuro della profilassi pre-esposizione (PrEP) tra i maschi che fanno sesso con maschi (MSM) in Italia e indagare come l’uso della PrEP potrebbe influenzare il comportamento sessuale degli MSM.
Metodi: Sondaggio via internet auto-somministrato da 503 MSM tra febbraio e marzo 2013
Risultati: La maggior parte dei partecipanti erano sessualmente attivi ma più della metà di loro (53,48%) non aveva mai sentito parlare della PrEP. PrEP è accettabile per il 64,41% dei partecipanti; il 48,51% la userebbe solo sotto controllo medico e il 15,90% persino senza; PrEP è ancora più accettabile tra coloro che non ne avevano mai sentito parlare (67,66% contro 60,00% tra coloro che conoscevano la PrEP, p=0.019).
Tra coloro che non userebbero la PrEP e non sanno se la userebbero (rispettivamente il 17,69% e il 17,89%), più della metà è preoccupato dalla sua affidabilità (29,05% non pensa sia affidabile per niente e il 26,26% non sa quanto sia affidabile), con coloro che erano già informati sulla PrEP più propensi a pensare che non sia affidabile per niente (35,56% contro 21,84%, p=0.007). Il 45,25% di coloro che non userebbero la PrEP pensa che essa dovrebbe essere disponibile per altre persone; il 33,52% pensa che non dovrebbe essere disponibile perché porterebbe a un minore utilizzo del preservativo.
Tra coloro che userebbero la PrEP, il 53,70% preferirebbe una strategia intermittente; il 59,57% farebbe sesso con la stessa frequenza con cui lo fa ora; il 29,01% cambierebbe l’utilizzo del preservativo mentre gli altri continuerebbero a usare il preservativo “sempre”, “quasi sempre” o “mai o quasi mai” (37,35%, 17,90% e 11,42% rispettivamente).
Conclusioni: Servono maggiori informazioni e metodi di impiego più semplici per la profilassi pre-esposizione per rispondere ai bisogni degli MSM. Per molti partecipanti la PrEP sembra essere un metodo di prevenzione accettabile e non userebbero i preservativi meno frequentemente.

English version

Would you use PrEP? Results from a national survey among MSM in Italy

authors: Corbelli G.M.1,2, Breveglieri M.1,3, Mattioli S.1, Degli Esposti M.1, Mastellari J.1, Pieralli S.1

affiliations: 1Plus onlus, 2European AIDS Treatment Group, 3Arcigay.

Objective To assess current knowledge and intended future use of pre-exposure prophylaxis (PrEP) among men who have sex with men (MSM) in Italy and investigating how PrEP use could affect the sexual behaviour of MSM.
Methods Self-administered web-based survey of 503 MSM on February and March 2013.
Results Most of responders were sexually active but more than half of them (53,48%) never heard about PrEP. PrEP is acceptable for 64,41% of all the responders; 48,51% would use it only with medical control and 15,90% even without; PrEP is even more interesting for those who did not hear about it (67,66% vs 60,00% among those who knew about PrEP, p=0.019).

Among those who would not use PrEP or do not know whether they would use it (respectively 17,69% and 17,89%), more than one half is concerned about its reliability (29,05% do not think it is reliable at all and 26,26% do not know how reliable it is), with people already informed about PrEP more likely to think it is not reliable at all (35,56% vs 21,84%, p=0.007). 45,25% of those who would not take PrEP thinks it should be available for other people; 33,52% think it should not be available because it would lead to lower condom use.
Among those who would use PrEP, 53,70% would prefer an intermittent strategy; 59,57% would have sex with the same frequency they have now; 29,01% would change his condom use while the others would continue to “always”, “almost always” or “never or almost never” use condoms (37,35%, 17,90% and 11,42% respectively).
Conclusions More information is needed and more effective and easy-to-use methods for pre-exposure prophylaxis are needed to meet MSM needs. For many responders PrEP seems to be an acceptable prevention method and they would not use less frequently condoms.

Abstract presented at:

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Link all’articolo sulla seconda versione della ricerca realizzata nel 2015

Si è tenuto il 26-27 ottobre e il 2-3 novembre 2013 il Corso di formazione per operatori del numero verde Plus 800 586992. Al corso hanno partecipato circa 15 persone provenienti da varie zone d’Italia.

Di seguito il programma del corso con i link alle presentazioni dei docenti.

sabato 26 ottobre
11:00 – 11:30Introduzione al corso e presentazioni
Sandro Mattioli
Giulio Maria Corbelli 111:30 – 13:00
L’infezione da HIV, terapia e trasmissione
Giulio Maria Corbelli
Alessandra Giovagnoli14:30 – 18:30
La relazione positiva
Alessandra Giovagnoli
domenica 27 ottobre
Giulio Maria Corbelli 211:00 – 12:00
Tecniche diagnostiche per l’infezione da HIV
Giulio M. Corbelli
Matteo Schwarz12:00 – 13:00
L’HIV nell’ordinamento giuridico
Matteo Schwarz
Alessandra Giovagnoli14:30 – 18:30
L’ascolto empatico: tecniche di base del counseling
Alessandra Giovagnoli
sabato 02 novembre
 DAntuono11:00 – 13:00
Le malattie a trasmissione sessuale
Antonietta D’Antuono
Alessandra Giovagnoli14:30 – 18:30
Le quattro fasi del counseling telefonico
Alessandra Giovagnoli
domenica 03 novembre
11:00 – 13:00
Quando iniziare la terapia antiretrovirale
Marco Borderi
Alessandra Giovagnoli14:30 – 18:30
Tecniche di comunicazione scritta
Alessandra Giovagnoli

TasP statement consultation

Cari amici e colleghi che vivono con l’HIV o colpiti dall’HIV, attivisti per la prevenzione e il trattamento, e tutti voi che lavorate nel campo dell’HIV e della salute sessuale:

In questa pagina vi invitiamo a commentare e contribuire a redigere la proposta di dichiarazione di consenso della community sull’uso della terapia antiretrovirale per ridurre la trasmissione dell’HIV (TasP, ‘treatment as prevention’ o ‘terapia come prevenzione’) in Europa.

Questa dichiarazione è stata coordinata congiuntamente da NAM e dallo European AIDS Treatment Group (EATG). Ci auguriamo che questa consultazione produca una dichiarazione ampiamente supportata dalla community.

Negli ultimi due anni, alcuni studi hanno dimostrato che dare la terapia antiretrovirale (ART) a persone con HIV non è solo salvavita ma può anche ridurre drasticamente il rischio che trasmettano l’HIV. Nel caso del sesso vaginale la ART riduce questo rischio di almeno venti volte e forse totalmente. Ciò è stato presentato come un passo verso la fine dell’epidemia di HIV.

Da quel momento sono state sollevate molte questioni politiche ed economiche su come implementare il trattamento come prevenzione efficacemente e in maniera giusta, mentre bisogna ancora colmare qualche lacuna nelle conoscenze scientifiche per ottenere il massimo da questa strategia.

Questa nuova dichiarazione di consenso della community cerca di mettere insieme aree di discussione e di disaccordo e di strutturarle in una sequenza di obiettivi per la mobilitazione della community.

Una dichiarazione della community non può essere scritta senza un ampio coinvolgimento delle comunità per conto delle quali aspira a parlare, perciò siete pregati di usare questa pagina per commentare la dichiarazione. Basta scaricare la dichiarazione e usare il box in fondo alla pagina dedicata su aidsmap.com per i vostri feedback (possibilmente in inglese; per chi non possa commentare in inglese, potete lasciare un commento in fondo a questa pagina e cercheremo di tradurlo).

La dichiarazione è disponibile anche in inglese, francese e russo.

Siete anche pregati di condividerla con i vostri contatti in modo che anch’essi possano commentarla.

Con i migliori saluti,
Gus Cairns, NAM, e Brian West, EATG
Per conto di EATG, NAM e il gruppo di redazione della dichiarazione.

Documento politico Catania Pride 2013 – Festa dell’Orgoglio Omosessuale e Transessuale

Un Pride in Plus

Io combatto HIV, non le persone con HIV
campagna Plus Onlus

Proteggiti, semplicemente
campagna Lila

A che punto siamo?

Molti passi avanti sono stati fatti, dagli altri Paesi; noi, tutto sommato, siamo al solito punto.

Il teatro su cui si svolge il nostro agire quotidiano – di singole persone LGBTQ e di associazioni – porta in sé i caratteri non mutati della crisi che ci colpisce ormai da troppo tempo: crisi economica, certo, ma anche crisi di idee, di sentimenti, di desideri.

Il rischio dell’atomizzazione individuale si è trasformato in una amara realtà in cui non ci si riconosce più vicendevolmente e dove le lotte di ciascun* sono migliori di quelle di chiunque altr*. Abbiamo paura di pronunciare il nostro desiderio: per una vita differente, per un amore rivoluzionario (dove rivoluzione non è contestazione di dogmi per istituirne altri, ma espressione di libertà), per un corpo in salute e rispettato comunque si manifesti e non per la sua aderenza a modelli canonici pretesi come assoluti, per la fruizione di diritti (che è il diritto di averli e di poterne pensare ancora altri), insomma per autodeterminarsi in piena autentica libertà.

Il Movimento LGBTQ, in tale contesto di smarrimento non può e non deve più puntare solo e soltanto sul tema dei diritti. Non ha senso il diritto al matrimonio se prima di tutto non c’è la possibilità di sostenere anche economicamente il progetto d’amore che accoglie in sé la complessa specificità dell’altr*, come coppia o terzetto, quartetto o altro ancora; non c’è matrimonio, unione civile o incivile senza lavoro, senza la libertà di non cedere al ricatto di una vita economicamente difficile. Non c’è matrimonio o altra forma di riconoscimento affettivo senza un luogo dell’abitare che sia civile, ben amministrato, rispettoso dell’alterità a dimensione degli esseri viventi che lo popolano – umani e non umani. 

Le Associazioni LGBTQ non possono più affrontare le specificità delle loro politiche considerandole chiuse in monadi non comunicanti con l’esterno. Il mondo è un continuo fluire tra dentro e fuori i corpi sociali che lo abitano; opporre resistenze e chiusure impedisce la crescita politica e consapevole di ciascun*. L’espressione di libertà e il riconoscimento di diritti di qualunque microcosmo apre orizzonti più ampi. Tuttavia, dei nostri temi se non ne parliamo noi non lo fa nessuno. Pertanto se è verissimo che viviamo sulla terra con gli altri, serve sottolineare il fatto che il mondo del lavoro, per esempio, è composto anche da omosessuali e transessuali che hanno esistenze diverse delle quali i contratti devono tenere conto. È del tutto evidente che questo non deve significare chiuderci in ghetti, ma neppure lasciare annacquare i nostri temi e le nostre peculiarità nel mare magnum della maggioranza o, peggio, della normalizzazione.

Il Catania Pride 2013 – Festa dell’Orgoglio Omosessuale e Transessuale è affermazione, autodeterminazione, rivendicazione, visibilità, persino provocazione, perché le idee devono essere provocate!

Il Catania Pride 2013 – Festa dell’Orgoglio Omosessuale e Transessuale è uno strumento politico proprio del Movimento LGBTQ il che significa che da Esso viene prodotto. Tuttavia, in linea con i desideri di inclusività e arricchimento con l’alterità propri del nostro pensiero, il Pride è un dono per tutt* coloro che si riconoscono nel pensiero dell’autodeterminazione, della lotta al patriarcato (in tutte le sue forme, dalle dittature, ai fascismi, al maschilismo, all’odioso femminicidio), della liberazione dei corpi.

Il Catania Pride 2013 – Festa dell’Orgoglio Omosessuale e Transessuale da quest’anno sarà un Pride tematico. Un Pride Gay, Lesbico, Bisessuale, Transessuale, Queer e tematico e noi siamo particolarmente orgoglios* dell’appartenenza di questo Pride alla Festa che identifica questa casa come la nostra casa nella quale sono tutt* invitat* senza esclusioni di sorta.

Quest’anno vogliamo dare voce e visibilità a coloro cui fino a oggi è stato assegnato un ruolo marginale nelle lotte di rivendicazione e nelle politiche attive del Movimento: le persone HIV+.

Vogliamo mettere in evidenza un tema fondamentale come quello della salute che non viene sufficientemente trattato – o per nulla considerato! – nei programmi elettorali.

Parlare di corpi liberati e autodeterminati senza parlare di salute è come voler procedere su un carro privo di ruote. Un corpo liberato è un corpo non marginalizzato né discriminato non solo per il proprio orientamento sessuale, la propria identità di genere o il proprio genere, ma anche per la propria condizione di salute.

Vogliamo e dobbiamo combattere giorno per giorno, attraverso le politiche della prevenzione, il fenomeno di HIV (nel territorio di Catania l’incidenza annua è di 3,2 nuovi casi di persone HIV+, su 100.000 abitanti), ma dobbiamo combattere anche l’esclusione, lo stigma e l’emarginazione sociale che le persone HIV+ subiscono anche all’interno della nostra comunità.

Per questo, il Catania Pride 2013 – Festa dell’Orgoglio Omosessuale e Transessuale di quest’anno è promosso insieme a PLUS-onlus e a LILA Catania.

Quest’anno il nostro Pride sarà un Pride in Plus.

Di tutti gli altri aspetti rivendicativi, ci limitiamo a dire che vogliamo il mondo.
[E io voglio essere il primo gay su Marte!]

COMITATO TERRITORIALE ARCIGAY CATANIA, ENNA E CALTANISSETTA
PLUS-ONLUS
LILA CATANIA
COMITATO TERRITORIALE ARCIGAY PALERMO E TRAPANI
COMITATO TERRITORIALE ARCIGAY SIRACUSA
COMITATO TERRITORIALE ARCIGAY RAGUSA
COMITATO TERRITORIALE ARCIGAY AGRIGENTO
COMITATO TERRITORIALE ARCIGAY REGGIO CALABRIA
COMITATO TERRITORIALE ARCIGAY CATANZARO
KALON LGBTQE

Amnesty International – Sezione Italia

LA CONGIURA DEL SILENZIO

Rompere la paura e l’isolamento: violazione dei diritti umani nei confronti delle persone che presentano una condizione reale o presunta di HIV/AIDS

a cura di Carlo Scorvino

Amnesty International è un’associazione con più di 50 anni che ha l’obiettivo di occuparsi della discriminazione e della difesa dei diritti umani nel mondo.

Questo opuscolo scritto da Carlo Scovino in collaborazione con il Comune di Milano e con esperti medici e sociali del settore si occupa di indagare quali sono state a livello internazionale le principali discriminazioni anche da parte delle Istituzioni che hanno dovuto subire le persone sieropositive o con AIDS.

La brochure è stata scritta nel 2000 ma purtroppo è ancora molto attuale dal punto di vista dei contenuti.
All’interno si può trovare un utile glossario dei termini tecnici.

CLICCA QUI O SULL’IMMAGINE DI COPERTINA PER SCARICARE IL LIBRO IN FORMATO PDF

È Plus onlus, network di persone lgbt sieropositive, a lanciare a Bologna la prima settimana di offerta del test Hiv salivare a risposta rapida, nell’ambito di una campagna nazionale per offrire una opportunità in più per conoscere il proprio stato sierologico. Da lunedì 18 a venerdì 22 marzo dalle 18 alle 22 e sabato 23 marzo dalle 10.00 alle 14.00 nella sede dell’associazione, in via Polese 15 a Bologna, personale medico del Dipartimento di Malattie Infettive del Policlinico S. Orsola-Malpighi diretto dal Prof. Pierluigi Viale affiancherà i volontari di Plus per offrire a tutti coloro che lo desiderano il test Hiv salivare affidabile, sicuro e in grado di offrire una risposta in 20 minuti.

Plus onlus è la prima organizzazione nata in Italia per mettere in rete le persone lesbiche, gay, bisex e trans (lgbt) sieropositive ed ha, tra i propri obiettivi, quello di diffondere una cultura della prevenzione dell’infezione da Hiv e delle altre malattie a trasmissione sessuale, soprattutto tra le persone che vivono più frequentemente situazioni a rischio. Per questo ha aderito alla campagna nazionale “Test Hiv a risposta rapida” promosso dalla Consulta delle associazioni di lotta all’Aids presso il Ministero della Salute che utilizza un test salivare che in soli 20 minuti, senza il prelievo di sangue, offre un esito con una percentuale altissima di affidabilità. Si tratta di un semplice stick che viene passato per pochi secondi sulle gengive, come fosse uno spazzolino da denti. Viene quindi immerso in una soluzione di reagenti e si attendono pochi minuti, durante i quali si potrà parlare con i membri di Plus che offriranno la loro esperienza e spiegazioni sulle modalità di trasmissione: se il colore dello stick indica una reazione alla presenza di anticorpi all’Hiv,  le persone verranno invitate a recarsi presso il centro di malattie infettive del Policlinico Sant’Orsola Malpighi dove avranno un percorso di accesso facilitato per effettuare un test di conferma con i protocolli previsti dalle normative.
L’iniziativa è solo l’inizio di una serie di attività che il network  Plus sta proponendo a Bologna, disponibili a chiunque ma pensate anche con il desiderio di avvicinare al test la popolazione lgbt.
Il progetto è realizzato dall’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive L. Spallanzani IRCCS di Roma in partnership con il Dipartimento di Malattie Infettive della Fondazione San Raffaele Milano, Lila, Anlaids, Arcigay, Caritas, Circolo di cultura omosessuale “Mario Mieli”, CNCA, Forum AIDS Italia.

Info:
info@plus-onlus.it

comunicato stampa di Plus onlus per l’Aids Day 2012

BOLOGNA, 30 novembre 2012 – Le persone LGBT sieropositive si organizzano e, in occasione del 1° dicembre, Giornata mondiale contro l’Aids, lanciano una campagna contro la discriminazione per Hiv. È Plus onlus, la prima associazione di persone gay, lesbiche, bisessuali e trans (LGBT) sieropositive in Italia, nata da pochi mesi a Bologna. Proprio in questa città l’associazione sarà presente durante la serata dedicata all’evento da Teatri di Vita dove distribuirà le cartoline della campagna “Se mi conosci, mi eviti?”.

I dati

Gli ultimi dati sulla diffusione dell’infezione da Hiv nel 2011 confermano che i maschi che fanno sesso con maschi (MSM) residenti in Italia sono sproporzionatamente colpiti, con 937 nuove diagnosi di infezione contro le 634 registrate tra eterosessuali – afferma Sandro Mattioli, presidente di Plus onlus – Questo mentre non ci sono e non ci sono mai stati interventi del Ministero della Salute per la loro tutela. Anzi, le persone LGBT sieropositive soffrono ancora di disattenzione e di inammissibili forme di discriminazione, sul lavoro, nelle relazioni sociali e persino in ambito sanitario”.

La campagna

Per contrastare le discriminazioni verso chi vive con l’Hiv, Plus onlus lancia la campagna “Se mi conosci, mi eviti?” che ribalta la prima campagna ministeriale per la prevenzione dell’Aids del 1989: lo spot televisivo presentava diverse persone in situazioni di rischio per Hiv, circondate da un alone viola, simbolo del contagio, e si concludeva con lo slogan “Aids. Se lo conosci lo eviti”. “A distanza di piu di vent’anni per fortuna non solo è diminuito il contagio, ma è aumentata la consapevolezza, la prevenzione e la possibilità di vivere una vita normale per le persone sieropositive – spiega Sandro Mattioli – Abbiamo scelto di celebrare la giornata mondiale contro l’Aids ribaltando quel tristemente famoso slogan, per ricordare a tutti che la discriminazione e il pregiudizio nei confronti delle persone sieropositive sono ancora forti. Nella maggior parte dei casi per motivi infondati. È il momento di combattere i luoghi comuni che contribuiscono a discriminare. Togliamoci dalla mente quell’alone viola. Combattiamo l’Hiv, non le persone con Hiv”.

La serata

Plus onlus partecipa alle iniziative realizzate da Teatri di Vita, a Bologna, per celebrare la Giornata mondiale contro l’Aids del 1° dicembre: nel corso della serata, sarà proiettato il film +o- il sesso confuso. Racconti di mondi nell’era Aids di Andrea Adriatico e Giulio Maria Corbelli, che ripercorre trent’anni di diffusione dell’Hiv nel nostro paese attraverso le storie delle persone colpite, le scoperte della ricerca, i cambiamenti dei costumi sociali. L’incasso della proiezione sarà devoluto a Plus onlus, che sarà presente per offrire informazioni sulle proprie attività e lanciare la campagna “Se mi conosci, mi eviti?”.

L’associazione

L’idea di Plus onlus nasce da una riflessione attorno alla realtà dell’infezione da Hiv in Italia. A trent’anni dall’inizio della sua diffusione, anni di interventi sulla cosiddetta riduzione del danno hanno permesso di ridurre drasticamente la diffusione dell’Hiv tra i consumatori di sostanze. Di contro, anni di silenzi e reticenze sui temi del sesso e della sessualità hanno fatto sì che poco si sia ottenuto per quanto riguarda la diffusione dell’infezione per via sessuale. Questo, aggiunto all’influenza pesante dello stigma che ancora oggi pesa nel nostro paese sulle persone LGBT ha spinto la prevalenza dell’infezione da Hiv all’interno della popolazione gay maschile italiana fino a sfiorare il 10%, facendo della popolazione MSM italiana una “comunità vulnerabile”.

Plus onlus nasce nel solco tracciato dalle grandi strutture europee “gay-oriented”, è ha tra i suoi primi obiettivi la realizzazione del primo checkpoint italiano, un luogo gestito da rappresentanti delle associazioni in cui le persone LGBT ma anche gli eterosessuali possano effettuare i test diagnostici per l’infezione da Hiv e altre malattie a trasmissione sessuale in un ambiente accogliente, al di fuori delle strutture sanitarie tradizionali, e con l’assistenza di persone in grado di offrire consigli e supporto tra pari.

Per contatti: Sandro Mattioli, presidente di Plus onlus – www.plus-onlus.it – info@plus-onlus.it

HIVoices è un laboratorio residenziale su sieropositività e identità sessuale organizzato dal settore Salute di Arcigay Il Cassero di Bologna con il contributo di Nadir Onlus e Arcigay Nazionale.

Il laboratorio nasce della constatazione che ancora oggi, dopo tutto questo tempo, ‘dichiarasi’ sieropositivi è difficile, spesso anche all’interno dell’ambiente lgbtq: nei locali, nei luoghi di incontro a fini sessuali, nelle associazioni, in chat.

HIVoices è un laboratorio intensivo rivolto esclusivamente a persone sieropositive omosessuali, bisessuali e MsM (maschi che fanno sesso con maschi), pensato NON per ‘convincere’ a fare ‘coming out’ rispetto al proprio stato sierologico positivo, ma piuttosto come uno strumento per poter vivere meglio e in maniera più consapevole la propria identità di persona sieropositiva e lgbtq.

HIVoices non è un gruppo di auto-aiuto.
Non è un gruppo di terapia.
Non è un gruppo gay di amanti della natura.

Ma piuttosto un’esperienza originale nel panorama lgbtq, un progetto pilota ideato e realizzato dal Settore Salute di Arcigay Bologna ‘Il Cassero’, per favorire i partecipanti nell’acquisizione di strumenti per “inventare il proprio benessere”, valorizzando le proprie capacità individuali, in particolare nell’affermazione e accettazione di sé.

Hivoices è un percorso formativo costruito attorno al concetto di auto-apprendimento, attraverso attività strutturate e semi-strutturate secondo metodologie di educazione non-formale, su tematiche quali: affermazione di sé; corpo e sessualità; affettività nella cerchia di persone significative; coppia sierodiscordante e sieroconcordante; percezione da parte della maggioranza sieronegativa (o presunta tale).

Per maggiori informazioni è possibile visionare la presentazione di Emanuele Pullega cliccando sull’immagine qui accanto.