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In questa diretta un attivista e un medico queer si confrontano su come non prendere l’HIV usando la PrEP, un farmaco e un protocollo sanitario di prevenzione.

 

 
 
 
 
 
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Un post condiviso da Rodolfo Pessina, MD 🩺 (@sexotan_gocce)

E’ venuto a mancare Giulio Maria Corbelli, attivista HIV, vice presidente di Plus APS e impegnato nel Roma Plus Checkpoint.

Ma per tutte e tutti noi Giulio è stata la persona che ci ha ispiratə per lottare per un PrEP accessibile, che ci insegnatə che lo stigma verso le persone che vivono con HIV va contrastato con la visibilità e tutti i giorni, anche per chi non può.

Giulio ha dimostrato con il suo esempio che a cambiare il mondo è la disponibilità a esserci per la propria comunità.

PrEP in Italia non sarebbe dove è adesso senza il supporto costante di Giulio. Grazie. Ci mancherai.

La PrEP è un farmaco e un protocollo sanitario molto efficace per ridurre il rischio di prendere HIV.

La conferma di uno studio australiano: con la PrEP non si prende l’HIV

Dal 2016 al 2019 un team di ricercatori in Australia ha condotto uno studio su 9596 persone in PrEP. I risultati confermano l’efficacia della PrEP: zero infezioni da HIV nelle persone che aveva preso correttamente la PrEP.

Nello studio solo 30 persone sono risultate positive all’HIV: perché non avevano assunto nelle modalità corrette la PrEP.

Perché 30 persone in PrEP hanno preso l’HIV?

I dati disponibili su 22 dei 30 uomini che hanno ricevuto una diagnosi di HIV nello studio australiano mostrano che

  • l’82% di loro aveva interrotto la PrEP almeno un mese prima della diagnosi;
  • gli altri non avevano assunto le dosi quotidiane nei tempi corretti;
  • solo uno dei partecipanti ha contratto HIV resistente ad uno dei principi attivi della PrEP: l’emtricitabina (FTC).

Solo per sette di loro sono disponibili motivazioni sull’interruzione della PrEP, principalmente legati a

  • una percepita riduzione del rischio HIV dovuta a una ridotta attività sessuale o l’inizio di una relazione monogama
  • il costo della PrEP
  • il dimenticarsi la PrEP in occasione delle vacanze.

Questo studio conferma ancora una volta che la PrEP è efficace quando viene presa nei tempi e nelle modalità giuste.

4 cose che devi sapere
se prendi la PrEP tutti i giorni

Protezione
contro l’HIV

Dopo una settimana di assunzione hai la piena protezione contro l’HIV

Orario di
assunzione

prendila più o meno alla stessa ora. Usa una sveglia o un’app per ricordarti!

Maschi cis e persone col pene

possono interromperla dopo 2 giorni dall’ultimo rapporto sessuale

Donne cis e persone con la vagina

possono interromperla dopo una settimana dall’ultimo rapporto

Se non sei ancora in PrEP,
puoi iniziarla facendoti seguire da un infettivologo/a

In Italia e in tanti altri paesi del mondo la PrEP, il farmaco e il protocollo sanitario che protegge dall’HIV, è prescritta da un infettivologo/a. Con la prescrizione si va in farmacia e la si compra al costo di 60 euro per 30 compresse (ma a breve sarà gratis!).

Ma la PrEP viene prescritta a tutte le persone?

Sì, non ci sono limiti. Perché chiunque ha diritto a proteggersi dall’HIV.

Esistono solo due motivi per il quali la PrEP non dovrebbe essere prescritta.

L’infettivologə non dovrebbe prescrivere la PrEP se chi la richiede è in una relazione monogama con una persona che vive con HIV in terapia

Grazie alla terapia farmacologica le persone con HIV non trasmettono il virus: che senso ha assumere la PrEP se si fa sesso con loro?

La terapia è uno strumento di prevenzione HIV al pari del preservativo e della PrEP. Ed è compito dell’infettivologo/a ricordarlo.

È invece opportuno prescrivere la PrEP se la persona è in una coppia non monogama e fa sesso anche con altri/altre, di cui non conosce lo stato sierologico (se vivono con HIV o meno).

Riportiamo il documento di consenso italiano a U=U

In caso di rapporto sessuale senza profilattico tra partner HIV-negativo e partner HIV-positivo in terapia antiretrovirale e con soppressione virologica stabile, è indicata la PrEP per il/la partner HIV-negativo/a (incluse le donne che vogliono concepire con metodo naturale)?

Non vi è indicazione alla PrEP per la persona HIV-negativa in caso di rapporti sessuali non protetti da profilattico con partner HIV-positivo/a in terapia antiretrovirale e con soppressione virologica stabile (Raccomandazione forte; Qualità dell’evidenza moderata).

Cogliamo l’occasione per ricordare che in Italia non è ancora stata fatta una campagna nazionale su U=U.

Il secondo e ultimo motivo per il quale l’infettivologə non dovrebbe prescrivere la PrEP è la tutela della salute dellə paziente

Sappiamo che gli effetti collaterali della PrEP sulla funzionalità renale sono rari e reversibili.

Il protocollo PrEP prevede esami specifici per i reni prima della prescrizione e ogni 3/6 mesi.

In questo modo l’infettivologo/a può tenere monitorata la situazione e interrompere la prescrizione se valuta che ci possano essere dei rischi per la salute della persona.

Dal 2019 in Italia solo lo 0,5% delle persone in PrEP ha dovuto interromperla per eventi avversi.

Possiamo tranquillamente dire che la PrEP è più che ampiamente tollerata da chi la usa.

Oltre a questi 2 motivi, non ne esistono altri per non prescrivere la PrEP

Alcunə infettivologə tendono a non prescrivere la PrEP a chi dichiara di usare sempre il preservativo.

Ma non è compito dell’infettivologə scegliere quali e quanti strumenti di prevenzione debba usare una persona.

Anche perché la persona potrebbe mentire.

O, per sentirsi più sicura, aver bisogno di un ulteriore protezione oltre il preservativo.

È molto semplice: la PrEP va prescritta a chiunque la richieda

Come dichiarato nelle linee guida OMS 2021 sulla prevenzione e trattamento HIV

Bisognerebbe dare la priorità alle persone che richiedono la PrEP: la richiesta stessa della PrEP potrebbe già indicare che esiste un rischio di contrarre l’HIV.

Il rapporto costo-efficacia non dovrebbe essere l’unica considerazione quando si implementano dei servizi PrEP, dal momento che rimanere HIV negativə e sentire di avere il controllo sul rischio HIV ha un valore intangibile per le persone e le comunità.

Clicca qui per scoprire il centro PrEP più vicino

Le donne della Porta accanto ha intervistato Margherita sulla sua esperienza con la PrEP che utilizza per proteggersi dall’HIV.

La PrEP, infatti, è uno strumento di prevenzione HIV anche per le donne cisgender.

L’unica differenza è che deve essere assunta tutti i giorni perché ha bisogno di tempo per essere efficace nei tessuti vaginali.

In data 14 settembre 2022 nelle rivendicazioni della Strada dei diritti per le prossime elezioni non è inserita la PrEP rimborsata dal sistema sanitario nazionale.

Prevenzione e sessualità consapevole – Misure a sostegno della piena applicazione della legge 194/78 sull’interruzione volontaria di gravidanza in tutto il territorio nazionale. – Riprendere il percorso di superamento della legge 135/90 sugli interventi per l’HIV/AIDS in Italia, a partire dalla proposta di legge bipartisan già approvata dalla Commissioni Affari Sociali della Camera dei Deputati, per aggiornarne il punto di vista scientifico, sociale e di politiche sanitarie. – Potenziamento delle strutture sanitarie pubbliche e delle campagne istituzionali di sensibilizzazione sul tema della contraccezione e della prevenzione. – Potenziamento della rete di Check Point per le IST (Infezioni Sessualmente Trasmesse) e dei programmi di prevenzione community based attraverso un piano di sostegno alle realtà di volontariato e del terzo settore.

Non era presente neppure nella tabella che confronta i programmi dei partiti politici (ma al momento in cui scriviamo sul sito c’è scritto che la tabella è in aggiornamento

Nonostante Unione popolare ne parli chiaramente nel suo programma

Abbiamo inviato una mail per chiarimenti.

Ciao! Siamo PrEP in Italia e ci occupiamo di sensibilizzare sulla profilassi prep esposizione che protegge dall'HIV.  Insieme ai Conigli Bianchi ci siamo accortə che nelle vostre rivendicazioni non è presente la rimborsabilità della PrEP.  Non c'è neppure nella vostra tabella che confronta i vari programmi politici, nonostante Unione Popolare la citi esplicitamente: assicurare la profilassi per esposizione da HIV coperta dal Servizio Sanitario Nazionale.  Come collettivo facciamo autocritica: dobbiamo fare di più affinché la PrEP diventi, come già nel resto dell'Europa, uno strumento fondamentale di prevenzione e autodeterminazione sessuale.  Dall'altro lato speriamo che questa assenza una svista: è ora che il movimento LGBT+ italiano rivendichi la rimborsabilità della PrEP come diritto alla salute individuale e collettiva.   Aspettiamo un confronto  Intanto buon lavoro

Questa la loro risposta

Ciao! rispondo solo ora perché siamo letteralmente sommersi da email. Come avrete immaginato. La strada dei diritti è un progetto comune tra le associazioni nato da poco nel mese di agosto, con lo scopo di far parlare dei nostri temi nel dibattito politico. L'argomento da voi evidenziato non è emerso durante il confronto, probabilmente per via dei tempi molto ristretti, del periodo, e della complessità dell'operazione. Sarebbe utile riaprire il discorso all'indomani delle elezioni, con l'idea di riflettere sulle rivendicazioni comuni del movimento.

Alla quale noi abbiamo replicato così:

Riflettere su cosa?  La PrEP esiste dal 2012 ed è autorizzata in Italia da 5 anni.  Su cosa dobbiamo ancora riflettere?   Le rivendicazioni della Strada dei diritti puntano giustamente molto in alto,  ma sono tutte operazioni complesse.  Se non avete inserito la rimborsabilità della PrEP, è perché non vi interessa.  In questi anni una parte del movimento LGBT+ italiano l'ha sempre ostacolata.  Ditelo chiaramente che non vi interessa la PrEP rimborsabile. Ditelo chiaramente per voi la salute sessuale è un diritto solo se si fa sesso come dite voi.

L’8 settembre 2020 pubblicavamo il primo post su Instagram e ci sembra giusto darci una pacca sulla spalla e festeggiare.

Il Ministero della Salute non ha mai fatto una campagna di comunicazione sulla PrEP e il nostro collettivo nasce proprio da questa mancanza.

E’ necessario che la PrEP sia conosciuta da tutte e tutti e che diventi uno strumento di prevenzione HIV al pari del preservativo.

Così due anni fa abbiamo deciso di creare contenuti su Instagram, di aggiornare regolarmente questo sito e di aggiungere una sezione testimonianze: le storie di chi la usa sono fondamentali per liberare la PrEP dall’alone di ignoranza e pregiudizi nel quale è stata relegata.

Non per ultimo, abbiamo dato vita anche a un gruppo telegram per adulti, grazie al quale siamo riusciti a raggiungere parecchie persone con comportamenti a rischio HIV.

Intorno alla PrEP non ci sono tanti preconcetti, ma tanta curiosità e noi siamo andati a riempiere questo vuoto informativo.

Abbiamo supportato tante persone a riflettere se la PrEP fosse lo strumento di prevenzione giusto per loro e come potervi accedere.

Abbiamo partecipato a tanti eventi, online e dal vivo, e collaborato con tante realtà, tra le quali

Il Post ha linkato il nostro sito in un articolo sulla prevenzione HIV e siti e riviste come Frisson e Valigia Blu ci ha intervistati.

Infine lo scorso giugno abbiamo presentato una ricerca su quante persone usano la PrEP in Italia.

Ma c’è ancora tanto da fare

L’Italia è uno dei pochi paesi in Europa dove la PrEP non è rimborsata dal sistema sanitario, non in tutte le regioni è possibile avere una prescrizione e i servizi non sono sempre omogenei.

In questi 2 anni abbiamo trovato tante persone e tante associazioni alleate, ma anche tanto disinteresse.

Noi continuiamo col nostro lavoro di informazione, con la consapevolezza che la salute sessuale e l’autodeterminazione delle persone sono un diritto umano e lo Stato e la collettività le deve tutelare.

Prima di venire nei Paesi Bassi, credevo che la PrEP che protegge da HIV fosse un lusso a cui solamente gli americani potevano accedere.

Fui dunque sorpreso nello scoprire una situazione simile in Olanda: non ci ho messo molto a capire, facendo sesso con partner diversi, che quel “Don’t worry, I’m on PrEP” era più la regola che l’eccezione.

La spinta decisiva a iniziarla mi è stata data da un ragazzo conosciuto a Rotterdam, il quale era in PrEP da diverso tempo e con il quale avevo iniziato una relazione in cui, oltre ai rapporti più “tradizionali”, eravamo aperti anche al sesso di gruppo. 

Qui nei Paesi Bassi la PrEP ha un costo molto contenuto

  • 7.50€ a confezione, se seguiti dai consultori che prevedono monitoraggi trimestrali gratuiti. L’accesso a questa opzione può essere soggetto a limitazioni dettate dal numero di persone correntemente seguite da ogni consultorio;
  • oppure 17.50€ + spese per le analisi se si decide di procedere con il proprio medico di base.

Iniziare la PrEP è stato piuttosto liberatorio.  

Se è pur vero che in Olanda altre malattie veneree sono molto diffuse, soprattutto tra gli omosessuali maschi (penso ad esempio alla Clamidia, che io stesso ho preso due volte), l’ansia per l’HIV è sempre stata per me il pensiero più ingombrante quando si trattava di sesso occasionale o, ancor peggio, nel caso di sesso di gruppo.

Ecco quest’ansia (che ritrovo condivisa dai miei amici in Italia) qui è molto minore, se non quasi assente. 

Qui il rischio di infezione da HIV è riconosciuto e percepito come concreto e l’impressione generale è quella di essere ben protetti contro l’HIV e che il sistema si prende bene di te, con screening gratuiti per HIV e IST.

Daniele


Perché testimoniare sulla PrEP?

Gli studi scientifici concordano sull’efficacia della PrEP come strumento di prevenzione contro HIV e IST. Nonostante questo, non riusciamo ancora a liberarci dei pregiudizi verso la vita sessuale delle persone.

Un aiuto potrebbe arrivare dalle testimonianze di chi usa la PrEP; il punto di vista del vissuto emotivo potrebbe avvicinare alla PrEP senza stigmatizzare chi ne fa uso.

Se anche tu vuoi condividere la tua storia con la PrEP, scrivi un testo (300/500 parole) e inviacelo a info@prepinfo.it.

Puoi raccontarci perché hai scelto la PrEP e cos’è cambiato nella tua vita sessuale, ma anche, più semplicemente, come hai scoperto questo metodo preventivo, quale centro te l’ha prescritto e come ti sei trovato/a. 

Puoi anche farti ispirare da chi ha già condiviso la sua storia.

Preferiremmo che le testimonianze non fossero anonime: la trasparenza è importante per creare un’onesta discussione pubblica sulla PrEP e sulla salute sessuale.

Capiamo però che per alcune persone non è facile esporsi: in questo caso nella tua testimonianza potresti motivare perché hai scelto l’anonimato; così da sottolineare quanto sia ancora presente lo stigma verso le scelte sessuali delle persone.