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No, una persona in PrEP non può trasmettere l’HIV. La PrEP impedisce infatti che il virus entri nel corpo e si diffonda. Prima di prescriverla , l’infettivologo/a verifica che la persona sia HIV negativa e solo allora firma la prescrizione.

Come tutti i farmaci, la PrEP protegge dall’HIV solo funziona se assunta correttamente. In Italia nel 2022 ci sono stati solo 4 diagnosi di HIV durante l’assunzione della PrEP e tutte dovute a una scarsa aderenza. Questo significa che non era stata assunta correttamente.

Ma forse la domanda giusta da porci non è se chi è in PrEP può trasmettere l’HIV.

Per proteggerci dall’HIV con tranquillità forse ha più senso chiederci:

  • Perché affidare a un’altra persona la garanzia della nostra salute? Perché aspettarci che sia l’altra persona a tuterlarci quando possiamo noi in prima persone decidere di proteggerci dall’HIV usando solo la PrEP, solo il preservativo o entrambi?
  • Perché aspettarci che sia l’altra persona a tuterlarci sopratuttto adesso che è gratis

Se vuoi avere il controllo della tua salute sessuale, puoi valutare le seguenti cose:

  • di iniziare la PrEP così da non dover neppure chiedere all’altra persona se è in PrEP, se è;
  • fare sesso solo con persone che hai …

COMUNICATO STAMPA

In merito all’articolo pubblicato venerdì 8 dicembre 2023 su corriere.it/salute, “Sifilide, casi in aumento in Italia e nel mondo. Come proteggersi e curarla” firmato da Elena Meli, ci preme portare alcune considerazioni critiche ed elementi di discussione.

In Italia e nel mondo le diverse infezioni sessualmente trasmissibili (IST) sono in aumento da diversi anni. L’OMS ha pubblicato, nel 2022, un documento strategico che fissa gli obiettivi globali per contrastare le IST al fine di ridurre entro il 2030 le infezioni di sifilide e gonorrea del 90%. L’OMS chiede a tal fine che sia garantito alle popolazioni chiave l’accesso ad un’ampia gamma di servizi per il controllo delle IST e dell’HIV, e propone un’attenzione agli interventi ad alto impatto nella integrazione dei servizi per le IST e l’HIV, all’approccio mirato ai bisogni, alle caratteristiche dell’epidemia “locale” e delle differenti popolazioni, e infine ai modelli integrati, sostenibili e innovativi, anche dal punto di vista tecnologico, che possano massimizzare l’impatto degli interventi. Inoltre rimuovere le barriere all’accesso dei servizi per le IST, dalla prevenzione alla cura, è un punto centrale di tutta la strategia. I test per le IST, incluso l’HIV, sono fondamentali, quindi, per un efficace controllo della diffusione di queste infezioni.

Nel contrasto contro l’HIV, OMS indica la PrEP, ovvero la Profilassi pre Esposizione da HIV, come strumento fondamentale per raggiungere gli obiettivi del 2030. La PrEP è un farmaco o una combinazione di farmaci anti-HIV, assunti giornalmente o a cavallo del rapporto a rischio, che protegge dall’HIV impedendo la trasmissione dell’infezione. Ma la PrEP è anche un importante alleato per contrastare le altre IST: infatti, la somministrazione del farmaco viene di norma accompagnata da un programma di monitoraggio e controllo delle IST, favorendo quindi una diagnosi precoce delle stesse, spesso nella fase asintomatica. L’emergenza delle diagnosi “sommerse” di IST nei programmi PrEP consente, attraverso il trattamento precoce delle stesse, di ridurre nel medio periodo la trasmissione e quindi l’incidenza di nuove infezioni. L’articolo purtroppo ignora del tutto questa importante possibilità, menzionando solo il preservativo, strumento che rimane fondamentale, ma che, in una visione scientifica moderna, va integrato con i nuovi sistemi farmacologici di prevenzione, in particolare la PrEP. Un concetto pragmatico e flessibile di prevenzione, che anteponga il principio della riduzione del danno, in una visione non ideologica della salute.

Concetto che è ormai patrimonio delle Istituzioni. La PrEP è da tempo nel Piano Nazionale AIDS del Ministero della Salute e da quest’anno, per effetto di una Determina AIFA del maggio u.s., è anche gratuita in Italia. Tutto questo rappresenta un’occasione per rafforzare e implementare questo importante strumento di prevenzione, soprattutto per quelle popolazioni più fragili e marginalizzate (key population), maggiormente esposte al rischio di contrarre l’infezione da HIV e altre IST. L’OMS, oltre a sostenere una strategia integrata IST e HIV, per facilitare gli accessi ai test e screening, che deve necessariamente comprendere la PrEP, raccomanda le esperienze all’esterno dei contesti sanitari, attraverso l’implementazione di servizi Community Based presso associazioni, “checkpoint” o le iniziative di testing rapido in outreach, unità di strada, etc. Queste attività risultano efficaci, in particolare per raggiungere popolazioni chiave per HIV e IST.

Purtroppo, anche questa possibilità non viene citata nell’articolo. Nell’intervista, invece, l’aumento delle IST viene correlato solamente con il chemsex e i rapporti omosessuali, riproponendo il concetto di persona a rischio invece che il concetto più corretto e non stigmatizzante di comportamento a rischio, e alimentando la confusione tra comportamenti e preferenze sessuali. Quelle proposte nell’articolo ci sembrano argomentazioni riduttive, che alimentano uno stigma diretto a popolazioni specifiche, come purtroppo è accaduto in passato con l’HIV negli anni della crisi dell’AIDS. Le cause sono molto più complesse, ed è la stessa OMS ad indicarcele, così anche come riportato in documenti internazionali e italiani. Tra le cause possiamo sicuramente citare la mancanza di informazione e di promozione del benessere sessuale, legata ad una scarsità di servizi specifici, che risultino semplici nell’accesso e gratuiti per i diversi tipi di popolazione per favorire e garantire un accesso universale alla salute. Più in generale quello che manca è una visione ampia e più serena della salute sessuale, che inserisca il tema della IST in modo meno stigmatizzante, avvicinando le persone ai luoghi di cura e prevenzione.

Andrea Antinori, Infettivologo, Istituto Spallanzani, Roma

Daniele Calzavara, segretario Milano Check Point

Mario Colamarino, Presidente CCO “Mario Mieli” – APS

Filippo Leserri, Presidente PLUS Roma

Sandro Mattioli, Presidente PLUS APS

il 15 settembre 2023 la Commissione Europa ha autorizzato la commercializzazione della PrEP iniettabile in tutti gli stati membri.

Questa versione della PrEP è da quasi 2 anni disponibile negli USA e si chiama Apretude, ma più nota con il nome del principio attivo Cabotegravir.

Grazie al Cabotegravir non dovremo più ricordarci di prendere una pillola ogni giorno (la PrEP “classica”) per proteggerci dall’HIV, ma potremo fare un’iniezione sul gluteo ogni 2 mesi.

Cabotegravir, inoltre, è approvata per tutte le persone ed è efficace sia per il sesso anale che per il sesso vaginale.

Ma quando arriverà la PrEP iniettabile in Italia?

AIFA (l’Agenzia del Farmaco italiana) nel marzo ha classificato il farmaco che in teoria ora potrebbe essere commercializzato.

Ed eccome il tasto dolente: un’iniezione potrebbe costare dai 500 ai 1000 euro. ViiV Healthcare – la casa farmaceutica titolare del brevetto – ha però fare domanda di rimborsabilità, cioè la gratuità del farmaco a carico del Servizio Sanitario Nazionale (SSN).

AIFA accetterà questa richiesta, anche a fronte del fatto che solo un anno fa è stata decisa la rimborsabilità della PrEP in pillole?

Per avere la PrEP iniettabile in Italia dovremo aspettare che scada il brevetto della ViiV? Vorremmo proprio di no

PrEP in Italia e Plus Roma organizzano il primo residenziale per rafforzare la community delle persone in PrEP e fornire gli strumenti per promuovere la PrEP e la salute sessuale nella propria comunità e nel proprio territorio. Durante il residenziale

  • approfondirai la prevenzione combinata;
  • abbatterai i tabù sulla PrEP e su chi la usa;
  • incontrerai attivistə da tutta Italia;
  • imparerai a fare counseling per supportare chi vuole iniziare la PrEP. 

Questo residenziale può esserti utile se

  • sei in PrEP e hai voglia di fare rete con altre persone che la usano;
  • fai parte di un collettivo o un’associazione e ti senti spaesatə quando ti chiedono informazioni sulla PrEP;
  • lavori nel sociale o come operatorə sanitariə e vorresti informare lə tuə utenti sulla PrEP.

Dove e quando si terrà il residenziale?

A Roma da venerdì 3 novembre a domenica 5 novembre.
Maggiori dettagli saranno forniti alle persone selezionate.

Quanto costa? 

È gratuito! Il costo del residenziale,  del viaggio, del vitto e dell’alloggio saranno coperti dall’organizzazione. 

Chi può candidarsi?

Chiunque voglia impegnarsi per la PrEP e per il diritto a una sessualità libera.

Fino a quando ci si può candidare?

Venerdì 15 settembre 2023 compreso.

Quando si saprà chi è statə selezionatə?

Entro i primi di ottobre contatteremo le persone selezionate.

Come saranno selezionati lə partecipanti?

Lə partecipanti saranno selezionatə per rappresentare in maniera adeguata le regioni italiane, le diverse popolazioni e creare un gruppo eterogeneo. 

Puoi partecipare solo a partire da sabato mattina. È un problema?

No, ma ricordati di segnalarlo nel form. 

A chi puoi rivolgerti per avere informazioni sul PrEPCAMP?

Scrivi a prep@plusroma.it 

I tuoi dati personali saranno tutelati?

Compilando la domanda di partecipazione acconsenti al trattamento dei tuoi dati sensibili che utilizzeremo solo per contattarti se sarai selezionatə. Leggi l’informativa completa.

Come candidarsi?

Il residenziale è stato realizzato grazie a una donazione di ViiV Healthcare SRL.

Il 16 giugno 2023 abbiamo presentato alla conferenza italiana HIV i dati sulle persone che usano la PrEP in Italia.

La ricerca è stata possibile grazie ad una donazione di ViiV Healthcare SRL.

Background
In Italia non esistono ancora statistiche ufficiali sulle persone che utilizzano la PrEP e sulle modalità di accesso ai centri che la prescrivono. Il primo rilevamento di questo tipo è stato promosso nel 2019 dall’associazione PLUS, network delle persone LGBT che vivono con HIV, a cui è seguito un secondo rilevamento presentato l’anno scorso sempre alla conferenza ICAR.

Metodi
Ritenendo importante avere annualmente un quadro sull’andamento dei servizi PrEP sul territorio italiano, il collettivo PrEP in Italia, insieme a Plus Roma, ha promosso una nuova indagine con lo scopo di raccogliere informazioni generali sui centri e capire come è cambiata la demografia delle persone che utilizzano la PrEP.

Risultati
Il questionario è stato compilato da 47 centri: 19 al nord, 19 al centro e 9 al sud e nelle isole. Come già evidenziato dalla scorsa survey il dato più rilevante è l’importante crescita del numero di utilizzatori della PrEP. L’incremento rispetto al 2021 è stato del 77%. A dicembre 2022 risultano infatti 6444 persone seguite per la PrEP rispetto ai 3641 utenti del 2021.

La maggior parte sono ancora maschi che fanno sesso con maschi -corrispondenti al 95,6% degli utilizzatori totali- e, come nel precedente rilevamento, risulta ancora un netto divario tra il numero di utilizzatori al nord Italia e al sud Italia (nello specifico il 65,78% vive al nord; il 28,49% al centro e solo il 5,63% al sud).

Quanto alle specifiche key population nonostante il 40% dei centri clinici abbia almeno un utilizzatore di chems e un/a sex worker in follow-up, ben l’83% dei suddetti centri non ha attivato alcuna partnership con i servizi community based.

Rispetto alla precedente indagine abbiamo raccolto i dati anche delle persone che hanno interrotto la PrEP (537 users). Ci sono state 4 sieroconversioni dovute ad una aderenza sub-ottimale; 10 sospensioni per decremento della funzionalità renale; 20 persone che non tolleravano la nausea e gli effetti gastrointestinali di TDF/FTC; i restanti utenti hanno invece sospeso per inizio di una relazione
monogama o per motivi che hanno preferito non specificare.

persone che hanno interrotto la PrEP

Recentemente è stata deliberata la rimborsabilità del farmaco da parte del SSN e dunque, da questo punto di vista, la situazione sarà uniforme in tutto il territorio nazionale. Quanto ai costi per visite ed esami, la situazione continua invece a variare da regione a regione, con una media di spesa di 60€, fino ad arrivare a 150€.


Per il futuro abbiamo chiesto ai centri se fossero favorevoli ad introdurre il regime CAB-LA, qualora venisse approvato, e ad utilizzare gli strumenti della telemedicina per il follow-up degli utilizzatori. Le risposte favorevoli sono state pari, rispettivamente, all’87,5% e al 68,8% dei centri.

Conclusioni
In conclusione si può dunque affermare che i costi continuano a rappresentare una importante barriera all’accesso alla PrEP e che è inoltre necessario semplificare le modalità per l’inizio di tale percorso e i conseguenti follow-up. La popolazione che utilizza di più la PrEP è ancora quella degli MSM e che l’accesso alla PrEP sul territorio italiano risulta ancora disomogeneo, con grande disparità tra nord e sud (il 44% degli utilizzatori totali è seguito a Milano).

Dopo l’importante passo compiuto con la decisione di rendere rimborsabile la PrEP da parte del SSN è necessario rinforzare le partnership tra istituzioni che si occupano della salute pubblica, centri clinici e organizzazioni community-based per rendere la PrEP veramente accessibile a tutte le persone che intendono utilizzarla.

Riportiamo il bellissimo post di Gea de La camera di Valentina. Seguila su Telegram e Instagram!

L’illustrazione è di acosapensifrannie.

Avrete visto la notizia secondo la quale l’AIFA renderà gratuita sia la PrEP sia la pillola anticoncezionale. Un traguardo notevole che permetterà una democratizzazione delle risorse per la propria autonomia individuale e, di riflesso, collettiva.

Non so se invece avete notato la fiumara di commenti, anche da parte di professionisti, a riguardo. Niente paura: la vostra cacciatrice di sessuofobia farà una sintesi del best of per riconoscere insieme dove e come unu spauracchiasesse può nascondersi.

Il paternalismo medico:
Il professionista strilla “non sono caramelle” e sarà pronto a fare da memento mori, perché alla fine c’aveva ragione Foucault: dove non arriva la chiesa, c’è la medicina a circoscrivere le sesse entro i limiti del decoro e del moralismo.

Dare per scontato che questo livello di paternalismo sia addirittura necessario contraddice la figura professionale “sexpositive” che vuole parlare di sesso perché è giusto; se la prima premura è quella di anticipare eventuali “esagerazioni”, se si crede che un dispositivo medicale reso gratuito comporti automaticamente delle azioni irresponsabili, si rivela più il proprio posizionamento moralista che altro.

Non vedere come questo atteggiamento sia parte del problema per cui moltu non chiedono informazioni, supporto e aiuto è più grave di gente che va a scopare in giro.

La misoginia:
E che lo dico a fare: rendere gratuita la pillola anticoncezionale significa dare via libera a “tutte troie”. Il commentatore Alpha Man si dimentica che, in caso di eventuale gravidanza, è comunque un pene che completa la fecondazione. Ne deriva che, ci potrà pure essere una persona con utero che va in giro a scopare come se non ci fosse un domani (e noi, che la sessuofobia la mangiamo e la caghiamo via, sappiamo che non c’è nulla di male in ciò), ma deve essercene, in egual misura, anche una con pene.

Però il pronto Alpha Man è cresciuto con la consapevolezza che una vita sessuale attiva è degradante sì, ma solo se sei socializzatu come donna. Altrimenti tutto è lecito.

La queerfobia:
Ma cosa mi digitate “love is love” se poi l’idea di una persona queer che scopa in giro vi terrorizza? Se l’idea che lo stesso livello di libertà e accessibilità che le persone etero e cisgenere hanno vi fa dire “eh ma loro devono stare più attentu”?

L’ancoraggio a un immaginario sporco e promiscuo della comunità queer (che tu ti riconosca all’interno di essa, o da fuori) è ciò che c’è dietro i grossi dubbi sollevati circa la “sicurezza” della PrEP resa gratuita; ritenere che le persone queer siano automaticamente più spericolate è queerfobia; attaccarsi morbosamente ai come, perché e se della loro vita sessuale, è queerfobia. Ritenere che la vostra opinione sulla loro vita sessuale sia valida o necessaria, è sessuo-queerfobia. Mollateci.

Il classismo:
C’è chi ha avuto il coraggio e la sfrontatezza di scrivere che, con la gratuità, non ci sarà fine al peggio. Invece di realizzare quanto si tratti meramente di privilegi e nient’altro che questi, c’è chi si illude che il proprio prestigio economico sia sinonimo di decenza. Dunque, di nuovo: l’ossessione che le classi privilegiate hanno nel guardare e giudicare la vita sessuale altrui è anche strumento per bilanciare, valutare e decretarne il buon costume. Ah, come no.

Paternalismo, misoginia, queerfobia e classismo prolificano a prescindere che si tiri in ballo la sessuofobia, su questo non c’è dubbio.

Ma quando si tratta della vita sessuale (e diritti derivati) di un individuo o di una comunità, il peso di pregiudizi, terrorismi psicologici, normatività e discriminazioni sistemiche si fondono con una sessuofobia radicata.

Per questo motivo è possibile ricondurre a essa e riconoscerne gli intrecci, anche quando sembra solo paternalismo, o sola misoginia, o sola queerfobia, o solo classismo.

Riportiamo la traduzione di un post di hivstigmafighter del 24 febbraio 2023. Parla dei Paesi Bassi, ma il discorso ha assolutamente senso anche per il contesto italiano. Traduzione e copy di Svergognatah

Ciao amici e amiche, oggi voglio condividere con voi la mia opinione sulla PrEP (profilassi pre-esposizione). Essere in PrEP significa prendere una pillola che impedisce di contrarre l’infezione da HIV. È scientificamente provato che con la modalità giornaliera la PrEP è efficace per le donne.

Come ci comportiamo nei Paesi Bassi per quanto riguarda la PrEP? Siamo inclusivi?

Recentemente ho scritto su Instagram qualcosa sulla PrEP per le donne, e in seguito una donna con un background migratorio mi ha contattato e mi ha detto:

Non sono una sex worker, ma mi piace fare sesso con gli uomini; ho paura però di contrarre l’HIV perché non sempre usiamo il preservativo. Mi è stata negata la PrEP e il medico mi ha detto che non rientro nei criteri del gruppo a rischio”

Da quando il virus dell’HIV ha dei criteri?

Mi sembra che il virus dell’HIV vinca tutti i trofei quando si tratta di diversità! All’HIV non frega niente del genere, dell’orientamento sessuale o del background etnico. Quindi, se la PrEP è progettata per prevenire l’HIV, le donne dovrebbero avere un accesso equo alla PrEP. Le donne hanno il diritto di proteggersi dall’HIV proprio come tutti gli altri che possono accedere alla PrEP senza problemi!

Liberi da HIV e AIDS? Non escludiamo nessuno dai programmi di prevenzione!

Come possiamo sognare di porre fine all’HIV e all’AIDS con soluzioni comprovate entro il 2030 se le donne, soprattutto quelle con un background migratorio, vengono ancora ignorate nei programmi di prevenzione? Non dovremmo forse concentrarci sul mantenimento delle nostre promesse di porre fine all’HIV/AIDS entro il 2030 e includere urgentemente le donne nei programmi di PrEP sin da subito?!

Il cambiamento deve iniziare ora. PrEP per le donne ora!

Andiamo avanti insieme,
Eliane


Non riusciamo ancora a liberarci dei pregiudizi verso la vita sessuale delle persone. Un aiuto potrebbe arrivare dalle testimonianze di chi usa la PrEP: il punto di vista del vissuto emotivo potrebbe avvicinare alla PrEP senza stigmatizzare chi ne fa uso. Se anche tu vuoi condividere la tua storia con la PrEP, scrivi un testo (300/500 parole) e inviacelo a info@prepinfo.it.

Puoi raccontarci perché hai scelto la PrEP e cos’è cambiato nella tua vita sessuale, ma anche, più semplicemente, come hai scoperto questo metodo preventivo, quale centro te l’ha prescritto e come ti sei trovato/a. 

Preferiremmo che le testimonianze non fossero anonime: la trasparenza è importante per creare un’onesta discussione pubblica sulla PrEP e sulla salute sessuale. Capiamo però che per alcune persone non è facile esporsi: in questo caso nella tua testimonianza potresti motivare perché hai scelto l’anonimato; così da sottolineare quanto sia ancora presente lo stigma verso le scelte sessuali delle persone.

Non riusciamo ancora a liberarci dei pregiudizi verso la vita sessuale delle persone. Un aiuto potrebbe arrivare dalle testimonianze di chi usa la PrEP: il punto di vista del vissuto emotivo potrebbe avvicinare alla PrEP senza stigmatizzare chi ne fa uso. Se anche tu vuoi condividere la tua storia con la PrEP, scrivi un testo (300/500 parole) e e inviacelo a via mail.

Puoi raccontarci perché hai scelto la PrEP e cos’è cambiato nella tua vita sessuale, ma anche, più semplicemente, come hai scoperto questo metodo preventivo, quale centro te l’ha prescritto e come ti sei trovato/a. 

Preferiremmo che le testimonianze non fossero anonime: la trasparenza è importante per creare un’onesta discussione pubblica sulla PrEP e sulla salute sessuale. Capiamo però che per alcune persone non è facile esporsi: in questo caso nella tua testimonianza potresti motivare perché hai scelto l’anonimato; così da sottolineare quanto sia ancora presente lo stigma verso le scelte sessuali delle persone.

La prima volta che ho sentito parlare di un farmaco in grado di prevenire il contagio dall’HIV sarà stato circa 15 anni fa quando un mio amico mi parlò dell’ancora sconosciuto Truvada. La mia prima reazione fu abbastanza fredda: non avevo ancora ben chiaro cosa fosse concretamente, non avevo nessun’altra informazione se non una scarna spiegazione fatta dal mio amico.

Il me dell’epoca aveva avuto sentimenti decisamente contrastanti: da un lato non mi sembrava vero che fossimo vicini a un periodo storico in cui con una pillola si sarebbe potuto evitare di contrarre l’HIV quindi questa speranza mi riempiva di gioia, dall’altro (e al tempo fu quello che prevalse) uno sincero scetticismo, che ripensandoci adesso non so bene a cosa fosse dovuto.

Forse le sue abitudini sessuali (che poi erano anche le mie per certi versi) mi portavano a pensare che volesse in qualche modo giocare col rischio, forse anche quella paura del virus con la quale siamo cresciuti che spesso poteva rasentare la superstizione. Non saprei. La cosa finì lì, non ne discutemmo più.

Quando mi sono trasferito a Bruxelles (cinque anni e mezzo fa) l’argomento PrEP era molto diffuso nella comunità LGBTQI+ tanto da sembrarmi strano che nella comunità in Italia se ne parlasse poco e male (ricordo di aver letto su qualche post in un social di accuse a chi promuovesse la Prep di essere pagati dalle case farmaceutiche ecc.).

La serenità con cui se ne discute qui, nella stragrande maggioranza dei casi, ha sicuramente avuto un forte impatto nel rendere la PrEP ma più in generale la salute sessuale, argomento di discussione comune. Un fattore da non sottovalutare perché che uno voglia o no accedere al protocollo della PrEP il fatto di poterne parlare in maniera costruttiva e normale rende la conversazione sull’argomento scevra da inutili pregiudizi e permette a chiunque di scegliere con consapevolezza e libertà.

La causa scatenante per cui ho deciso di voler cominciare a prendere la PrEP è stata la rottura del preservativo durante un rapporto sessuale con conseguente corsa al pronto soccorso per la PEP e momenti di angoscia e paura. Lì mi sono detto che forse era il caso di prendere in considerazione l’uso della PrEP per evitare che dei momenti di piacere si trasformassero in generatori d’ansia e panico.

Come funziona la PrEP in Belgio? Bisogna andare nei centri di referenza che si trovano in alcuni ospedali, a Bruxelles sono quattro, i medici di questi centri sono gli unici che possono autorizzare il rimborso (tramite la mutua che ogni residenti ha) del costo del farmaco dopo una loro valutazione e per un periodo di un anno, rinnovabile. Il costo al beneficiario è di 15 euro per una confezione di 90 compresse, a questo costo si aggiungono le spese per la consultazione medica e delle analisi da fare ogni tre mesi.

Personalmente sono stato seguito da diversi di questi centri e il personale medico-sanitario si è sempre rivelato estremamente preparato e affabile, non giudicante e soprattutto pronto all’ascolto.

Può avere accesso alla PrEP anche chi non è residente in Belgio, come i richiedenti asilo, in quel caso a provvedere sarà l’AMU (l’Aide Médicale Urgente) che ha come obiettivo di garantire le cure mediche a coloro che non sono in possesso di un permesso di soggiorno legale.

Salvo Costantino


Non riusciamo ancora a liberarci dei pregiudizi verso la vita sessuale delle persone. Un aiuto potrebbe arrivare dalle testimonianze di chi usa la PrEP: il punto di vista del vissuto emotivo potrebbe avvicinare alla PrEP senza stigmatizzare chi ne fa uso. Se anche tu vuoi condividere la tua storia con la PrEP, scrivi un testo (300/500 parole) e inviacelo a info@prepinfo.it.

Puoi raccontarci perché hai scelto la PrEP e cos’è cambiato nella tua vita sessuale, ma anche, più semplicemente, come hai scoperto questo metodo preventivo, quale centro te l’ha prescritto e come ti sei trovato/a. 

Preferiremmo che le testimonianze non fossero anonime: la trasparenza è importante per creare un’onesta discussione pubblica sulla PrEP e sulla salute sessuale. Capiamo però che per alcune persone non è facile esporsi: in questo caso nella tua testimonianza potresti motivare perché hai scelto l’anonimato; così da sottolineare quanto sia ancora presente lo stigma verso le scelte sessuali delle persone.