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Oggi è l’ultimo giorno di conferenza. Mi sembra che sia piaciuta un po’ a tutti gli italiani con cui ho parlato, sia clinici che attivisti, e in effetti condivido. Si nota che sono lontani i fasti di un tempo, il calo degli investimenti ha colpito anche HIV Glasgow, ma i contenuti non sono stati affatto male.

L’ultima giornata inizia con la relazione di EACS (European AIDS Clinical Society) che, fra le altre cose, si occupa delle linee guida europee per tutto ciò che ha a che fare con HIV, anche in senso lato. Sono uscite le nuove linee guida del 2024 e giustamente ci hanno fatto una plenaria. Se ricordo bene, le linee guida italiane sono ferme al 2017, tanto per darvi un’idea del livello…

Ovviamente non starò a dare una completa descrizione di ogni singola modifica, ma una descrizione di carattere generale ci sta, partendo dal fatto che io penso che ogni attivista, se non addirittura ogni persona con HIV che ci tenga al proprio stato di salute, dovrebbe interessarsi anche a queste cose. Le linee guida EACS sono fatte da un gruppo di esperti divisi in 6 settori:

ART (antiretroviral therapy)
DDIs (Drug-Drug Interaction… drug sta per farmaci)
Epatiti
OI (Opportunistic Infections)
Co-morbidità
HIV pediatrico

Screenshot

Si trovano solo online, l’opuscolo non viene più stampato dal 2019. Rispetto alle modifica, come ho scritto, solo alcuni spunti:
• Qualora le persone in PrEP con cabotegravir falliscano (e quindi diventino HIV+) le linee suggeriscono di iniziare subito un trattamento con DRV/b – ossia darunavir con buster – in attesa del test di resistenza.
• In caso di fallimento virologico, quando non è possibile costruire una terapia con 2/3 farmaci solitamente usati, le linee suggeriscono di tentare con farmaci con un meccanismo di azione diverso ed ecco che è stato inserito il lenacapavir.
• Per quanto riguarda la PrEP: il test HIV di quarta generazione negativo documentato può essere effettuato una settimana prima o il giorno stesso in cui si inizia la PrEP
• In tutte le popolazioni e qualunque sia il regime, la PrEP orale dovrebbe iniziare con 2 pillole
• Per gli uomini che assumono PrEP on demand, la bassa aderenza che porta alla PEP è stata modificata in non conformità allo schema 2-1-1
• Fra i benefici della Doxy-PEP il riferimento alla prevenzione delle infezioni gonococciche (gonorrea) è stato eliminato
• Seguendo le indicazioni di OMS e EMA, le persone con HIV dovrebbero ricevere la vaccinazione anti SARS-CoV-2 (il virus del covid) aggiornato contro le varianti circolanti

Con il generale successo della ART, c’è molto interesse per la gestione delle co-morbidità e dell’invecchiamento. Per cui EACS ha scritto raccomandazioni anche su questo. Per esempio, screening sul cancro anale sono raccomandati nelle persone:

  • MSM e donne trans di età >35 anni (e non barate)
  • Uomini cis e donne cis di età >45 anni

da farsi con intervalli di 1 o 2 anni se gli esami sierologici e la citologia sono negativi. In caso di esami positivi si dovrebbe fare una anoscopia ad alta risoluzione.

Anche il Chemsex ha trovato spazio in una nuova sezione nella quale, a dire la verità, un po’ si nota approccio medico. La relatrice ci spiega che il Chemsex consiste nell’uso di sostanze di sintesi, principalmente metanfetamine, catinoni, GHB/GBL, per ridurre le inibizioni e aumentare il piacere sessuale. Si stima una prevalenza del 16% negli MSM in Europa ed è associato con sesso non protetto e con un alto numero di partner.
Le linee suggeriscono screening quantomeno per le popolazioni ad alto rischio:
• GBMSM
• sex worker
• persone con un uso problematico di alcol
• persone che fanno uso di droghe ricreazionali
quando si valuta la prontezza all’inizio e al mantenimento dell’ART e in caso di problemi cognitivi. Lo screening consiste in primo luogo in una serie di domande, quali:
• consumi sempre sostanze prima o durante i rapporti sessuali?
• Negli ultimi 3 mesi quanto spesso hai usato chem
• Quanto spesso l’uso di chem ti ha portato ad affrontare problemi di salute, sociali, legali o finanziari?
• Hai mai provato a smettere e hai fallito?
E così via… mah… non è proprio il mio campo di azione ma penso che una politica anche sanitaria di questo tipo finisce per non avere persone che si rivolgono al medico, mentre una politica mirata all’uso consapevole potrebbe avere più successo.
A ogni risposta viene attribuito un punteggio, uno score, e si procede come segue:
• 0-3 nessun intervento
• 4-26 intervento soft
• 27+ trattamento intensivo/ invio all’unità per le dipendenze (che da noi penso sia il SERD)
Ci sono anche nuove disposizioni rispetto all’uso di statine nelle persone con HIV, che restano sempre molto raccomandate.
EACS supporta con decisione coinvolgimento delle persone assistite nel processo decisionale condiviso.

A seguire relazione su uno studio sugli inibitori dei checkpoint, me la sarei mai potuta perdere? Sta a vedere che USL Bologna ha trovato un altro escamotage per mettere i bastoni fra le ruote.
Invece no, si tratta di una forma di immunoterapia contro il cancro. Bene che sia stata studiata su persone con HIV. Al netto del funzionamento specifico contro il cancro, secondo lo studio questa immunoterapia non impatta sul controllo di HIV, sulla replicazione virale né sulla conta dei CD4.

Ci sarebbero altri studi presentati in plenaria ma diventerebbe molto lungo per cui soprassiedo.

Solo vi do rapidamente conto della lettura finale di Linda-Gail Bekker del centro Desmond Tutu la cui relazione su PREP sembra una provocazione per l’Italia già dal titolo: PrEPping for the Future: The era of choice… quale scelta? In Italia c’è 1 farmaco per la PrEP, se sei allergico, intollerante, ecc. ti attacchi al tram. Comunque sia…

La Bekker parte in quarta con i risultati degli studi di Gilead su lenacapavir come PrEP, Purpose 1 e 2 rispettivamente su donne in Africa e – udite, udite – su uomini giovani, persone trans, non binarie. Mai vista una cosa del genere in 40 anni di ricerca. I primi risultati sulle donne sono superlativi: zero infezioni. Quindi? Finito? Parliamo della crisi climatica, ci chiede la Bekker. Ovviamente no. I dati di incidenza di HIV sono ancora impressionanti e allontanano gli obiettivi di UNAIDS per il 2030, e se ci sono ancora così tante nuove diagnosi vuol dire che c’è ancora molto da fare sul piano della prevenzione, a partire dalla possibilità di scegliere quella più adatta alle proprie esigenze. In Italia non è possibile, neppure il TAF (Tenofovir alafenamide) è utilizzabile, e accennare alla PrEP con cabotegravir LA sembra che equivalga a rapinare banca d’Italia, figuriamoci parlare della PrEP con bNAbs (anticorpi neutralizzanti), pensate che per le donne si sta parlando da tempo di unire PrEP e pillola anticoncezionale in una unica formulazione. Fantascienza per la testa degli italiani, oggi poi con i pro vita negli ospedali… oppure è in studio un doccino rettale al tenofovir, provate a immaginare in un Paese delle banane, dove ancora oggi la persona che prende una IST viene colpevolizzata, come e quando AIFA potrà mai approvare queste cose.

Da ultimo ricordo che già a CROI 2024 e anche qui a HIV Glasgow è stato presentato lo studio sugli ultra long acting (studio CAB-ULA) che ViiV sta sviluppando, sempre con cabotegravir, 1 iniezione ogni 4 mesi. Restando sul tema fantascienza, la Bekker cita studi di logistica della PrEP, dove i farmaci vengono portati dal corriere tipo just eat, dal postino, ecc. Mi sembra sufficiente, ho già il fegato che grida vendetta.

Sandro Mattioli
Plus aps

Con l’epidemia da sars-cov2/covid (quasi) alle spalle, riprendiamo le buone abitudini e quindi anche la formazione delle persone che sono disponibili a fare attività di volontariato presso i servizi dell’associazione: dal BLQ Checkpoint al PrEP Point, dai Venerdì Positivi alle domeniche di approfondimento “E tu che ne vuoi sapere?” e a tutti i progetti nuovi che stanno nascendo.
Abbiamo davvero voglia di conoscere nuove persone pronte a trascorrere un pò del loro tempo insieme a noi con questo nuovo corso di formazione.

Le ore d’aula si terranno presso la Casa della Salute Porto-Saragozza in via Sant’Isaia 94a a Bologna tranne quelle del 28 ottobre che saranno svolte presso la sede di Plus (via S. Carlo 42C) dalle 14 alle 18.
Invece il laboratorio residenziale si terrà presso il centro Ca’ Vecchia, in via Maranina 9 a Sasso Marconi (BO).

Le ore d’aula nella Casa della Salute Porto-Saragozza, sono aperte a chiunque voglia approfondire gli argomenti trattati, quindi anche se non vuoi fare il volontario ma ti interessano i temi, sei libero di entrare ed ascoltare. Invece la parte residenziale del corso è riservata a chi vuole fare il volontario.

Il limite massimo di iscrizioni per ogni sessione è di 20 persone. Il corso è gratis. L’organizzazione tecnica del corso è a cura dell’Azienda Sanitaria di Bologna che ne effettua anche la certificazione. Per cui se qualcuno fanno comodo alcuni crediti formativi, si faccia avanti e li richieda.

Il corso avrà inizio il 30 settembre 2023 alle ore 9 e terminerà con le giornate di laboratorio residenziale nel week end del 3-5  novembre 2023 per un totale di 40 ore fra aula e laboratorio.

Per partecipare è necessario inviare una mail a:
info@plus-aps.it indicando:
nome e cognome
numero cellulare

Scarica il programma del corso

Programma e presentazioni in PDF
sabato 30 settembre 2023 ore 9-13Sandro Mattioli
L’associazione Plus aps
sabato 7 ottobre 2023 ore 9-13Marco Stizioli
La PrEP: il lavoro community based
Raffaele Serra
Il ChemSex
sabato 14 ottobre 2020 ore 9-13Lorenzo Badia
Le epatiti virali
La PrEP e la PEP
sabato 21 ottobre 2023 ore 9-13Marco Borderi
L’infezione da HIV
Valeria Gaspari
Le infezioni sessualmente trasmissibili
sabato 28 ottobre ore 14-18 (sede Plus)Eleonora Gennarini
Il counselling fra pari
week end 3-5 novembre 2023Eleonora Gennarini
Laboratorio residenziale Ca’ Vecchia

In data 16 marzo il quotidiano diretto da Alessandro Sallusti ha fatto da sponda a una recente interrogazione del consigliere regionale emiliano-romagnolo di Forza Italia Galeazzo Bignami, interrogazione tutta centrata sul Blq Checkpoint e sulla liceità dei contributi versati dalla Regione negli anni 2014 e 2015 per realizzare il progetto stesso del centro. Nel mirino, il sito del Checkpoint e in particolare le immagini dell’opuscolo Capire il Chemsex.

Non è la prima volta che Plus, in qualità di associazione ideatrice e gestrice del Checkpoint, si trova a dover rispondere a un attacco del genere. È già successo pochi mesi fa, sotto Natale, da parte della Lega bolognese – con la quale peraltro c’è stato un chiarimento che ha tolto ogni dubbio di «immoralità» dagli occhi dei nostri detrattori.

Ripetiamo in questo frangente quanto già spiegato alla Lega Nord. Il nostro approccio alla prevenzione è la cosiddetta riduzione del rischio, il che significa che non promuoviamo pratiche sessuali o stili di vita di sorta, bensì ci limitiamo a prenderle in considerazione – quali realtà diffuse – cercando di fornire alla nostra utenza tutti gli strumenti indispensabili per compiere decisioni informate. L’obiettivo ultimo è ridurre le nuove infezioni, che spesso si verificano proprio nei contesti che tanto indignano il consigliere Bignami.

Approcci diversi dalla riduzione del rischio, magari basati su una comunicazione ellittica, minacciosa o moralistica, non hanno mai dimostrato alcuna efficacia. Speriamo quindi che anche «Il Giornale» comprenda come si fa prevenzione primaria al giorno d’oggi. E se ce ne desse la possibilità, saremmo ben lieti di replicare sulle sue pagine all’articolo di Francesco Curridori.

Sandro Mattioli
Plus Onlus
Presidente

Clicca qui per scaricare la presentazione in pdf.

English version below

Chemsex: conoscenze e comportamenti tra gli MSM italiani

autori: Corbelli GM1, Mattioli S1, Degli Esposti C1, Franchini C1, Gorgoni P1, Pieralli P11Plus onlus

Background: diversi rapporti mostrano che l’uso di droghe come metanfetamina, mefedrone, GHB / GBL tra i maschi che hanno rapporti sessuali con maschi (MSM) è un fattore importante per le infezioni a trasmissione sessuale come l’HIV o l’HCV. Il primo European Chemsex Forum (Londra, 6-8 aprile) ha lanciato un breve sondaggio in tutta Europa per comprendere la conoscenza e il comportamento del Chemsex tra gli MSM. Plus onlus ha tradotto il sondaggio e l’ha lanciato su Internet per valutare conoscenze e comportamenti legati al chemsex tra gli MSM italiani.

Risultati: tra il 23 febbraio 2016 e il 23 marzo 2016, 312 intervistati hanno preso parte al sondaggio. L’89,3% di loro (N = 276) erano maschi, l’1,0% (N = 3) trans e per l’1,0% (N = 3) non erano disponibili dati; 30 donne intervistate vengono escluse da questa analisi. La maggior parte dei 282 intervistati inclusi nell’analisi erano gay (90,4%), 4,2% bisessuali, 3,5% eterosessuali. La maggior parte di loro (54,2%) ha riferito di essere HIV-negativa, il 37,6% HIV positivo e il 6,7% di uno stato HIV sconosciuto.
Il termine “chemsex” era conosciuto dal 73,0% degli intervistati che nella maggior parte dei casi poteva spiegarlo correttamente. La metà degli intervistati (49,2%) ha dichiarato di essere in grado di trovare informazioni sul chemsex e l’altra metà (49,2%) ha dichiarato di non riuscire a farlo; tra coloro che potevano, l’84,5% trova informazione su Internet, il 45,3% da persone che conoscono, il 37,8% da un partner sessuale.
Complessivamente un intervistato su quattro (23,0%, N = 65) ha riferito di aver utilizzato uno dei farmaci considerati parte del chemsex (metanfetamina, mefedrone, GHB / GBL). Le metanfetamine sono state usate da 40 intervistati, il mefedrone da 38, GHB / GBL da 40. La maggior parte di coloro che hanno riferito di aver usato droghe, ha riferito di averne usata più di una, con 18 intervistati che hanno riferito di averne usate tre. La maggior parte degli intervistati ha riferito di fare chemsex dove vive (50,8%) e alcuni in altri luoghi della nazione in cui vive (16,9%); il 27,7% fa chemsex all’estero, con Berlino menzionata da metà di loro, Londra da uno su quattro. Tra coloro che segnalano chemsex nella loro città natale, il 24,2% vive a Bologna, il 15,1% a Milano e il 15,1% a Roma.

Conclusioni: questa è, a nostra conoscenza, la prima valutazione sul chemsex in Italia; mostra che il chemsex non è raro tra gli MSM, sebbene sia particolarmente comune in sottogruppi specifici. Sono necessarie ulteriori indagini per capire quanto sia rilevante questo fenomeno nel guidare l’epidemia di HIV e HCV e dovrebbe prendere in considerazione strategie specifiche per raggiungere i sottogruppi più rilevanti della comunità MSM.


English version

ChemSex: knowledge and behaviours among Italian MSM

authors: Corbelli GM1, Mattioli S1, Degli Esposti C1, Franchini C1, Gorgoni P1, Pieralli P11Plus onlus

Background: Several reports show that the use of drugs such as metanphetamine, mephedrone, GHB/GBL among men who have sex with men (MSM) is an important driver for sexually transmitted infections such as HIV or HCV. The first European Chemsex Forum (London, 6-8 April) launched a brief survey throughout Europe to understand knowledge and behaviour about Chemsex among MSM. Plus onlus translated the survey and launched it on the internet to assess knowledge and behaviour related to chemsex among Italian MSMs.

Results: Between 23 February, 2016 and 23 March, 2016, 312 respondents took part to the survey. 89.3% of them (N=276) were male, 1.0% (N=3) trans and 1.0% (N=3) no data was available; 30 female respondents are removed from this analysis. Most of the 282 respondents included in the analysis were gay (90.4%), 4.2% bisexual, 3.5% heterosexual. Most of them (54.2%) reported to be HIV negative, 37.6% HIV positive and 6.7% reported unknown HIV status. 

The term “chemsex” was known by 73.0% of the respondents who in most cases could correctly explain it. Half of the respondents (49.2%) reported they could find information about chemsex and half (49.2%) reported they could not; among those who could, 84.5% found them on the internet, 45.3% from people they know, 37.8% from a sexual partner. 

Overall one out of four respondents (23.0%, N=65) reported use of one of the drugs considered to be part of chemsex (methamphetamine, mephedrone, GHB/GBL). Methamphetamines were used by 40 respondents, mephedrone by 38, GHB/GBL by 40. Most of those who reported having used drugs, reported having used more than one drug, with 18 respondents reporting having used the three of them. Most respondents reported they do chemsex where they live (50.8%) and some in other places of the nation where they live (16.9%); 27.7% do chemsex abroad, with Berlin been mentioned by half of them, London by one out of four. Among those who report chemsex in their hometown, 24.2% live in Bologna, 15.1% in Milan and 15.1% in Rome. 

Conclusions: This is, to our knowledge, the first assessment on chemsex in Italy; it shows that chemsex is not rare among MSMs, although it is particularly common in specific subgroups. Further investigation to understand how relevant this phenomenon is in driving HIV and HCV epidemic is needed and it should take into account specific strategies to reach out the most relevant sub-groups of the MSM community. 

Martedì 20 settembre dalle ore 21:30 presso la sede del BLQ Checkpoint, in via san Carlo 42/c a Bologna, si terrà la prima presentazione del nuovo opuscolo curato da Plus Onlus: Capire il chemsex.

Il chemsex è una pratica che si sta diffondendo sempre più: l’assunzione di sostanze a scopo sessuale, con possibili conseguenze sul fronte della salute a cominciare dalla trasmissione d’infezioni come hiv ed epatite c. L’opuscolo rientra in una strategia di prevenzione e riduzione del danno.

Secondo di una serie inaugurata nel 2014 con Sesso Gay Positivo, Capire il chemsex consta di 32 pagine ed è la traduzione – adattata e arricchita – di Understanding Chemsex, rilasciato pochi mesi fa dall’autorevole Terrence Higgins Trust di Londra.

A parlarne insieme ai volontari di Plus, due ospiti d’eccezione: Immanuel Casto, che lancerà una diretta sulla sua pagina facebook, e il pornodivo Zander Craze.

Giulio Maria Corbelli di Plus presenterà al pubblico i contenuti dell’opuscolo, dopodiché il microfono passerà agli special guest e agli astanti, che potranno fare domande e raccontare esperienze personali – sul modello d’incontri informali di grande successo a Londra e Berlino come Let’s Talk About Sex and Drugs.

L’entrata è libera.

Capire il chemsex

  1. Rischi legati alle droghe: se non usate bene, alcune possono essere molto pericolose. Cercheremo di darti informazioni utili per limitare gli effetti negativi di ciascuna sostanza. I consigli base sono:
    1. Non esagerare con le quantità e non mischiare troppe droghe diverse.
    2. Tieni un diario delle sessioni, con giorno e sostanze assunte.
    3. Durante la sessione, scrivi dosi e orario in cui prendi le droghe su un foglio.
    4. Non fare chemsex se sei depresso, arrabbiato o emotivamente fragile: rischi di amplificare queste sensazioni.
    5. Programma da sobrio: pensa in anticipo a cosa vuoi fare, quali e quante droghe vuoi prendere, come intendi affrontare certe situazioni (ad esempio, se vuoi che durante la sessione arrivino altre persone o no).
    6. Alcuni farmaci per l’Hiv (in particolare gli inibitori della proteasi) possono potenziare gli effetti di droghe come ecstasy, ketamina, speed, GHB e crystal meth, col rischio di overdose.
  1. Rischi legati alle infezioni sessuali: eccitati e rilassati per effetto delle droghe, può essere più difficile proteggersi dalle infezioni che si trasmettono nel sesso (Hiv, sifilide, gonorrea, eccetera). Ecco qualche suggerimento generale per limitare i rischi:
    1. Porta sempre con te profilattici a sufficienza, lubrificante a base d’acqua, siringhe pulite.
    2. Se sei in terapia antiretrovirale o in PrEP, non dimenticarti le pillole.
    3. Se fai sesso di gruppo, ricorda di cambiare preservativo passando da un partner all’altro, anche se prendi la PrEP.
    4. Usare un ago già usato da altri per iniettarsi delle droghe aumenta le possibilità di contrarre l’Hiv o le epatiti.
    5. Usare cannucce già usate da altri per pippare le sostanze è un modo perché si trasmettano i virus delle epatiti.
  1. Rischi legati a pratiche sessuali: nei chemsex party, a volte si fanno pratiche sessuali rischiose, come il fisting o il sadomaso. È importante che tu sappia come ridurre il rischio, anche in condizioni in cui manca il controllo o la lucidità:
    1. Alcune sostanze abbassano la soglia del dolore: potresti non accorgerti di avere ferite al glande o al retto.
    2. Assistetevi a vicenda: tieni d’occhio i tuoi compagni di gioco, magari datevi il cambio per tenere tutto sotto controllo.

Come mi accorgo se ho un problema con il chemsex?

Solo tu sai se il chemsex è diventato un problema per te. Ecco alcuni segnali che possono aiutarti a capire quando è il caso di darsi una regolata:

  • stai rischiando di prendere (o trasmettere) l’Hiv o altre infezioni sessualmente trasmissibili;
  • sai di aver fatto sesso ma non te lo ricordi, né ricordi di aver dato il tuo consenso;
  • stai prendendo più roba del previsto, o più a lungo del previsto, o hai perso il senso del tempo;
  • ti rendi conto che a causa del chemsex arrivi tardi al lavoro o dai buca a degli appuntamenti importanti;
  • spendi tutti i tuoi soldi per acquistare le sostanze;
  • ti senti in colpa per l’uso di droghe o per le cose che fai quando sei fuori di testa;
  • trascorri un sacco di tempo in cerca di droghe e sesso o per riprenderti da sessioni pesanti di chemsex;
  • passi allo slamming (iniezione in vena) per cercare di ritrovare un effetto maggiore;
  • non riesci più a goderti il sesso senza le droghe.

Ti sei accorto di essere diventato dipendente dal chemsex?

È il momento di chiedere aiuto. L’esperienza insegna che difficilmente puoi uscirne da solo o con l’aiuto degli amici. Anche se non ci sono moltissimi professionisti specializzati in questo campo in Italia, diversi psicoterapeuti, psicologi o sessuologi con esperienza nel trattamento delle tossicodipendenze possono comunque darti una mano. Se vuoi conoscere i recapiti di professionisti affidabili, puoi contattare Plus (presso i Checkpoint di Bologna o Roma) oppure qualche altra associazione attiva in questo campo nella tua zona. Fai presto però. Se hai il minimo sospetto di essere diventato dipendente, agisci in fretta: è probabile che tu debba affrontare sfide molto pesanti; prima lo fai, prima ne sei fuori!


Chemsex e salute mentale

Se soffri di attacchi di panico o depressione, l’uso di droghe aumenta il rischio di amplificarli fino ad avere gravi problemi mentali. In altre parole: le droghe tendono a innescare questi fenomeni latenti. Può anche capitare che tu non lo sappia e che lo scopra solo a cose fatte.


Questa pubblicazione è stata realizzata grazie a un contributo non condizionato di ViiV Healthcare. Testi a cura di Giulio Maria Corbelli, Simone Buttazzi, Sandro Mattioli e Stefano Pieralli. Per la parte legale ringraziamo Niccolò Angelini e Andrea Frigieri. Fotografie di: Antonio Falzetti.

Le informazioni sono aggiornate al mese di gennaio 2021.

Se coltivi, produci, fabbrichi, estrai, raffini, vendi, offri o metti in vendita, cedi (anche gratuitamente), trasporti (fai il “corriere”), distribuisci, commerci, procuri ad altri (“spacci”), invii, passi o spedisci in transito, consegni per qualunque scopo le droghe sino ad ora citate senza avere l’autorizzazione da parte del Ministero della sanità commetti un reato per l’ordinamento italiano punito con la reclusione da 6 a 20 anni e con la multa da Euro 26.000 ad Euro 260.000. Tale pena è ridotta (reclusione da 6 mesi a 4 anni e multa da 1.032 a 10.329 Euro) se la tua condotta, per i mezzi, la modalità o le circostanze ovvero per la qualità e quantità delle sostanze, viene giudicata, nel singolo caso, di “lieve entità” (art. 73, comma 1, del D.P.R. 09.10.1990, n. 309 – Testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope).

Se illecitamente importi, esporti, acquisti, ricevi a qualsiasi titolo o comunque detieni le sostanze stupefacenti o psicotrope sopra descritte per farne uso personale o di gruppo (compri la droga per consumarla insieme ad amici), commetti invece un illecito amministrativo sanzionabile con la sospensione della patente di guida, del porto d’armi, del passaporto e del permesso di soggiorno per motivi di turismo se sei cittadino extracomunitario e puoi essere invitato a seguire un programma terapeutico e socio-riabilitativo predisposto dal servizio pubblico per le tossicodipendenze (art. 75 del sopra citato D.P.R. 309/1990).

Se, al momento dell’accertamento, sei alla guida di una autovettura, la Polizia procederà inoltre all’immediato ritiro della tua patente di guida.

Per verificare quali siano i limiti quantitativi massimi delle sostanze stupefacenti e psicotrope, riferibili ad un uso esclusivamente personale, ti consigliamo di consultare il testo del Decreto Ministeriale dell’11.04.2006, che può essere reperito al seguente link: https://antidroga.interno.gov.it/media/2019/04/D.M.-11-aprile-2006.pdf


Questa pubblicazione è stata realizzata grazie a un contributo non condizionato di ViiV Healthcare. Testi a cura di Giulio Maria Corbelli, Simone Buttazzi, Sandro Mattioli e Stefano Pieralli. Per la parte legale ringraziamo Niccolò Angelini e Andrea Frigieri. Fotografie di: Antonio Falzetti.

Le informazioni sono aggiornate al mese di gennaio 2021.

Gli stimolanti

mefedrone (Mef)
crystal meth (Tina, ice)
cocaina e crack (coca basata)
ma anche:
MDMA o MDPV, ecstasy, speed e altre

Tra gli stimolanti ci sono la cocaina, le amfetamine e i catinoni come il mefedrone o l’MDPV. Sono droghe che accelerano le funzioni del corpo, ti fanno sentire più sveglio e sicuro di te e aumentano il senso di empatia nei confronti delle altre persone – anche in chiave sessuale. Il down porta con sé depressione e ansia. Gli stimolanti possono provocare dipendenza molto rapidamente perché si cerca di assumerne di più per riprodurre l’effetto iniziale.


Mefedrone

Cos’è e come si prende. È una droga stimolante nella forma di una polverina bianca che si può sniffare, ingoiare, iniettare intramuscolo oppure in vena (slamming) o nel retto con una siringa senz’ago (booty bump).

Gli effetti. Per circa un’ora dopo aver assunto mefedrone ti puoi sentire particolarmente allerta, vicino a chi ti circonda, sicuro di te ed eccitato. L’iniezione via slamming porta a una botta più rapida e intensa. Per i rischi legati allo slamming, vedi più sotto.

Dosi. Con un grammo di mefedrone, si fanno circa dieci assunzioni: fai passare almeno due ore tra una assunzione e l’altra.

Dipendenza. Il meccanismo di dipendenza viene dal desiderio di assumerne sempre più spesso e di più per provare le stesse sensazioni. Per evitarlo, conviene rispettare scadenze e dosi: cerca di tenere nota delle quantità e della frequenza dell’assunzione. Se fai slamming, la dipendenza è più facile. Inoltre, il mefedrone può causare insonnia acuta e tachicardia per molte ore, quindi conviene pensare a quanto si vuol stare svegli, oltre a prepararsi al down.


Crystal meth

Cos’è e come si prende. È una polvere in cristalli che può essere inalata mediante una pipa di vetro, sniffata o iniettata per via intravenosa (slamming) o nel retto (booty bump).

Gli effetti. Il crystal meth ti dà la carica, ti fa sentire vigile e sicuro di te, impulsivo e molto eccitato, senza freni inibitori, a volte anche aggressivo. Il crystal aumenta anche la temperatura corporea, il battito cardiaco e la pressione sanguigna, con possibili rischi di infarto, ischemia, coma o morte – soprattutto se mischiato ad altri farmaci, compresi alcuni antidepressivi e antiretrovirali (in particolare, gli inibitori della proteasi). Sotto il suo effetto, puoi tirare avanti per giorni senza mangiare o dormire. Il down porta con sé un senso di esaurimento accompagnato ad aggressività ed episodi paranoici, in alcuni casi persino suicidi.

Dosi. La dose tipica è di 0,1 grammi (cioè con un grammo si possono fare dieci dosi). L’ideale sarebbe fare una, due assunzioni nel corso di una sessione. Comunque, è bene far passare almeno due ore tra le assunzioni.

Dipendenza. Il crystal meth dà dipendenza molto in fretta in quanto sono necessarie sempre più dosi per riprodurre l’effetto iniziale. Questo tipo di dipendenza è devastante e in casi estremi provoca la perdita di relazioni, rapporti lavorativi, conti in banca. L’iniezione intravenosa (slamming) facilita il rischio di diventare dipendenti e accelera anche l’eventualità di problemi di salute quali ascessi, vene collassate, avvelenamento ematico e infezioni cardiache. Smettere col crystal può essere molto difficile e gli effetti della droga sulla psiche possono durare anche dopo aver smesso di assumerla.

Se sei con qualcuno che ha preso crystal e sta dando segno di squilibrio, paura o paranoia, ricordati sempre che in questi casi tutto quel che si prova sembra vero e può condurre a comportamenti aggressivi, in quanto la persona si sente in grave pericolo. Evita confronti diretti e parlagli con calma, senza contatto fisico, evitando di litigare o contraddirlo e ripetendo che non è in pericolo. Se la situazione degenera, conviene chiamare un’ambulanza.


Cocaina o crack (coca basata o basa)

Cos’è e come si prende. Nell’ambito del chemsex, più che la “classica” cocaina che viene generalmente pippata, cioè inalata dal naso usando una cannuccia, si usa la “basa”. Si tratta di cocaina che viene fumata dopo averla preparata “cuocendola” con bicarbonato o ammoniaca. Per fumarla si usa tipicamente una bottiglia di plastica in cui è stata infilata una cannuccia per aspirare e che in cima ha un piccolo braciere di carta stagnola bucherellata con della cenere su cui si appoggiano i cristalli di basa. Alcuni chiamano “basa” quella preparata con il bicarbonato, “crack” quella preparata con l’ammoniaca. Per il “freebase”, poi, cioè il crack purificato dal taglio, occorre un passaggio in etere etilico.

Gli effetti. La coca è uno stimolante, spesso rende euforici, rende più facili i contatti con gli altri e ti può dare l’impressione di una certa onnipotenza. L’effetto però dipende molto dalla situazione in cui ti trovi.

Dosi. La dose media da pippare va dai 50 ai 100 mg (cioè tra 0,05 e 0,1 grammi), anche se è difficile sapere quanto sia concentrata la coca che si sta consumando e quanto invece sia “tagliata” con altre sostanze se non si fa una analisi. L’effetto dura fino a un paio d’ore.
Se invece viene fumata, sono consumati da 50 a 350 mg, e l’effetto è molto più breve ma più intenso: si sente per alcuni minuti (da 2 a 5) una euforia molto forte, però il fatto che duri così poco porta facilmente a voler tornare a fumare spesso. Così, è facile sviluppare subito dipendenza.

Dipendenza. Oltre al rischio di dipendenza, bisogna fare attenzione alla pressione arteriosa: se ce l’hai alta, la coca può essere pericolosa (rischio infarto!) soprattutto se assumi anche altre sostanze. Durante la salita (quando comincia a fare effetto) è possibile sentirsi angosciati. In questo caso non bisogna opporre resistenze, passerà presto. Gli effetti non desiderati sono ovviamente più comuni se consumi abitualmente: sbalzi di umore, non riuscire a dormire, scatti di ira anche violenti, paranoie… E poi se ti fai spesso è facile assuefarsi: tendi a consumarne di più – fino a 10 volte di più – per cercare di provare gli stessi effetti della prima volta. E così basta un attimo per cadere nella dipendenza.
Nel sesso, chi si fa di coca o basa si sente stimolato ma in realtà spesso ha difficoltà di erezione; attenzione però a prendere in contemporanea qualcosa per fartelo venire duro, assunti insieme alla basa quei farmaci possono creare problemi cardiaci. Venire – cioè raggiungere l’orgasmo – è particolarmente difficile, visto che la coca riduce la sensibilità.
Poi c’è la discesa, cioè quando si smette di assumere: il ritorno alla realtà è difficile perché si perde la carica e la stima di sé. La tentazione di affrontare tutto questo tornando a farsi è alta e serve forza per non assecondarla.


Lo slamming (iniezione in vena)

Assumere le droghe per via iniettiva – intramuscolo o intravenosa – accelera la comparsa degli effetti, soprattutto se l’iniezione viene praticata nella vena. Per iniettarsi le droghe, bisogna scioglierle in soluzione fisiologica. Per evitare contaminazioni, è importante che ciascuno utilizzi la propria siringa e il proprio recipiente in cui sciogliere la sostanza e da cui riempire la siringa. Usare un ago già usato da altri per iniettarsi una droga aumenta sensibilmente il rischio di trasmissione dell’Hiv e delle epatiti.

Come fare slamming:

  1. Non fare mai slamming da solo. Lavati accuratamente le mani. Assicurati di avere tutto ciò che ti serve. Usa sempre la tua siringa sterile e la tua boccetta sterile per preparare la sostanza.
  2. Sciogli la sostanza in acqua sterile in una boccetta sterile, se possibile.
    Passa la soluzione nella siringa usando un filtro, senza ago.
  3. Tieni la siringa verso l’alto e dalle dei colpetti finché le bolle d’aria salgono verso la cima della siringa. Premi lo stantuffo finché non appare una goccia in cima all’ago. Non toccare l’ago con niente per evitare di contaminarlo. Rimetti il cappuccio sulla siringa e mettila da parte.
  4. Evita di fare l’iniezione vicino alla testa o al collo; il rischio di overdose aumenta se inietti vicino al cervello o al cuore. Evita polsi e mani: nervi, vene e arterie sono vicinissimi in queste zone e il rischio di rotture dei vasi sanguigni è maggiore. Evita la zona sotto la vita: è più facile provocare coaguli o trombi, e mai iniezioni vicino ai genitali! Non fare l’iniezione in una zona infiammata, dolente, gonfia o lesa, aumenteresti solo il rischio di infezioni. Non fare due iniezioni consecutive nello stesso punto, lascia alla vena il tempo di ripararsi.
  5. Scalda il punto prima dell’iniezione, anche dando dei colpetti. Pulisci il punto dell’iniezione passandoci sopra un tampone imbevuto di disinfettante e non toccare la pelle dopo averla disinfettata.
  6. Metti un laccio emostatico intorno al braccio per rendere evidente la vena (lo puoi comprare in farmacia o usare un elastico o un cordino). Se hai difficoltà, allenta il laccio e prova dopo qualche minuto.
  7. Inietta nella direzione del flusso sanguigno verso il cuore, con l’ago a circa 45°, con il buco dell’ago verso l’alto. Non iniettare troppo a fondo, meno di un centimetro, perché le arterie stanno più in profondità. Aspira un poco di sangue per accertarti di essere nella vena. Se non tiri sangue, metti via la siringa e ricomincia con una nuova.
  8. Quando l’ago è nella vena, allenta il laccio per evitare di danneggiare la vena. Non fare slam con il laccio stretto.
  9. Inietta lentamente nella vena. Estrai l’ago dolcemente.
  10. Fai pressione e tieni premuto sul punto dell’iniezione per almeno un minuto. Non piegare il gomito per fermare il sanguinamento.
  11. Butta la siringa in un contenitore apposito.

Qualche consiglio:

  • fatti vaccinare contro l’epatite A e B;
  • porta con te un numero sufficiente di aghi, in modo da non doverli riciclare;
  • bevi molto: aiuta a trovare le vene;
  • se non trovi subito la vena, cambia l’ago (si danneggia appena lo usi);
  • usa aghi il più possibile piccoli;
  • non ti iniettare un cocktail di droghe differenti: gli effetti sono imprevedibili e aumenta il rischio di overdose;
  • informati su dove trovare siringhe pulite e smaltire quelle usate;
  • non mischiare droghe diverse nello stesso contenitore.

I sedativi

GHB/GBL (G, Gina)
ketamina (K)
ma anche:
Xanax, Valium, eroina

I sedativi o tranquillizzanti comprendono i barbiturici, le benzodiazepine, i sedativo-ipnotici e gli anestetici. I più diffusi e facilmente accessibili sono le benzodiazepine, tra cui l’alprazolam (Xanax), il clonazepam (Rivotril) e il flunitrazepam (Rohypnol, Darkene).

Le benzodiazepine sono ad alto rischio dipendenza. Il rischio di overdose aumenta in presenza di cocktail di sedativi diversi.


GHB/GBL

Cos’è e come si prende. Il GHB è un liquido oleoso, trasparente, inodore, dal sapore leggermente salato; più raramente, si presenta in polvere bianca. Il GBL, anch’esso un liquido, ha un sapore “chimico”: è un precursore del GHB, cioè una volta assunto viene trasformato in GHB nel corpo; di solito è più potente per cui ce ne vuole di meno. Il G (termine con cui ci si riferisce sia al GHB che al GBL) si assume bevendolo, in genere mescolato con altra bevanda (succo di frutta o Coca Cola). Non va mai mescolato con l’alcol perché le due sostanze interagiscono e possono portare alla morte. E non va mai iniettato.

Gli effetti. La botta arriva dopo circa 20 minuti e dura minimo un’ora, massimo quattro. L’assunzione di questa droga ti rilassa e ti fa sentire eccitato.

Dosi. L’overdose da G è considerata una delle cause di morte più frequenti in alcuni ambienti gay. Perciò è molto importante rispettare le dosi! La dose “normale” per il G va da 1 a 2 millilitri, anche a seconda della tua corporatura e abitudine all’uso. I segni dell’overdose sono svenimento, vomito, comportamenti bizzarri o incoerenti, distorsioni facciali, difficoltà a comunicare.

Qualche consiglio:

  • È cruciale dosare bene il G: molte persone usano pipette da collirio o piccole siringhe.
  • Aspetta due ore prima di prendere una seconda dose: l’overdose arriva di solito quando prendi una seconda dose senza aspettare che la prima faccia effetto.
  •  Segna orari e dosi su un foglio per essere sicuro.
  • Il G s’accumula nel corpo strada facendo, quindi il rischio di overdose aumenta insieme alla frequenza dell’uso. Se non riesci ad aspettare due ore, cerca almeno di ridurre le singole dosi.
  • Non assumerlo con alcol o altri sedativi (come la ketamina o il valium).
  • Resta fedele ai tuoi dosaggi e ai tuoi tempi senza farti influenzare da quelli degli altri.
  • Bere da una tazza o da una bottiglia – soprattutto se non le hai preparate tu – porta con sé un alto rischio di overdose.
  • Se perdi la cognizione del tempo dopo aver assunto una dose, aspetta almeno due ore prima di calarne un’altra.
  • Visto che gli svenimenti non sono rari, non prenderla mai da solo.
  • Metti il G in un contenitore dal quale di solito non si beve, come un portacenere o una ciotola. In questa maniera riduci il rischio che qualcuno l’assuma accidentalmente. Inoltre, tienilo lontano dalle altre bevande.
  • Mentre misuri le tue dosi, conviene sempre avere qualcuno che guardi quello che fai. Se non ti ricordi di aver preso la dose o non te lo sei segnato, magari se ne ricorda qualcun altro.
  • Se qualcuno si sta addormentando sotto l’effetto del G, tienilo sveglio. Non è sonno vero e proprio, ma uno stato d’incoscienza potenzialmente pericoloso. In attesa che gli effetti passino, stendilo sul fianco – non di schiena – per evitare che soffochi nel proprio vomito. Controlla il respiro, e se si mette male chiama un’ambulanza.
  • Evita il G se hai problemi di pressione (alta o bassa), epilessia, convulsioni, problemi cardiaci o respiratori.

Dipendenza. Se lo assumi regolarmente, potresti notare i tipici segni di una dipendenza fisica da G, che possono affiorare già dopo un lungo week end di chemsex: attacchi di panico, sudorazione e convulsioni. Se sono gravi, fatti ricoverare e racconta per filo e per segno cos’hai preso e in quali quantità. Ne va della tua vita.


Ketamina

Cos’è e come si prende. La ketamina è di solito una polvere da sniffare, i cui effetti durano tra i 45 e i 90 minuti. Se iniettata in forma liquida o ingoiata, i suoi effetti durano anche tre ore. Ha il potere di eccitarti e di far perdere sensibilità al corpo, per cui il sesso può durare anche molto a lungo senza accorgersi di lesioni al glande o al retto. È una droga molto diffusa nell’ambito del fisting. Non sentendo dolore, potresti provocarti sanguinamenti o abrasioni che facilitano il passaggio d’infezioni come l’Hiv e le epatiti. Se eccedi col dosaggio puoi finire nel “K-hole”: è una condizione di incoscienza in cui si hanno difficoltà a muoversi, a parlare, a ingerire e persino a respirare. Si ha l’impressione di abbandonare il proprio corpo entrando in un tunnel di luce.

Dosi. Le dosi variano da 50-100 mg in caso di iniezione in vena e fino a 200 mg se pippata (tirata con il naso).

Dipendenza. Anche in questo caso è possibile svilupparla. Una dipendenza da ketamina causa ansietà, depressione, istinti suicidi, perdita di memoria e altri problemi psichici e di salute. Un uso frequente può provocare danni permanenti ai reni, al fegato o alla vescica.



Questa pubblicazione è stata realizzata grazie a un contributo non condizionato di ViiV Healthcare. Testi a cura di Giulio Maria Corbelli, Simone Buttazzi, Sandro Mattioli e Stefano Pieralli. Per la parte legale ringraziamo Niccolò Angelini e Andrea Frigieri. Fotografie di: Antonio Falzetti.

Le informazioni sono aggiornate al mese di gennaio 2021.

Alcuni farmaci anti-Hiv (in particolare gli inibitori della proteasi) aumentano i livelli di alcune droghe da sballo nel corpo quali MDMA, ketamina, speed, GHB e crystal meth, col rischio di overdose. Sotto l’effetto di droghe si corre inoltre il rischio di prendere le pillole all’orario sbagliato, o di saltare la dose.
Il sildenafil (Viagra), il tadanafil (Cialis) e gli altri principi attivi che agevolano l’erezione possono interagire con alcuni antiretrovirali, per cui conviene limitarne il dosaggio o prenderli in orari distanti da quelli delle terapie. Poppers e droghe simil-viagra possono anche causare pericolosi abbassamenti della pressione sanguigna, soprattutto se assunti insieme.
I due farmaci usati per l’Hiv che possono avere le interazioni più pericolose con le droghe da chemsex, con i farmaci per l’erezione o con le benzodiazepine sono il ritonavir (Norvir) e il cobicistat (Tybost). Il cobicistat è un componente delle pillole Stribild, Genvoya (che contengono anche elvitegravir, tenofovir ed emtricitabina), Prezcobix (con il darunavir), Symtuza (con darunavir, emtricitabina e tenofovir alafenamide) ed Evotaz (con atazanavir). Il ritonavir è presente nel Kaletra (con il lopinavir) ma di solito si assume in una pillola a parte chiamata Norvir da prendere con altri inibitori della proteasi; è presente anche nel Viekira Pak che contiene due pillole per il trattamento dell’epatite C.
Anche se è possibile che ci siano potenziali interazioni tra le droghe da chemsex e altri farmaci usati contro l’Hiv, secondo alcuni studi sarebbero meno pericolose. Nel caso si assuma ritonavir o cobicistat (anche in una delle combinazioni elencate sopra) e non si riesca a rinunciare al chemsex, è meglio parlarne apertamente con il proprio medico per valutare la possibilità di cambiare terapia.
Per quanto riguarda gli inibitori non nucleosidici della trascrittasi inversa, in particolare efavirenz (Sustiva), nevirapine (Viramune) ed etravirine (Intelence), l’interazione può provocare un abbassamento della concentrazione delle droghe. Questo potrebbe portare ad assumere più droghe magari in maggiore quantità per ottenere l’effetto atteso, con rischi imprevedibili.

 

Specchietto basato sugli studi dell’università di Liverpool


Questa pubblicazione è stata realizzata grazie a un contributo non condizionato di ViiV Healthcare. Testi a cura di Giulio Maria Corbelli, Simone Buttazzi, Sandro Mattioli e Stefano Pieralli. Per la parte legale ringraziamo Niccolò Angelini e Andrea Frigieri. Fotografie di: Antonio Falzetti.

Le informazioni sono aggiornate al mese di gennaio 2021.

Se ti esponi al rischio di contrarre l’Hiv (ad esempio, se si rompe il preservativo), c’è la possibilità di iniziare una terapia in grado di prevenire l’infezione. Si chiama profilassi post-esposizione (PEP, o PPE) e comporta l’assunzione di tre farmaci antiretrovirali per 28 giorni consecutivi. La PEP ha maggiori possibilità di successo se iniziata nel giro di poche ore dal rapporto a rischio. Prima si comincia, meglio è. Ma può ancora essere efficace se iniziata entro 48 ore dall’incidente.

Se vuoi iniziare la PEP, contatta rapidamente un centro di malattie infettive, o se gli orari di apertura non lo consentono, il Pronto Soccorso dell’ospedale più vicino e chiedi di vedere l’infettivologo di turno. Spiegherai a lui cosa è successo (puoi contare sulla sua riservatezza) e insieme valuterete se è il caso di fare la PEP.

La profilassi pre-esposizione o PrEP è invece l’assunzione di una pillola che contiene due farmaci antiretrovirali (tenofovir ed emtricitabina combinati con il nome commerciale di Truvada). La persona sieronegativa che assume con regolarità questa pillola riduce sensibilmente le possibilità di contrarre l’Hiv. Ciò che più conta per aumentare questa protezione è assumere il farmaco secondo le indicazioni. Lo schema consigliato per l’uso della PrEP è quello di una pillola al giorno, ogni giorno.

In alternativa, funziona anche prendere quattro pillole per rapporto sessuale a rischio: due qualche ora prima, una il giorno dopo e una il giorno dopo ancora (più o meno alla stessa ora). Questo uso intermittente della PrEP può essere adatto se prevedi di fare sesso solo in certi giorni.

Se vuoi maggiori informazioni sulla PrEP, puoi consultare il sito prepinfo..

Ricordati infine che una persona sieropositiva in terapia efficace da almeno sei mesi (con viremia “undetectable” o non rilevabile) non è contagiosa. È la TasP, terapia come prevenzione, o U=U, undetectable = untrasmittable.


Questa pubblicazione è stata realizzata grazie a un contributo non condizionato di ViiV Healthcare. Testi a cura di Giulio Maria Corbelli, Simone Buttazzi, Sandro Mattioli e Stefano Pieralli. Per la parte legale ringraziamo Niccolò Angelini e Andrea Frigieri. Fotografie di: Antonio Falzetti.

Le informazioni sono aggiornate al mese di gennaio 2021.