Riprendono le domeniche di approfondimento “E tu che ne vuoi sapere?” tratto dalla frase che un clinico ci disse durante una conferenza. Secondo noi, invece, restare nell’ignoranza fa bene solo alle infezioni mentre l’empowerment delle persone che vivono con HIV aiuta a combattere efficacemente la sua azione.
Ci vediamo domenica 12 marzo alle ore 18 presso la sede di Plus in via S. Carlo 42C a Bologna e parleremo delle novità dalla conferenza CROI 2023.
La conferenza CROI (conference on retroviruses & opportunistic infections) è forse la più importante conferenza al mondo e si tiene, manco a dirlo, negli USA. La conferenza di quest’anno si è tenuta a Seattle (WA) dal 19 al 22 febbraio. Nella sezione “Articoli” potete leggere le relazioni del Presidente dell’Associazione.
La 30sima conferenza su retrovirus e infezioni opportunistiche (CROI), quest’anno si tiene a Seattle nello stato di Washington, famosissima per lo space needle che in Man in Black diventa l’astronave di non so quale bacarozzo gigante, per Grey’s Anatomy e per la più importante conferenza del mondo sul tema dell’HIV e dintorni. Un po’ se la raccontano da soli gli statunitensi, un po’ gli viene data corda perché buona parte del mondo aspetta il CROI per presentare le proprie ricerche… ad ogni modo è importante.
Per arrivare a Seattle da Bologna sono necessarie numerose ore di volo, ma soprattutto disorientano le 9 ore di fuso orario rispetto all’Italia. Devo dire che mi fa piacere che anche colleghi molto più giovani di me hanno il ciclo circadiano completamente scombinato.
È la prima conferenza in presenza in epoca covid, per cui sono tutti sul chi vive e la mascherina è obbligatoria sempre tranne per gli oratori e se mangi nelle aree appositamente create… per bere invece la mascherina va tenuta.
La conferenza si tiene nel nuovo acquisto del centro congressi di Seattle: il “Summit”, terminato appena in tempo per l’occasione. Occasione colta dai negazionisti per protestare davanti all’ingresso della conferenza “basta coi crimini della medicina”. È in questi casi che la mia naturale propensione ad approvare chi protesta in pubblico viene sostituita da un intenso desiderio di possedere una mitraglietta Uzi e fare spazio. Poi li guardo e mi risulta evidente che la merda, che soffoca quel poco di cervello che è rimasto, è difficile da scansare quando i ragionamenti sono privi di una qualunque base scientifica. Li saluto e mentalmente auguro loro una diagnosi tardiva così da poter scegliere se morire o rivedere alcune posizioni ideologiche.
La novità di quest’anno è l’aggiunta di un pezzo nuovo al programma: Social and Behavioral Science, vedremo come in concreto verrà inserita nel programma. Ho anche notato la presenza di una “Community Liaison Subcommittee” molto attiva rispetto agli anni precedenti, almeno per la mia esperienza. Il ruolo della community liaison è quello di fornire feedback all’organizzazione sui contenuti del programma con particolare attenzione agli argomenti scientifici di interesse per la comunità colpita da HIV/AIDS. Questa è la definizione ufficiale. Che cavolo voglia dire non lo so davvero, mi fa tanto dottori dei poveri, tuttavia è un primo passo importante. Proverò a parlare con qualcuno della Liaison per capire meglio. Ad ogni modo soprattutto nel pre-conference sono stai molto attivi con riunioni online, comunicazioni via mail, informazioni, ecc.
I lavori presentati dai ricercatori sono, come sempre, importanti.
1.609 gli abstract inviati 1.005 quelli accettati, di cui 152 sugli MSM. Lo sottolineo perché in Italia è forte la sensazione che di MSM si sia già parlato abbastanza.
Questa mattina sono incominciati i corsi precongressuali. Il più interessante dei quali, a mio avviso, è il Workshop For New Investigators and Trainees, perché è stato pensato per spiegare gli aspetti fondamentali di HIV ma realizzato spiegando lo stato dell’arte della ricerca. Non per caso lo stato dell’arte è stato spiegato da alcuni fra i principali ricercatori statunitensi fra cui l’italiano Guido Silvestri, una delle tante belle teste che l’Italia non si è saputa tenere stretta.
Lo stato dell’arte è stato spiegato con ben sei relazioni, io ve ne racconterò solo alcune che ritengo diano comunque il quadro della situazione.
Dopo un lungo percorso con le istituzioni bolognesi, purtroppo temporaneamente interrotto dal dannato covid, il percorso di Fast Track City è ripreso grazie al sostegno del Sindaco Matteo Lepore, al lavoro dell’Assessore alla Salute del Comune di Bologna Luca Rizzo Nervo, nonché all’attenzione posta dai dirigenti Iapac/Fast Track Cities con i quali siamo sempre stati in contatto, il vice-presidente di Iapac Bertand Audoin, e, soprattutto, Tanja Dittfeld che dirige Fast Track City Europe e che ha contribuito in modo incisivo al raggiungimento dell’obiettivo e che ha firmato insieme al Sindaco il documento di adesione, proprio nella giornata topica del 1 dicembre 2022, giornata mondiale per lotta contro HIV/AIDS.
Un obiettivo che, in realtà, è un punto di partenza. Ora comincia il vero lavoro. Il Sindaco e l’Assessore si sono assunti la responsabilità di portare la città di Bologna a raggiungere gli obiettivi di UNAids, i tre 95 (95% delle persone con HIV diagnosticate, 95% in terapia, 95% con viremia non rilevabile) prima del 2030. Ma il protocollo pone l’accento anche sul tema delle infezioni a trasmissione sessuale, su epatite C, il loro monitoraggio, trattamento e cura, stigma e discriminazione. Tutti temi sui quali anche a Bologna abbiamo spazi di miglioramento.
Sono obiettivi ambiziosi per raggiungere i quali il lavoro sarà molto impegnativo.
Bologna ha già posto in essere diversi strumenti utili a limitare le nuove infezioni. Penso alle unità di strada e agli interventi di riduzione del danno svolti da più servizi, al buon lavoro fin qui svolto dal Sant’Orsola con i suoi ambulatori HIV, MTS, PrEP, dal Centro C.A.S.A. e dal numero verde aids gestiti dall’Azienda Sanitaria.
Ma soprattutto penso al lavoro che da anni facciamo come Plus sul tema della prevenzione con i servizi BLQ Checkpoint e, più di recente, con il PrEP-Point.
Servizi che sono decisamente sottostimati, siamo aperti solo 6 ore a settimana, e che devono assolutamente essere implementati se vogliamo dare al progetto Fast Track l’impulso decisivo per raggiungere gli obiettivi prefissati.
Anche grazie all’apporto di Plus in una logica di sussidiarietà orizzontale, Bologna è l’unica città della Regione che può vantare un numero di diagnosi tardive visibilmente al di sotto della media regionale, ma è evidente che non basta. Le diagnosi tardive ci segnalano quanto lavoro c’è da fare sulla promozione dei test e anche la presenza di un sommerso importante. Due problemi che vanno assolutamente risolti se davvero vogliamo raggiungere gli obiettivi prefissati.
La Conferenza Mondiale AIDS di Montreal è iniziata col botto. Come disse Hillary Clinton – “non sarebbe una conferenza senza proteste”. Anche il civile e pacifico Canada mostra parecchie lacune e nessuno sembra intenzionato a soprassedere, giustamente. Io stesso, che pur vengo da un Paese di cui il Canada si fida, ho dovuto produrre un cospicuo numero di documenti sulla mia salute, sul covid, dichiarazioni giurate sul motivo della richiesta di entrare in Canada, Visa, assicurazione, ecc. ma sono riuscito a entrare. Purtroppo molti attivisti e attiviste soprattutto di income countries e perfino personale di IAS, non hanno ottenuto il visto d’ingresso, ma hanno ottenuto accuse di razzismo al Governo canadese nei confronti del quale pressoché tutti gli speaker dell’inaugurazione hanno speso parole molto dure.
Giustamente dure. Nessun esponente del Governo si è presentato ad accogliere i delegati, il Ministro dell’economia (se ben ricordo) ha dato forfait all’ultimo.
In compenso la sessione inaugurale è iniziata con una cerimonia di purificazione e con la benedizione di un’anziana Mohawk che, finito il cerimoniale, nel suo intervento non ha lesinato accuse nei confronti della cultura che ha accettato e nascosto lo sterminio di centinaia di bambini della sua nazione dati in custodia a una nota organizzazione religiosa.
Anche nei prossimi giorni ci saranno sessioni dedicate a come le nazioni indigene si rapportano ad HIV/AIDS e a come siano state ulteriormente emarginate.
L’idea di un Canada accogliente anche nei confronti dei nativi americani si sta sgretolando ora dopo ora e si fa strada l’idea che anche nel civile Canada le diseguaglianze siano importanti.
“Inequalities” (disuguaglianze) è senza dubbio la parola che emerge in questa giornata congressuale.
Disuguaglianze che ovviamente ci sono sempre state, forse un poco meno forti grazie al lavoro costante delle attiviste e degli attivisti, del fondo globale, di interventi mirati e accordi penso alla produzione in loco dei farmaci. Le cose sono radicalmente peggiorate per molte ragioni che molto hanno a che vedere con la guerra in Ucraina e con il covid che hanno assorbito ingenti quantità di denaro a discapito di un approccio globale alla salute. Infatti il fondo mondiale per l’Aids dichiara di aver ricevuto oltre un miliardo di dollari in meno. Una somma consistente che avrà pesanti ricadute proprio su quei Paesi i cui attivisti qui a Montreal si sono già fatti sentire interrompendo la sessione inaugurale con una protesta rumorosa, con cartelli e slogan tesi a ricordare che l’HIV non è ancora finito. Non ci stanno a morire di Aids e occupano il palco perché la voce delle persone con HIV, e non solo quella dei medici, deve essere presente sul palco della Conferenza. E così salta fuori che in Africa è cresciuto il numero delle nuove diagnosi soprattutto donne giovani spesso vittime di violenze. Ma c’è una nuova epidemia e quando questo accade gli Stati diventano egoisti e l’approccio globale nella lotta contro HIV, se mai è esistito veramente, sta sparendo.
Vengo a sapere dello stupore di alcuni giovani medici italiani arrivati a Montreal, forse con la piena, per queste proteste folkloristiche e non posso fare a meno di ripensare alla nostra piccola e silenziosa protesta a Icar di Milano, abbiamo issato un banner in fondo alla sala, in silenzio, mentre parlava il vescovo. E siamo stati identificati dalla polizia.
Piccola nota personale.
La conferenza mondiale Aids è per me fonte di carica, di ispirazione, di energia. È un modo per riprendere fiato, spazio e ragione dalla pochezza culturale, politica e spesso anche associativa dell’Italia. Rivedere la mia vera comunità, quella degli attivisti e delle attiviste internazionali, quelli che si sparano decine di migliaia di chilometri per esserci, fare gruppo, fare community, scambiare idee e best practices. Quelli che nel cuore e nella mente hanno l’attivismo, la fine dell’HIV, la fine delle discriminazioni, quelli che lottano davvero per un mondo migliore e magari credono ancora un po’ negli ideali di Denver. Spero che sia così anche per Salvio che ringrazio per essere venuto a rappresentare Plus.
Dopo due anni di conferenze online finalmente ci siamo. Cazzo quanto mi siete mancate attiviste africane e community, famiglia di tutto il mondo.
Sono ormai 2 anni che, a causa della pandemia covid-19, siamo stati impossibilitati a programmare il nostro solito corso annuale per diventare volontari del Blq Checkpoint. Adesso, dato il miglioramento della situazione pandemica, abbiamo davvero voglia di conoscere nuove persone pronte a trascorrere un pò del loro tempo insieme a noi con questo nuovo corso di formazione. Al termine di ogni lezione sarà possibile pranzare.
Le ore d’aula* nella sede di Plus, via San Carlo 42c a Bologna, sono aperte a chiunque voglia approfondire gli argomenti trattati, quindi anche se non vuoi fare il volontario ma ti interessano i temi, sei libero di entrare ed ascoltare. Invece la parte residenziale del corso è riservata a chi vuole fare il volontario.
Il Corso inizierà sabato 26 marzo 2022 e terminerà con le giornate di laboratorio residenziale nel week end del 13-15 maggio 2022 per un totale di 46 ore fra aula e laboratorio.
*In base al numero dei partecipanti, le ore in aula potrebbero essere svolte in via Sant’ Isaia 94/a presso le aule di docenza dell’AUSL
Per partecipare è necessario inviare una mail a info@plus-aps.it indicando: nome e cognome numero cellulare
Sandro Mattioli Il BLQ Checkpoint: come funziona, gestionale costi, rapporti con le istituzioni.Rita Masina Esecuzione dei test: decreto 17 marzo 2021, metodologia ed esecuzione dei test.
Sabato 7 maggio
Stefano Pieralli Relazione d’aiuto: empatia, sospensione del giudizio, consapevolezza.
Nella giornata mondiale per la Lotta all’AIDS, PLUS aps, PLUS Roma e Conigli Bianchi rilanciano l’appello di Paula Lovely, altrimenti conosciuta come Paolo Gorgoni, a tutte le persone che vivono con HIV: oltre alla mascherina, quest’anno mettiamoci la faccia, rendiamoci collettivamente #HIVISIBLE, attraverso un flashmob.
In un momento di crisi sanitaria ed economica globale senza precedenti come quello che stiamo vivendo, le persone che vivono con HIV non possono permettersi di restare invisibili. Per chiedere la continuità dei servizi sanitari, rispondere allo stigma quotidiano e diffondere sieroconsapevolezza, le singole storie non bastano, oggi serve la visibilità di una intera comunità.
Se vivi con HIV e credi che ogni coming out possa ispirarne altri, questo 1° dicembre scendi in piazza con noi. Contribuisci a dare vita a una presa di coscienza transnazionale e a ricordare al mondo che le persone sieropositive esistono. Noi esistiamo. Esistono i nostri corpi fieropositivi, i nostri bisogni, i nostri desideri, la nostra bellezza e la nostra potenza.
Se avevi già pensato di parlare della tua sieropositività e non l’hai ancora fatto, questa potrebbe essere l’occasione giusta. Per partecipare al flashmob serve soltanto:
– vivere con HIV – tessuto rosso – mascherine e distanziamento
Se sei una persona sierocoinvolta ma non positiva, puoi supportare #HIVISIBLE in moltissimi modi:
– con foto e video in diretta dalla piazza (#HIVISIBLE) – coinvolgendo amici/amiche e alleati/alleate – aiutandoci a diffondere la comunicazione sui social – amplificando la voce troppo spesso silenziata delle persone sieropositive.
– – – – – – – – – – – –
Plus aps, Persone LGBT+ sieropositive, nasce con l’intento di far sì che le persone LGBT+ sieropositive siano tutelate sia come persone LGBT+ che come persone sieropositive, in un contesto in cui la formazione e l’informazione scientifica viene promossa e portata avanti in un clima paritario, da professionisti, operatori e volontari che condividono lo stesso background sociale ed esperienziale degli utenti.
Conigli Bianchi: un gruppo di attivist*, performers, fumettist*, illustratori e illustratrici, cantanti, attori e attrici che hanno deciso di unire le forze per aprire un discorso pubblico sul tema più misconosciuto del pianeta. “Sogniamo di fare una rivoluzione parlando di sangue ma senza spargerlo. Vogliamo rompere il silenzio che circonda HIV, divulgare informazioni aggiornate e combattere lo stigma che circonda le persone che vivono con HIV.”
Paula Lovely (@Paula_Lovely_Gorgeous) è una dragtivista che lotta per restituire centralità ai corpi sieropositivi. Dal 2018 ha ideato un percorso politico e performativo di autodeterminazione e racconto di sé che definisce “una PornoRivoluzione Fieropositiva”. Crede che i movimenti di liberazione nati da creazioni individuali possano crescere, esprimersi e guadagnare di senso solo quando si trasformano e ramificano, solo quando permettono ad altrettante voci e racconti di venire alla luce.
# HIVISIBLE è l’occasione di performare 2gether. Non si tratta di un atto solitario, ma dell’evoluzione in senso collettivo di un lavoro preesistente. L’episodio zero, +Gl0ry+, è un atto sacrificale in cui un corpo drag e sieropositivo viene ri-sessualizzato in una performance che mescola le formule cattoliche dell’eucaristia all’utilizzo di un Gl0ry h0le. L’episodio 1, b1oom, racconta invece di una trasformazione irreversibile: al decimo anno dalla diagnosi di HIV, passando per il dolore fisico dell’ago, col sangue innocente in vista, b1oom rappresenta la scelta di fiorire.2gether, l’episodio 2, è la celebrazione della gloria e della forza che risultano dall’unione.
Vanni Piccolo Cesare Di Feliciantonio, Manchester Metropolitan University Massimo Cernuschi, ASA Milano Daniele Calzavara, Milano Checkpoint Margherita Errico, Nps Check Point Napoli Fabio Gamberini Rita Masina, Infermiera Policlinico S. Orsola-Malpighi Natale Schettini, medico Giovanni Guaraldi, medico Marco Canova, medico Filippo von Schloesser, Nadir Giorgio Barbareschi, EATG, LILA Piemonte Rosaria Iardino, Fondazione The Bridge Sara Iuculano, studentessa Francesco Lepore, giornalista
Ti siamo mancati? Son mesi che non fai un test HIV? È il momento di ripartire: dal 1° giugno al BLQ Checkpoint puoi fare test rapidi per HIV, HCV e sifilide in piena sicurezza.
Dopo quasi tre mesi di chiusura dovuti all’emergenza COVID-19, riapre il BLQ Checkpoint, il servizio extra-ospedaliero gestito da Plus, persone LGBT+ sieropositive, in collaborazione con l’Azienda Sanitaria di Bologna per offrire test HIV, HCV e sifilide sito in via San Carlo 42/C a Bologna.
Il servizio riparte con una apertura straordinaria lunedì 1° giugno per poi riprendere il normale servizio tutti i martedì e giovedì feriali, sempre dalle 18 alle 21. Per effettuare il test, occorre prenotare inviando una email a prenota@blqcheckpoint.it.
Per contenere il rischio di trasmissione per il coronavirus, abbiamo posto in essere numerosi accorgimenti, fra cui pulizie e disinfezione generale periodica, e una diversa procedura di accesso ma sarà comunque possibile effettuare test e counselling nella maniera più simile al servizio originale.
Ecco le indicazioni per accedere al servizio:
Accedi da solo
La presenza di un accompagnatore è autorizzata solo per i minorenni, le persone non autosufficienti e chi necessita di mediazione linguistica.
Mascherina sempre e in maniera corretta
Non togliere mai la mascherina e fai attenzione a indossarla correttamente in modo che ti copra sia il naso, sia la bocca.
Mantieni le distanze
Rispetta le distanze interpersonali anche all’interno del Checkpoint.
Rispondi alle domande sul tuo stato di salute
All’entrata un operatore sanitario o un volontario debitamente formato, potrebbe chiederti alcune informazioni sul tuo stato di salute e misurarti la temperatura.
Igienizza le mani con il gel idroalcolico
Non indossare i guanti e igienizza le mani sia all’entrata, sia all’uscita del centro e ogni volta che tocchi una superficie comune (esempio maniglia del bagno).
Rispetta l’orario
Rimani nel centro il tempo necessario per usufruire della prestazione, per cui non arrivare né con troppo anticipo né in ritardo, per non sovrapporti ai turni degli altri utenti.
Finalmente le tante persone che chiedevano del Corso di formazione per volontari del BLQ Checkpoint hanno una risposta. Il Corso inizierà sabato 21 settembre 2019 e terminerà con le giornate di laboratorio residenziale nel week end del 8-10 novembre 2019 per un totale di 46 ore fra aula e laboratorio. Per partecipare è necessario inviare una mail a info@plus-onlus.it indicando: nome e cognome numero cellulare
Ecco il calendario del corso. [table id=7 /] Il corso è certificato dalla Regione Emilia Romagna ed è prevista l’erogazione di crediti formativi, quindi la presenza è obbligatoria per la maggior parte del corso. Ulteriori informazioni in merito verranno fornite personalmente. Le ore d’aula nella sede di Plus, via San Carlo 42c a Bologna, sono aperte a chiunque voglia approfondire gli argomenti trattati, quindi anche se non vuoi fare il volontario ma ti interessano i temi, sei libero di entrare ed ascoltare. Invece la parte residenziale del corso è riservata a chi vuole fare il volontario.
Prosegue il calendario di appuntamenti mensili dedicati ai maschi gay che vivono con l’Hiv. I Venerdì Positivi sono incontri informali, non sono gruppi di auto-aiuto: ciascun incontro è incentrato su un tema – sintetizzato nel titolo con una parola – sul quale i partecipanti sono invitati, se lo desiderano, a condividere i loro pensieri o le loro esperienze.
I Venerdì positivi si svolgono una volta al mese, al BLQ Checkpoint di Bologna (via San Carlo 42/C). Pur essendo pensati per uomini omosessuali sieropositivi, gli incontri sono aperti a chiunque, nel più totale rispetto della privacy e in un ambiente accogliente.
Di seguito il programma per i mesi da gennaio a giugno 2019. Cliccando sul titolo si sarà indirizzati al relativo evento Facebook.
Laboratorio residenziale su sieropositività e identità sessuale
rivolto a MSM che vivono con HIV
Nel 2019 Plus
Onlus propone una nuova edizione
di HIVoices, il laboratorio di formazione alla persona che ha già visto la
partecipazione di 150 uomini omo-bisessuali HIV+ nelle precedenti sette
edizioni.
Che
cos’è HIVoices?
HIVoices è un laboratorio intensivo, rivolto ESCLUSIVAMENTE a persone che vivono con HIV,
omosessuali, bisessuali e MsM (maschi che fanno sesso con maschi), pensato come un’esperienza
per poter vivere meglio e in maniera più consapevole la propria identità di
persona omo/bisessuale che vive con HIV.
Non si tratta di terapia di gruppo. Non è
un gruppo di auto-aiuto. Non è un gruppo gay di amanti della natura.
HIVoices è un percorso di sperimentazione nella
relazione con Sé e con l’Altro; un’occasione di crescita individuale nel
gruppo-di-pari, per accrescere la propria autostima, accettazione e
consapevolezza emotiva. Un luogo in
cui ritrovarsi con persone differenti, ma simili; un tempo nel quale non-nascondere la propria identità di uomo
sieropositivo dotato di un orientamento sessuale altro.
Hivoicesè un percorso formativo
costruito attorno al concetto di auto-apprendimento, attraverso metodologie di
educazione non-formale. Un’occasione per acquisire strumenti per ‘inventare il proprio benessere‘ e valorizzare le
proprie capacità individuali, in particolare rispetto ad una piena affermazione
di sé.
Perché
partecipare ad HIVoices?
Essere omo/bisessuali con HIV è difficile.
Anche all’interno della realtà lgbtq: sui social network, nei locali, nei
luoghi di incontro sessuale, nelle associazioni. “Perché se lo dico, poi non
scopo più!”. “Perché se lo dico, poi mi trattano in modo diverso”.
Dire (o non dire)
di essere sieropositivo non è come dire di essere omo-bisessuale. Anzi, spesso,
tutta la ‘fatica’ fatta nel coming out rispetto al proprio orientamento sessuale non serve nel processo di
accettazione e comunicazione della propria sieropositività. La paura di essere
accettati e visibili in quanto persona dotata di un orientamento sessuale altro
si somma alla paura di essere discriminatoin quanto persona sieropositiva.
Ma attenzione: se, come, quando e a chi
comunicare la propria sieropositività è una scelta individuale. C’è chi (al
momento opportuno) lo dice a tutt* e ne fa una bandiera di visibilità; c’è chi
invece non lo dice neppure alle persone più care; c’è chi è attivista lgbtq
senza dichiarare la propria sieropositività; e c’è chi, pur essendo
sieropositivo e facendo sesso con altri uomini, non accetta la propria omo-bisessualità.
Un ventaglio di possibilità molto ampie;
una pluralità di voci differenti.
È così che nasce HIVoices: un laboratorio originale ed atipico nel panorama lgbtq,
nel quale i partecipanti possano sentirsi accolti, sia in quanto
uomini-che-fanno-sesso-con-altri-uomini, sia in quanto persone che vivono con
HIV.
Il gruppo come potente cassa di
risonanza, per meglio comprendere ciò che si sa, si
fa e si sente – ovvero di ciò che si è; in un luogo accogliente e
‘protetto’, che offra ai partecipanti la certezza che la propria privacy e riservatezza saranno tutelate.
HIVoices
9
QUANDO: venerdì 12, sabato 13 e domenica 14 aprile
2019
DOVE: in una struttura attrezzata per gruppi
residenziali sull’Appennino romagnolo
COSTO: 50 € a testa.
SCADENZA
ISCRIZIONI: è possibile
iscriversi fino a domenica 31 marzo 2019