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È nato così il questionario “Tra HIV e Covid-19”, composto da 29 domande e distribuito dal 28 marzo al 30 aprile 2021, al quale hanno risposto 542 persone di cui 439 hanno fornito risposte validate.

Qui di seguito, una sintesi dei risultati principali. A questo link è possibile scaricare il report completo.

INTRODUZIONE
Di cosa di occupa questa ricerca?La ricerca indaga l’impatto dell’emergenza Covid-19 sull’assistenza sanitaria per l’HIV:
> È cambiata l’assistenza sanitaria a causa della pandemia? Come?
> Il Covid-19 è stata soprattutto una crisi-opportunità o una crisi-fallimento?
Come è stata realizzata?È stato usato un breve questionario anonimo, auto-compilato e on-line, attivo da fine marzo a fine aprile 2021.
Chi ha coinvolto?> Il target è rappresentato dalle persone HIV+ in terapia in Italia.
> Il campione è costituito da 439 persone – di tutte le aree geografiche del Paese, con un’età media di 47 anni, in media da 12 anni consapevole del proprio status HIV+; è inoltre prevalentemente MSM. Il campione è numeroso ma non è casuale: è quindi necessaria cautela nel trasferirne i risultati a tutta la popolazione delle persone HIV+ in terapia in Italia.
RISULTATI
Durante la pandemia la carica virale nei pazienti in trattamento ha avuto un rialzo?No. Al contrario, il trend è di miglioramento.
La pandemia ha reso più difficile l’assistenza sanitaria per l’HIV?Sostanzialmente no, anche vi sono delle questioni aperte. Durante l’emergenza:
> Lo 0,9% non ha fatto alcun controllo del sangue.
> Il 17,5% non ha mai fatto una visita in presenza con l’infettivologo.
Visite, terapie, farmaci, esami:> I pazienti sono soddisfatti, oggi?
> È cambiata la qualità a causa della pandemia?
La situazione è positiva, anche se numerosi sono coloro che rilevano un peggioramento:
> Il 60,4% è soddisfatto, il 18,0% non è soddisfatto.
> Il 50,1% non vede alcun cambiamento; il 45,8% un peggioramento; il 4,1% un miglioramento.
Relazione con il personale sanitario:> I pazienti sono soddisfatti, oggi?
> È cambiata la qualità a causa della pandemia?
La situazione è positiva, anche se abbastanza numerosi sono coloro che rilevano un peggioramento:
> Il 60,3% è soddisfatto, il 14,6% non è soddisfatto.
> Il 57,9% non vede alcun cambiamento; il 36,9% un peggioramento; il 5,2% un miglioramento.Il quadro è simile ma lievemente migliore rispetto a quello delle terapie, farmaci ed esami.
La pandemia ha allungato i tempi tra le visite in presenza con l’infettivologo?La situazione è eterogenea e tendenzialmente in peggioramento:
> Il 46,5% nota un allungamento; il 43,5% non vede alcun cambiamento; il 10,0% una diminuzione.
Facilità di contatto con professionista sanitario per risposte professionali e veloci:> I pazienti come la valutano, oggi?> È cambiata a causa della pandemia?La situazione è particolarmente differenziata. Attualmente è lievemente positiva, ma tende al peggioramento:
> Le risposte positive superano di misura quelle negative.
> La maggioranza (53,3%) non vede alcun cambiamento; segue il 41,9% che nota invece un peggioramento.
A causa della pandemia si sono allungati i tempi tra il prelievo e la conoscenza degli esiti?Sì, ma solo in parte: la maggioranza assoluta ritiene infatti che i tempi sono rimasti invariati (69,7%); il 26,7% pensa che si siano allungati.
A causa della pandemia si sono allungati i tempi tra gli accertamenti per patologie correlate all’HIV?Sì, il 48% è di questa opinione. Il 44,7% ritiene invece che i tempi siano rimasti sostanzialmente gli stessi.
Il timore per il Covid-19 ha ‘frenato’ l’accesso alle strutture sanitarie di riferimento per l’HIV?No per oltre il 70% dei rispondenti.
Il 12,1% ne è invece influenzato tuttora.
Con la pandemia si sono maggiormente diffusi, presso le strutture sanitarie, i sistemi di valutazione della soddisfazione dei pazienti?No. La diffusione di questo sistema, già piuttosto limitata (23,5%), si è lievemente ridotta nell’ultimo anno.
A causa della pandemia sono state modificate le modalità di distribuzione dei farmaci antiretrovirali per l’HIV ai pazienti?In parte sì, e in direzioni opposte:
> Il 71,4% non rileva differenze nell’ultimo anno.
> Il 17,6% ne rileva in termini di miglioramento.
> Il 11,0% in termini di peggioramento.
In definitiva, la pandemia ha influito sull’assistenza sanitaria per l’HIV?Il 47,4% dice di no; il 48,7% dice di sì, e in termini di peggioramento. Pochissimi (3.9%) coloro che pensano che la pandemia abbia migliorato i servizi.
In definitiva, è una buona idea adattare le modalità dell’assistenza sanitaria alle esigenze della pandemia?La maggioranza assoluta è d’accordo (62,5%); il 20,7% dice di no.
In generale, il campione della ricerca è omogeneo o differenziato al proprio interno?Non vi sono risposte unanimi. Al contrario, sono sempre rappresentate tutte le posizioni, seppur con pesi relativi diversi. In molte occasioni, la risposta più selezionata è stata quella dell’invariabilità (cioè: la pandemia non ha modificato l’assistenza sanitaria per le persone HIV+), seguita a poca distanza da quella negativa (la pandemia ha peggiorato l’assistenza sanitaria per le persone HIV+).
In generale, fa la differenza la macro-zona geografica di domicilio del rispondente?Pare di sì:
> In vari casi il Centro è emerso come problematico; anche il Sud lo è, anche se meno di frequente.
> In vari casi, il Nord è rappresentato come più performante.
In generale, fa la differenza l’età del rispondente?Tendenzialmente sì:
> I più giovani criticano maggiormente l’esistente.
> I più anziani apprezzano maggiormente l’esistente.
In generale, fa la differenza l’anzianità di HIV-positività del rispondente?Pare di sì, sebbene le risultanze non siano sempre univoche:
> Quando fanno delle valutazioni sulle evoluzioni nel tempo, le persone che da più anni sanno di essere HIV+ tendono a notare dei peggioramenti più di frequente delle altre
> Quando fanno delle valutazioni sullo stato attuale, le persone che da meno anni sanno di essere HIV+ tendono ad essere più critiche.

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BLQ Checkpoint: caratteristiche degli utenti nei primi 30 mesi di attività

autori: Mattioli S1, Bonanni M1, Degli Esposti C1, Franchini C1, Gorgoni P1, Pieralli P1, Tomasi P1, Corbelli GM1
1Plus onlus

Background: il 15 settembre 2015, il BLQ Checkpoint ha iniziato la sua attività a Bologna. È il primo centro italiano community-based che offre test per l’HIV e l’HCV al di fuori del contesto sanitario. Il BLQ Checkpoint è stato aperto da Plus onlus, la rete italiana di persone LGBT che vivono con l’HIV, grazie alla collaborazione con il comune di Bologna e le autorità sanitarie locali. È aperto due giorni alla settimana, il martedì e il giovedì, dalle 18:00 alle 21:00, grazie all’attività dei volontari di Plus. Presentiamo i dati dei suoi primi 30 mesi di attività (15 settembre 2015 – 15 marzo 2018). Da febbraio 2016, i test presso il BLQ Checkpoint vengono effettuati su prenotazione, tramite telefono o e-mail.

Risultati: Durante i suoi primi 30 mesi di attività, il BLQ Checkpoint è stato aperto per 245 giorni, incluse alcune attività straordinarie, come la settimana europea per i test sull’HIV e l’epatite, il San Valentino Testing Day, l’AIDS Day il 1 ° dicembre. È chiuso per le ferie in agosto. Nel complesso, è stato aperto per oltre 750 ore e sono stati eseguiti 2.554 test HIV e 1340 test HCV.
In 30 mesi, 2.239 utenti singoli hanno effettuato l’accesso al Checkpoint e in questo periodo sono state effettuate 249 visite con utenti ricorrenti. Sono stati registrati un totale di 2.488 accessi (di media 3,24 accessi per ora di apertura o 10 accessi al giorno).
Dei 2239 utenti, il 75,6% era di sesso maschile, il 24,3% di sesso femminile, 3 transgender. La fascia d’età più rappresentata era 26-35 (43,7%), seguita da 18-25 (22,2%) e 36-45 (19,4%); Il 13,7% degli utenti aveva più di 46 anni con 3 utenti di età superiore ai 66 anni. La percentuale di utenti più giovani è in aumento, dal 19,1% di utenti tra 18 e 25 anni tra settembre 2015 e luglio 2016, al 20,1% tra settembre 2016 e luglio 2017 e 29,7% tra settembre 2017 e marzo 2018. I maschi che hanno rapporti sessuali con maschi (MSM) rappresentano il 57,3% degli utenti, mentre il 40,0% sono eterosessuali e il 2,5% donne che hanno rapporti sessuali con donne (FSF).
Dei 2.554 test HIV effettuati, 11 hanno dato un risultato reattivo. Tutti gli utenti con risultati reattivi erano MSM. Tutti sono stati confermati dal test ELISA presso l’ospedale e sono stati agganciati alle cure.

Conclusioni: il BLQ Checkpoint è stato accolto molto bene dagli utenti: quasi tutti hanno accolto favorevolmente l’iniziativa e l’hanno considerata uno strumento importante per migliorare l’accesso ai test dell’HIV e dell’HCV. I passi futuri includono la ricerca di un modo per tenerlo aperto più giorni alla settimana e l’implementazione di strategie per concentrarsi in modo più efficiente sui sottogruppi della comunità gay a più alto rischio di HIV ed epatite.


English version

BLQ Checkpoint: characteristics of users in the first 30 months of activity

authors: Mattioli S1, Bonanni M1, Degli Esposti C1, Franchini C1, Gorgoni P1, Pieralli P1, Tomasi P1, Corbelli GM1

1Plus onlus

Background: On 15 September 2015, the BLQ Checkpoint started its activity in Bologna. It is the first Italian community-based centre offering HIV and HCV test outside the clinical setting. The BLQ Checkpoint was opened by Plus onlus, Italian network of LGBT people living with HIV, thanks to a collaboration with the municipality of Bologna and the local health authorities. It is open two days per week, Tuesdays and Thursdays, from 6 PM to 9 PM, thanks to the activity of Plus’ volunteers. We present data from its first 30 months of activity (15 September 2015 – 15 March 2018). Since February 2016, tests at the BLQ Checkpoint are done upon reservation, via phone or email.

Results: During its first 30 months of activity, the BLQ Checkpoint was open for 245 days, including some extraordinary activities, such as the European HIV and hepatitis Testing Week, the San Valentino Testing Day, the AIDS Day on 1stDecember. It closed for season holidays in August. Overall, it was open for more than 750 hours and 2,554 HIV tests and 1340 HCV tests were performed. 

In 30 months, 2,239 single users accessed the Checkpoint and 249 visits with repeating users were performed in this period. A total number of 2,488 accesses were registered (median 3.24 accesses per opening hour or 10 access per day). 

Of the 2,239 users, 75.6% were male, 24.3% female, 3 transgender. The most represented age group was 26-35 (43.7%), followed by 18-25 (22.2%), and 36-45 (19.4%); 13.7% of the users were older than 46 with 3 users older than 66. The proportion of younger users is increasing, from 19.1% of users aged 18-25 from Sept. 2015 to July 2016, to 20.1% from Sept. 2016 to July 2017 and 29,7% from Sept 2017 to March 2018. Men who have sex with men (MSM) represent 57.3% of the users, while 40.0% were heterosexual and 2.5% female who have sex with female (FSF). 

Out of the 2,554 HIV tests performed, 11 gave a reactive result. All users with reactive results were MSM. All were confirmed by test ELISA at the hospital and were linked to care. 

Conclusions: The BLQ Checkpoint was very well received by the users: almost all of them welcomed the initiative and considered it as an important tool to improve access to HIV and HCV testing. Future steps include finding a way to keep it open more days per week and implementing strategies to focus more efficiently on the sub-groups of the gay community at higher risk for HIV and hepatitis.

Ricerca presentata alla conferenza ICAR 2018

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I servizi per la PrEP in Italia: quante persone vi si rivolgono e che servizi offrono?

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Corbelli GM1, Badia L2, Barchi E3, Bonvicini F3, Caselli F4, Celesia BM5, Cernuschi M6, Cingolani A7, Cordioli M8, Cuomo G9, Dal Conte I10, De Carli G11, Degli Antoni A12, Di Lorenzo F13, Errico M14, Fusco FM15, Mattioli S1, Mazzotta V11, Muscatello A16, Nozza S17, Prestileo T13, Raimondi A10, Rossotti R18, Ruggieri A19, Sighinolfi L20, Stingone C21, Venturelli S22, Puro V11.

  • 1 Plus onlus/BLQ Checkpoint, Bologna
  • 2 Policlinico S. Orsola-Malpighi – Ambulatorio PrEP Bologna 
  • 3 Arcispedale Santa Maria Nuova – Spazio Sessualità salute, Reggio Emilia, 
  • 4 Ospedale Infermi – UO Malattie Infettive, Rimini
  • 5 Università di Catania ARNAS Garibaldi – UOC Malattie Infettive, Catania
  • 6 Asa/Checkpoint Milano
  • 7 Fondazione Policlinico “A. Gemelli”, IRCCS Roma
  • 8 AOUI Ospedale Policlinico “G.B. Rossi” – UOC Malattie Infettive e Tropicali, Verona
  • 9 Policlinico di Modena – Malattie Infettive – ambulatorio PrEP, Modena
  • 10 Ospedale Amedeo di Savoia – Ambulatorio IST, Torino 
  • 11 INMI L. Spallanzani – Ambulatorio PrEP, Roma
  • 12 U.O.Malattie Infettive Azienda Ospedaliero-Universitaria – Ambulatorio PrEP, Parma
  • 13 A.R.N.A.S. Ospedale Civico – Malattie Infettive, Palermo
  • 14 Network Persone Sieropositive, Milano
  • 15 Ospedale Santa Maria Annunziata – SOC Malattie infettive, Bagno a Ripoli, 
  • 16 Fondazione IRCCS Ca’ Granda – Osp. Maggiore Policlinico – Ambulatorio di Malattie Infettive, Milano
  • 17 Ospedale San Raffaele – Dipartimento di Malattie Infettive, Milano
  • 18 Ospedale Niguarda – SC Malattie Infettive, Milano
  • 19 Ospedale “Guglielmo da Saliceto” – UOC Malattie Infettive, Piacenza
  • 20 Azienda Ospedaliero-Universitaria – U.O. Malattie Infettive, Ferrara
  • 21 Policlinico di Tor Vergata – Ambulatorio di Malattie Infettive, Roma
  • 22 Ospedale di Bergamo – Ambulatorio PrEP

Background: dal marzo 2017 alcuni centri clinici hanno istituito servizi specifici per gli utenti della profilassi pre-esposizione (PrEP), ma nessun registro o monitoraggio ufficiale è stato adottato dalle autorità sanitarie nazionali o locali.

Materiale e metodi: Plus, network italiano di persone LGBT che vivono con l’HIV, diffonde informazioni su come accedere alla PrEP attraverso un gruppo Facebook e sul sito https://www.plus-aps.it/prepinfo/ fornendo un elenco dei centri che offrono servizi per gli utenti della PrEP. È stato proposto un breve questionario a questi centri, inclusi 2 ulteriori centri non inclusi nella lista, riguardante il numero di utenti della PrEP che si sono rivolti al servizio e le informazioni di base sul servizio stesso.

Risultati: Nel questionario sono stati inclusi in totale 22 centri, 20 dei quali inclusi in www.plus-aps.it/chi-ti-segue-per-la-prep/ (vedi tabella 1): 16 si trovano nel Nord, 3 a Roma , 1 a Napoli e 2 in Sicilia. Il primo centro ha iniziato a offrire servizi per gli utenti della PrEP a marzo 2017, i più recenti nel marzo 2019. In questo periodo, la PrEP è stata avviata in 531 utenti che hanno effettuato l’accesso ai centri, tutti riferiti all’esposizione sessuale: la stragrande maggioranza (98%) era di sesso maschile , per lo più (98%) maschi che fanno sesso con maschi (MSM); Anche 4 donne e 6 persone transgender hanno usufruito dei servizi. Complessivamente, 32 utenti (4%) hanno interrotto la PrEP, di cui solo 4 per gli effetti collaterali. Nove servizi (41%) forniscono agli utenti una prescrizione entro 7 giorni dalla prima visita, in 5 centri (24%) ci vogliono 21-28 giorni, mentre in un centro ci vuole più di un mese. In 15 centri (68%), le prescrizioni vengono fornite per un mese alla prima visita e successivamente ogni 3 mesi; in 6 centri (27%) viene fornita una prescrizione di 3 mesi dalla prima visita. In 9 centri (43%), non è richiesto alcun ticket per i test di follow-up (la maggior parte utilizza P01 come codice di esenzione), mentre in tutti gli altri, gli utenti devono pagare almeno per alcuni test. Tutti i centri hanno riferito che i loro utenti acquistano il farmaco prevalentemente nelle farmacie locali.

Conclusioni: Questo è a nostra conoscenza il primo tentativo di monitorare l’accesso alla PrEP in Italia. L’accesso sembra essere ancora molto difficile in vaste aree del nostro paese, specialmente nelle regioni meridionali. Non inaspettatamente, l’accesso riguarda quasi esclusivamente MSM, forse perché le raccomandazioni della PrEP si concentrano principalmente su MSM ad alto rischio e le informazioni sono diffuse principalmente da organizzazioni gay. L’interruzione della PrEP sembra limitata a una piccola percentuale di utenti. Le caratteristiche dei servizi variano in modo significativo. Una strategia nazionale per l’implementazione della PrEP faciliterebbe la parità di accesso in tutte le Regioni e potrebbe eventualmente tradursi in un impatto epidemiologico sull’epidemia di HIV in Italia. È necessaria una raccolta di dati più sistematica per comprendere le caratteristiche demografiche e comportamentali degli utenti, nonché i risultati clinici in termini di diagnosi di infezioni trasmesse sessualmente e tollerabilità.

[1]                Gruppo chiuso su Facebook PrEP in Italia: https://www.facebook.com/groups/prepinitalia/Accesso marzo 2019
[2]                Pagina “Chi ti segue”: https://www.plus-aps.it/chi-ti-segue-per-la-prep/

Table 1 – List of centres and date when the PrEP service was started

CityCentreDate starting service
MilanoOspedale San Raffaele – Dipartimento di Malattie InfettiveMarch 2017
MilanoAsa/Checkpoint MilanoJune 2017
TorinoOspedale Amedeo di Savoia – Ambulatorio Infezioni Sessualmente TrasmesseDecember 2017
VeronaAOUI Verona Ospedale Policlinico “G.B. Rossi” – UOC Malattie Infettive e TropicaliDecember 2017
BolognaBLQ CheckpointMarch 2018
RomaINMI L. Spallanzani – Ambulatorio PrEPMarch 2018
MilanoOspedale Niguarda – SC Malattie InfettiveApril 2018
BergamoOspedale di Bergamo – Ambulatorio PrEPJune 2018
ParmaU.O.Malattie Infettive Azienda Ospedaliero-Universitaria Parma – Ambulatorio PrEPJune 2018
PiacenzaOspedale “San Guglielmo da Saliceto” – UOC Malattie InfettiveJune 2018
FerraraAzienda Ospedaliero-Universitaria – U.O. Malattie Infettive July 2018
ModenaPoliclinico di Modena – Malattie Infettive – ambulatorio PrEPAugust 2018
RomaPoliclinico di Tor Vergata – Ambulatorio di Malattie InfettiveSeptember 2018
Catania*Università di Catania ARNAS Garibaldi  – UOC Malattie Infettive*September 2018
RomaFondazione Policlinico “A. Gemelli”, IRCCSNovember 2018
FirenzeOspedale Santa Maria Annunziata – SOC Malattie infettive, Bagno a RipoliDecember 2018
RiminiOspedale Infermi – UO Malattie InfettiveDecember 2018
Reggio EmiliaArcispedale Santa Maria Nuova – Spazio Sessualità saluteDecember 2018
MilanoFondazione IRCCS Ca’ Granda – Osp. Maggiore Policlinico di Milano – Ambulatorio di Malattie InfettiveDecember 2018
Palermo*A.R.N.A.S. Ospedale Civico Palermo – Malattie Infettive*January 2019
BolognaPoliclinico S. Orsola-Malpighi – Ambulatorio PrEPJanuary 2019
NapoliAzienda Dei Colli – osp. CotugnoMarch 2019
* not listed on https://www.plus-aps.it/chi-ti-segue-per-la-prep/

Table 2 – Number of users by gender and HIV risk

UsersN (%)
Total
Male
Female
Trans MtF
Trans FtM
Other
531 (100%)
520 (98%)
4 (1%)
5 (1%)
1 (0%)
1 (0%)
Risk
MSM
MSF
FSM
IDU
 
484 (98%)
7 (1%)
4 (1%)
0 (0%)
MtF: Male to Female; FtM: female to Male; MSM: Men who have Sex with Men; MSF: Men who have Sex with Female; FSM: Female who have Sex with Men; IDU: Injecting Drug Users

English version

PrEP services in Italy: how many people access them and what kind of services are offered?

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Corbelli GM1, Badia L2, Barchi E3, Bonvicini F3, Caselli F4, Celesia BM5, Cernuschi M6, Cingolani A7, Cordioli M8, Cuomo G9, Dal Conte I10, De Carli G11, Degli Antoni A12, Di Lorenzo F13, Errico M14, Fusco FM15, Mattioli S1, Mazzotta V11, Muscatello A16, Nozza S17, Prestileo T13, Raimondi A10, Rossotti R18, Ruggieri A19, Sighinolfi L20, Stingone C21, Venturelli S22, Puro V11.

  • 1 Plus onlus/BLQ Checkpoint, Bologna
  • 2 Policlinico S. Orsola-Malpighi – Ambulatorio PrEP Bologna 
  • 3 Arcispedale Santa Maria Nuova – Spazio Sessualità salute, Reggio Emilia, 
  • 4 Ospedale Infermi – UO Malattie Infettive, Rimini
  • 5 Università di Catania ARNAS Garibaldi – UOC Malattie Infettive, Catania
  • 6 Asa/Checkpoint Milano
  • 7 Fondazione Policlinico “A. Gemelli”, IRCCS Roma
  • 8 AOUI Ospedale Policlinico “G.B. Rossi” – UOC Malattie Infettive e Tropicali, Verona
  • 9 Policlinico di Modena – Malattie Infettive – ambulatorio PrEP, Modena
  • 10 Ospedale Amedeo di Savoia – Ambulatorio IST, Torino 
  • 11 INMI L. Spallanzani – Ambulatorio PrEP, Roma
  • 12 U.O.Malattie Infettive Azienda Ospedaliero-Universitaria – Ambulatorio PrEP, Parma
  • 13 A.R.N.A.S. Ospedale Civico – Malattie Infettive, Palermo
  • 14 Network Persone Sieropositive, Milano
  • 15 Ospedale Santa Maria Annunziata – SOC Malattie infettive, Bagno a Ripoli, 
  • 16 Fondazione IRCCS Ca’ Granda – Osp. Maggiore Policlinico – Ambulatorio di Malattie Infettive, Milano
  • 17 Ospedale San Raffaele – Dipartimento di Malattie Infettive, Milano
  • 18 Ospedale Niguarda – SC Malattie Infettive, Milano
  • 19 Ospedale “Guglielmo da Saliceto” – UOC Malattie Infettive, Piacenza
  • 20 Azienda Ospedaliero-Universitaria – U.O. Malattie Infettive, Ferrara
  • 21 Policlinico di Tor Vergata – Ambulatorio di Malattie Infettive, Roma
  • 22 Ospedale di Bergamo – Ambulatorio PrEP

Background: Since March 2017, some clinical centres established specific services for pre-exposure prophylaxis (PrEP) users, but no official registry or monitoring has been adopted by national or local health authorities. 

Material and methods: Plus, Italian network of LGBT living with HIV, disseminates information about how to access PrEP through a Facebook group[1]and the website www.prepinfo.it providing a list of the centres offering services for PrEP users[2]. A brief survey was proposed to these centres, including 2 additional centres not enlisted, regarding the number of PrEP users they served and basic information about the service itself. 

Results: A total of 22 centres were included in the survey, 20 of which included in https://www.plus-aps.it/chi-ti-segue-per-la-prep/ (see table 1): 16 are located in the North, 3 in Rome, 1 in Naples and 2 in Sicily. The first centre started offering services for PrEP users in March 2017, the most recent ones in March 2019. In this period, PrEP was started in 531 users who accessed the centres, all reporting sexual exposure: the vast majority (98%) were male, mostly (98%) men who have sex with men (MSM); 4 women and 6 transgender persons also accessed the services. Overall, 32 users (4%) stopped PrEP, only 4 of whom for side effects. Nine services (41%) provide users with a prescription within 7 days since the first visit, in 5 centres (24%) it takes 21-28 days, while in one centre it takes more than one month. In 15 centres (68%), prescriptions are provided for one month at the first visit and then every 3 months; in 6 centres (27%) a 3-month prescription is provided since the first visit. In 9 centres (43%), no ticket is due for follow-up tests (most of them using P01 as exemption code), while in all the others, users have to pay at least for some tests. All centres reported that their users buy the drug predominantly in local pharmacies. 

Conclusions: This is to our knowledge the first attempt to monitor access to PrEP in Italy. Access seems to be still very difficult in large areas of our country, especially in Southern regions. Not unexpectedly, access concerns almost exclusively MSM, perhaps because PrEP recommendations are mainly focused on high risk MSM and information is disseminated mostly by gay organisations. PrEP discontinuation seems limited to a small proportion of users. Characteristics of services vary significantly. A national strategy for PrEP implementation would facilitate equal access in all Regions and could eventually translate into an epidemiological impact on the HIV epidemic in Italy. A more systematic data collection is needed in order to understand demographic and behavioural characteristics of users, as well as clinical outcomes in terms of diagnosis of sexually transmitted infections and tolerability. 


[1]                Facebook closed group PrEP in Italia: https://www.facebook.com/groups/prepinitalia/Accessed March 2019
[2]                Page “Chi ti segue”: https://www.plus-aps.it/chi-ti-segue-per-la-prep/

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English version below

Chemsex: conoscenze e comportamenti tra gli MSM italiani

autori: Corbelli GM1, Mattioli S1, Degli Esposti C1, Franchini C1, Gorgoni P1, Pieralli P11Plus onlus

Background: diversi rapporti mostrano che l’uso di droghe come metanfetamina, mefedrone, GHB / GBL tra i maschi che hanno rapporti sessuali con maschi (MSM) è un fattore importante per le infezioni a trasmissione sessuale come l’HIV o l’HCV. Il primo European Chemsex Forum (Londra, 6-8 aprile) ha lanciato un breve sondaggio in tutta Europa per comprendere la conoscenza e il comportamento del Chemsex tra gli MSM. Plus onlus ha tradotto il sondaggio e l’ha lanciato su Internet per valutare conoscenze e comportamenti legati al chemsex tra gli MSM italiani.

Risultati: tra il 23 febbraio 2016 e il 23 marzo 2016, 312 intervistati hanno preso parte al sondaggio. L’89,3% di loro (N = 276) erano maschi, l’1,0% (N = 3) trans e per l’1,0% (N = 3) non erano disponibili dati; 30 donne intervistate vengono escluse da questa analisi. La maggior parte dei 282 intervistati inclusi nell’analisi erano gay (90,4%), 4,2% bisessuali, 3,5% eterosessuali. La maggior parte di loro (54,2%) ha riferito di essere HIV-negativa, il 37,6% HIV positivo e il 6,7% di uno stato HIV sconosciuto.
Il termine “chemsex” era conosciuto dal 73,0% degli intervistati che nella maggior parte dei casi poteva spiegarlo correttamente. La metà degli intervistati (49,2%) ha dichiarato di essere in grado di trovare informazioni sul chemsex e l’altra metà (49,2%) ha dichiarato di non riuscire a farlo; tra coloro che potevano, l’84,5% trova informazione su Internet, il 45,3% da persone che conoscono, il 37,8% da un partner sessuale.
Complessivamente un intervistato su quattro (23,0%, N = 65) ha riferito di aver utilizzato uno dei farmaci considerati parte del chemsex (metanfetamina, mefedrone, GHB / GBL). Le metanfetamine sono state usate da 40 intervistati, il mefedrone da 38, GHB / GBL da 40. La maggior parte di coloro che hanno riferito di aver usato droghe, ha riferito di averne usata più di una, con 18 intervistati che hanno riferito di averne usate tre. La maggior parte degli intervistati ha riferito di fare chemsex dove vive (50,8%) e alcuni in altri luoghi della nazione in cui vive (16,9%); il 27,7% fa chemsex all’estero, con Berlino menzionata da metà di loro, Londra da uno su quattro. Tra coloro che segnalano chemsex nella loro città natale, il 24,2% vive a Bologna, il 15,1% a Milano e il 15,1% a Roma.

Conclusioni: questa è, a nostra conoscenza, la prima valutazione sul chemsex in Italia; mostra che il chemsex non è raro tra gli MSM, sebbene sia particolarmente comune in sottogruppi specifici. Sono necessarie ulteriori indagini per capire quanto sia rilevante questo fenomeno nel guidare l’epidemia di HIV e HCV e dovrebbe prendere in considerazione strategie specifiche per raggiungere i sottogruppi più rilevanti della comunità MSM.


English version

ChemSex: knowledge and behaviours among Italian MSM

authors: Corbelli GM1, Mattioli S1, Degli Esposti C1, Franchini C1, Gorgoni P1, Pieralli P11Plus onlus

Background: Several reports show that the use of drugs such as metanphetamine, mephedrone, GHB/GBL among men who have sex with men (MSM) is an important driver for sexually transmitted infections such as HIV or HCV. The first European Chemsex Forum (London, 6-8 April) launched a brief survey throughout Europe to understand knowledge and behaviour about Chemsex among MSM. Plus onlus translated the survey and launched it on the internet to assess knowledge and behaviour related to chemsex among Italian MSMs.

Results: Between 23 February, 2016 and 23 March, 2016, 312 respondents took part to the survey. 89.3% of them (N=276) were male, 1.0% (N=3) trans and 1.0% (N=3) no data was available; 30 female respondents are removed from this analysis. Most of the 282 respondents included in the analysis were gay (90.4%), 4.2% bisexual, 3.5% heterosexual. Most of them (54.2%) reported to be HIV negative, 37.6% HIV positive and 6.7% reported unknown HIV status. 

The term “chemsex” was known by 73.0% of the respondents who in most cases could correctly explain it. Half of the respondents (49.2%) reported they could find information about chemsex and half (49.2%) reported they could not; among those who could, 84.5% found them on the internet, 45.3% from people they know, 37.8% from a sexual partner. 

Overall one out of four respondents (23.0%, N=65) reported use of one of the drugs considered to be part of chemsex (methamphetamine, mephedrone, GHB/GBL). Methamphetamines were used by 40 respondents, mephedrone by 38, GHB/GBL by 40. Most of those who reported having used drugs, reported having used more than one drug, with 18 respondents reporting having used the three of them. Most respondents reported they do chemsex where they live (50.8%) and some in other places of the nation where they live (16.9%); 27.7% do chemsex abroad, with Berlin been mentioned by half of them, London by one out of four. Among those who report chemsex in their hometown, 24.2% live in Bologna, 15.1% in Milan and 15.1% in Rome. 

Conclusions: This is, to our knowledge, the first assessment on chemsex in Italy; it shows that chemsex is not rare among MSMs, although it is particularly common in specific subgroups. Further investigation to understand how relevant this phenomenon is in driving HIV and HCV epidemic is needed and it should take into account specific strategies to reach out the most relevant sub-groups of the MSM community. 

convhivere-sito

Nel file allegato sono riportati i dati della ricerca convHIVere gay+e-, condotta da Raffaele Lelleri per Plus onlus.

convHIVere gay+e- approfondisce tre argomenti principali:

  • La visibilità degli uomini omosessuali-bisessuali HIV+
    L’eventuale stigma correlato all’essere uomo omosessuale-bisessuale HIV+
    Le relazioni tra pari, di varia natura (sociale e amicale, sessuale, amorosa e affettiva), tra gli
  • uomini omosessuali-bisessuali di diverso stato sierologico HIV (HIV+ e HIV-)

Il suo target principale sono gli uomini omosessuali e bisessuali, maggiorenni, abitanti in Italia, sessualmente attivi.

convHIVere gay+e- è una ricerca implementata attraverso un questionario on-line, anonimo ed auto- compilato. La raccolta dei dati è durata 34 giorni (dal 27 aprile al 31 maggio 2016) ed è stata promossa attraverso una pluralità di canali web di tipo soprattutto social e dating.

Qui puoi scaricare il file pdf con il report dei risultati

English version below

Useresti la PrEP? Tendenze negli MSM tra il 2013 e il 2015

autori: G.M. Corbelli 1,2, S. Mattioli 1, M. Degli Esposti 1, P. Gorgoni 1, S. Pieralli 1

affiliazioni: 1 Plus onlus, 2 European AIDS Treatment Group

Obiettivi Valutare la conoscenza attuale e le intenzioni di uso futuro della profilassi pre-esposizione (PrEP) tra i maschi che fanno sesso con maschi (MSM) in Italia, analizzare i cambiamenti avvenuti nei due anni passati e indagare come l’uso della PrEP possa modificare i cambiamenti sessuali degli MSM.

Metodi Sondaggio sul web, auto somministrato da 465 MSM a marzo 2015 i cui risultati sono stati paragonati a un simile sondaggio condotto a marzo 2013.

Risultati La maggior parte dei partecipanti era sessualmente attiva (quasi 9 su 10 riferiscono di aver fatto sesso anale negli ultimi sei mesi, stessa proporzione del 2013); uno su quattro (24,5%) non ha mai sentito parlare di PrEP, confrontato con più della metà (53,5%) nel 2013. La proporzione di partecipanti che userebbero la PrEP diminuisce dal 64,4% nel 2013 al 55,9% nel 2015; la PrEP è ancora più interessante per coloro che non ne avevano sentito parlare (61,9% contro 53,9%) e in coloro che non hanno usato un preservativo l’ultima volta che hanno fatto sesso (67,3% contro 47,9%).

Ai partecipanti che riferiscono di non voler usare la PrEP e di non sapere se la userebbero (rispettivamente il 27,7% e il 16,3% nel 2015 contro il 17,7% e il 17,9% nel 2013) è stato chiesto di spiegare le ragioni: la quota di persone preoccupate dalla affidabilità della PrEP sono diminuite negli ultimi due anni (8.8% nel 2015 contro 29.0% nel 2013 non crede affatto sia affidabile e 18.5% nel 2015 contro 26.3% nel 2013 non sa quanto sia affidabile), mentre le persone già informate sulla PrEP più frequentemente credono non sia affidabile affatto. Quasi uno su due tra coloro che non userebbero la PrEP pensa che dovrebbe essere disponibile per altre persone (45.4% nel 2015 contro 45.2% nel 2013); altri (27.8% nel 2015 e 33.5% nel 2013) pensano che non dovrebbe essere resa disponibile perché porterebbe a un minor utilizzo del preservativo.

Tra coloro che userebbero la PrEP, più della metà (50.8% nel 2015 e 53.7% nel 2013) preferirebbe una strategia intermittente; la maggior parte (75.4% nel 2015 contro 49.3% nel 2013) dicono di conoscere la PrEP. Ai partecipanti che prenderebbero la PrEP è stato chiesto come cambierebbe la loro vita sessuale: più di 6 su 10 (64.2% nel 2015 e 59.6% nel 2013) farebbero sesso con la stessa frequenza di adesso. Rispetto all’uso del preservativo, meno di 3 su 10 (29.0%, stessa proporzione nel 2013) cambierebbero il loro comportamento (non userebbero il condom in alcune occasioni anche se ora riferiscono di usarlo sempre) mentre gli altri continuerebbero a usarlo “sempre”, “quasi sempre” o “mai o quasi mai” (27.0%, 20.5%, 17.8% nel 2015 contro 37.4%, 17.9% e 11.4% nel 2013 rispettivamente). Lo status HIV del partner non è un elemento che porta a cambiare il proprio comportamento sessuale, mentre lo è il conoscere bene il proprio partner sessuale (il 36.5 nel 2015 e il 39.5% nel 2013 cambierebbe il proprio comportamento in conseguenza del fatto di fare sesso con un partner stabile, una persona con cui si fa sesso regolarmente o un partner occasionale).

Conclusioni L’informazione sulla PrEP si sta diffondendo ma sembra alimentare paure più che fiducia. Ciononostante, coloro che beneficerebbero di più dall’uso della PrEP sembrano desiderosi di usarla. La compensazione del rischio non sembra essere una preoccupazione.

English Version

Would you use PrEP? Trends among MSM between 2013 and 2015

authors: G.M. Corbelli 1,2, S. Mattioli 1, M. Degli Esposti 1, P. Gorgoni 1, S. Pieralli 1

affiliations: 1 Plus onlus, 2 European AIDS Treatment Group

Objective To assess current knowledge and intended future use of pre-exposure prophylaxis (PrEP) among men who have sex with men (MSM) in Italy, to evaluate changes happened in the past two years and to investigate how PrEP use could affect the sexual behaviour of MSM.

Methods Self-administered web-based survey of 465 MSM (more data could be added) on March 2015 whose results were compared with a similar survey conducted in March 2013.

Results Most of responders were sexually active (almost 9 in 10 reported having had anal sex in the last six months, same as 2013); one out of four (24.5%) never heard about PrEP, compared to more than half (53,48%) in 2013. The proportion of respondents who would use PrEP decreased from 64.4% in 2013 to 55.9% in 2015; PrEP is even more interesting for those who did not hear about it (61.9% vs 53.9%) and for those who did not use a condom last time they had sex (67.3% vs 47.9%).

The participants who reported they would not use PrEP or do not know whether they would use it (respectively 27.7% and 16.3% in 2015 vs 17.7% and 17.9% in 2013) were asked about their reasons: those concerned about its reliability decreased in the past two years (8.8% in 2015 vs 29.0% in 2013 do not think it is reliable at all and 18.5% in 2015 vs 26.3% in 2013 do not know how reliable it is), with people already informed about PrEP more likely to think it is not reliable at all. Almost one out of two among those who would not take PrEP thinks it should be available for other people (45.4% in 2015 vs 45.2% in 2013); others (27.8% in 2015 vs 33.5% in 2013) think it should not be available because it would lead to lower condom use.

Among those who would use PrEP, more than one half (50.8% in 2015 vs 53.7% in 2013) would prefer an intermittent strategy; most of them (75.4% in 2015 vs 49.3% in 2013) said they knew about PrEP. Responders willing to take PrEP were then asked about changes in their sex life: more than 6 in 10 (64.2% in 2015 vs 59.6% in 2013) would have sex with the same frequency they have now. In terms of condoms use, less than 3 in 10 (29.0%, same as 2013) would change their behaviour (they would not use condoms in some occasions even if they now report to always use condoms) while the others would continue to “always”, “almost always” or “never or almost never” use condom (27.0%, 20.5%, 17.8% in 2015 vs 37.4%, 17.9% and 11.4% in 2013 respectively). The partner’s HIV status is not such a strong driver for change in sexual behaviour as knowing well the partner is (36.5 in 2015 vs 39.5% in 2013 of responders would change their behaviour according to the fact they have sex with their steady partner, a person with whom they have sex regularly or an occasional partner).

Conclusions Information about PrEP is increasing but it seems fuelling fears more than confidence. Nevertheless, those who would most benefit from PrEP use seem willing to take it. Risk-compensation does not seem a high concern.

Abstract presented at:

  • ICAR 2016 – Italian Conference on AIDS and retrovirus” • Palazzo dei Congressi, Riccione– 17-19 maggio 2015, oral communication at the session: SOCIAL AND BEHAVIOURAL SCIENCE.

Links:

English version below

Il test HIV come lo vuoi tu: sondaggio nazionale sulle preferenze sul test

Background: Le occasioni per il test HIV in Italia sono spesso limitate al setting ospedaliero. Esperienze di altre nazioni indicano che offrire i servizi di test e counseling HIV in altri luoghi può migliorare il ricorso al test HIV, ridurre la proporzione di ritardo nella diagnosi specialmente nelle popolazioni di riferimento e costituire una occasione per interventi di prevenzione migliori.
Metodi: È stato effettuato un sondaggio sul web tra il 10 marzo e il 3 aprile 2014. Il sondaggio è stato divulgato sui social network di Plus (Facebook, Twitter) e su alcuni siti gay (plus-onlus.it, gay.it).
Risultati: Sono stati raccolti in totale 348 questionari. I partecipanti erano per l’88% maschi, 11% femmine, 1% donne transgender. Le fascie di età più rappresentate erano 25-34 anni (35%) e 35-44 (25%). Le regioni più rappresentate la Lombardia (20%), l’Emilia-Romagna (16%), il Lazio (12%), la Toscana (10%) e il Veneto (10%). La maggior parte dei partecipanti si identificava come omosessuale (81%) o bisessuale (9%). Metà aveva fatto il test HIV negli ultimi due anni (56%) mentre il 18% non lo aveva mai fatto; tra questi, il 39% aveva avuto più di 2 partner sessuali nell’ultimo anno e il 44% non aveva mai usato il preservativo o lo usava solo qualche volta. Tra tutti i partecipanti, il 61% aveva avuto più di due partner sessuali nell’ultimo anno, il 32% uno solo, il 7% nessuno. L’utilizzo del preservativo riferito nell’ultimo anno: sempre il 39%, sempre tranne una volta 11%, a volte 27%, mai 14% (il 10% non ha fatto sesso penetrativo). I luoghi più conosciuti per fare il test HIV sono l’ospedale (95%), la clinica di malattie sessuali (58%) e il laboratorio di analisi chimiche (54%); i più usati l’ospedale (73%), la clinica di malattie sessuali (30%), il laboratorio (22%) mentre 5 partecipanti riferiscono di aver fatto il test da soli a casa. I luoghi preferiti sono fare il test da soli a casa (53%), l’ospedale (36%), la farmacia (32%) e la sede di una organizzazione (31%). I metodi più conosciuti per fare il test sono prelievo di sangue dalla vena (97%) che è anche il più usato (80%) ma il meno preferito (31%) mentre il test salivare (65%) e da puntura del dito (56%) sono i preferiti. La maggior parte dei partecipanti sanno che i medici (84%) e gli infermieri (77%) sono coloro che effettuano il test HIV e la maggior parte di loro ha fatto il test HIV con loro (60% e 65% rispettivamente). I medici sono gli operatori preferiti (54%) seguiti dal self-testing (46%), infermieri (46%) e volontari alla pari (39%). Il test HIV ideale dovrebbe essere: affidabile (86%), non richiedere la prescrizione medica (75%), gratuito (63%), rapido (55%), non prevedere la raccolta di informazioni personali (45%), con l’opportunità di parlare con un operatore alla pari (36%).
Conclusioni: C’è un urgente bisogno di modificare le politiche per il test HIV in Italia al fine di garantire un migliore accesso al servizio: attendere i risultati e gli obblighi burocratici rappresentano le principali barriere da rimuovere. Il test a casa e quello svolto dalla community sembrano tra i metodi migliori per offrire nuove opportunità anche se necessitano di cambiamenti nel contesto legale, sociale e culturale per essere implementati e il test a casa non permette di offrire alcun supporto alle persone appena diagnosticate.

English version

HIV test: which is your best? A National survey on testing preferences

authors: Corbelli GM1,2, Mattioli S1, Pieralli S1, Degli Esposti M1, Cascioli R1, Taccarelli V1

affiliations: 1 Plus onlus, 2 European AIDS Treatment Group

Background: HIV testing opportunities in Italy are frequently limited to the hospital setting. Experiences in other countries show that offering HIV testing and counseling services in other facilities could improve HIV testing uptake, reduce the proportion of late diagnosis especially in targeted populations and offer opportunities for better prevention interventions.
Methods: An internet-based survey was conducted between March 10 and April 3, 2014. The survey was promoted on Plus onlus social networks (Facebook, Twitter) and gay websites (plus-onlus.it, gay.it).
Results: A total number of 348 questionnaires were collected. Responders were 88% male, 11% female, 1% transgender women. Most represented age groups were 25-34 (35%) and 35-44 (25%). Lombardia (20%), Emilia-Romagna (16%), Lazio (12%), Toscana (10%) and Veneto (10%) were the most represented regions. Most of responders identify themselves as homosexual (81%) or bisexual (9%). Half or responders had an HIV test within 2 years (56%) while 18% never tested for HIV: among them, 39% had more than 2 sexual partners in the past year and 44% never used condoms or used them only sometimes. Among all responders, 61% had more than 2 sexual partners in the past year, 32% had one, 7% none. Reported condom use in the past year was: always 39%, always but once 11%, sometimes 27%, never 14% (10% had no penetrative sexual intercourse). Most known places to have an HIV test is the hospital (95%), STI clinic (58%) and chemical analysis laboratory (54%); most used places are hospital (73%), STI clinic (30%), laboratory (22%) while 5 responders reported having had a self-test at home. Preferred places where to have an HIV test is self-testing at home (53%), hospital (36%), pharmacy (32%) and headquarter of an organization (31%). Most known testing method is draw blood from vein (97%), which is also most used (80%) but the least preferred (31%) while saliva (65%) and finger prick (56%) are the preferred choices. Most responders know that physicians (84%) and nurses (77%) are those who perform HIV tests and most of them had an HIV test with them (60% and 65% respectively). Physicians are the preferred operator (54%) followed by self-testing (46%), nurses (46%) and peer-volunteers (39%). The ideal HIV test should be: reliable (86%), with no medical prescription (75%), free (63%), rapid (55%), with no personal information collected (45%), with the opportunity to speak with a peer-counselor (36%).
Conclusions: Changing HIV testing policies in Italy is urgently needed in order to grant a better access to the service: awaiting for the results and bureaucratic obligations represent the major barriers to be removed. Home-testing and community-based testing seem to be among the best ways to offer new opportunities though they may require a change in the legal, social and cultural context to be implemented and home testing will not allow any kind of support for newly diagnosed people.

Abstract presented at:

  • 6th Italian Conference on AIDS and Retroviruses ICAR” • Sheraton Conference Centre, Roma, 25-27 maggio 2014 – Abstract OC86 presented as an oral communication at the session “Community Based Studies” – Download the abstract hereDownload the conference program here
  • HepHIV 2014 Conference: HIV and Viral Hepatitis: Challenges of Timely Testing and Care” • Crown Plaza Barcelona – Fira Center, Spain, 5-7 October 2014 – Abstract P03/07 presented as a poster at the Poster category 3: “Key Populations” – Download the conference program here
  • HIV Research for Prevention HIVR4P: Shaping the science of prevention” • Cape Town, South Africa, 28-31 October 2014 – Abstract P09.03 presented as a poster at the Poster category “HIV Testing and Counseling”

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English version below

La Settimana Europea per il Test HIV in Italia: una occasione per la diagnosi e la prevenzione

autori: Corbelli GM1,2, Lelleri R1, Albertini E3, Campisi F4, Cerioli A5, Farinella M6, Gasbarrini N7, Lichtner M8, Oldrini M9, Orchi N10, Patrucco S11, Poli M12, Sfara C13

affiliazioni: 1 Plus onlus, 2 European AIDS Treatment Group, 3 Omphalos Arcigay Arcilesbica Perugia, 4 LILA Catania, 5 LILA Nazionale, 6 Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli, 7 Fondazione Villa Maraini onlus, 8 Università Sapienza/Ospedale SM Goretti, 9 LILA Milano, 10 Istituto Nazionale Malattie Infettive “L. Spallanzani” – Roma, 11 Arcobaleno Aids, 12 LILA Trentino, 13 Anlaids onlus

Background: A novembre 2013, HIV in Europe ha lanciato la prima Settimana Europea per il Test HIV: diverse organizzazioni italiane hanno aderito. Abbiamo raccolto i dati da 9 organizzazioni che hanno offerto il test rapido per l’HIV in Italia in occasione della iniziativa europea, per valutare le caratteristiche degli utenti, gli atteggiamenti rispetto al test e i modi per incrementare le occasioni di test HIV.
Risultati: Le iniziative di 9 organizzazioni (Omphalos Arcigay Arcilesbica Perugia e Anlaids AA, Arcobaleno Aids AR, INMI “L. Spallanzani” Roma IS, LILA Milano LM, LILA Trentino LT, LILA Catania LC, Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli MM, Plus PL, Università Sapienza/Ospedale SM Goretti SG, Fondazione Villa Maraini VM) si sono svolte in totale in 40 giornate corrispondenti a 165,5 ore. La durata di ciascuna iniziativa varia da un giorno (AA,AR) a 8 giorni (PL). La maggior parte delle organizzazioni hanno svolto la propria iniziativa in un solo luogo tranne alcune che hanno coinvolto due luoghi (MM) o 3 (SM). Il test HIV è stato offerto in 5 sedi di associazioni (AA, LC, LM, LT, PL), 4 piazze (AR, SM), 3 scuole (SM), 2 locali gay (MM), 1 università (VM), 1 ospedale (IS). Le iniziative erano dirette alla popolazione generale (AR, SM, IS, LC, LT), alle persone LGBT (MM, LM, AA, PL), ai giovani (LM, VM) e a sex workers (LT). È stato effettuato un numero totale di test HIV pari a 866 corrispondenti a una media di 5,2 test all’ora. Gli utenti erano prevalentemente uomini (60,5%, range 39,0%-88,9%), di età 20-29 anni (46,1%, range 32,9%-71,9%) o 30-39 (26,1%, range 13,4%-39,0%); più di metà era eterosessuale (61,1%, range 22,2%-100,0%) e un terzo MSM (25,7%, range 0,0%-79,4%); nove su dieci erano italiani (89,3%, range 65,7%-100,0%), pochi provenienti da paesi UE (3,8%, range 0,0%-14,3%) e qualcuno da paesi extra-UE (6,1%, range 0,0%-20,0%). Il 38,0% era occupato, il 30,8% studenti. Metà degli utenti (50,3%, range 24,3%-82,9%) non aveva mai fatto un test HIV prima; tra coloro a cui è stato chiesto (n=598), il 27,2% (range 0,0%-99,0%) ha riferito che questo era il primo test rapido HIV. In tutto 11 persone (1,3%, range 0,0%-6,1%) hanno avuto un risultato reattivo. Tutte loro hanno ricevuto un test di conferma con risultato positivo e tutti sono stati messi in contatto con le strutture di cura.
Conclusioni: Gli eventi sono stati considerati utili e di successo da tutte le organizzazioni; tutte loro intendono replicare simili iniziative in futuro; in alcuni casi desiderano stabilire un servizio di offerta del test HIV più continuativo. Il numero degli utenti mostra che l’iniziativa è stata considerata utile anche dal pubblico. La Settimana Europea del Test HIV in Italia è stata anche un’altra buona occasione per implementare i servizi di prevenzione e counselling sull’HIV in contesti insoliti: l’impiego di test rapidi si conferma essere una occasione per fornire informazioni e test in una unica sessione, sia a coloro che si sottopongono al test ripetutamente sia a chi non ha mai fatto il test. Individuare meglio l’utenza di riferimento potrebbe aiutare a ottenere una proporzione maggiore di risultati reattivi. Sarebbe anche necessario in simili eventi futuri uno sforzo più coordinato per ottenere dati di migliore qualità e focalizzarsi meglio sugli obiettivi più importanti.

English version

The European HIV Testing Week in Italy: an opportunity for diagnosis and prevention

authors: Corbelli GM1,2, Lelleri R1, Albertini E3, Campisi F4, Cerioli A5, Farinella M6, Gasbarrini N7, Lichtner M8, Oldrini M9, Orchi N10, Patrucco S11, Poli M12, Sfara C13

affiliations: 1 Plus onlus, 2 European AIDS Treatment Group, 3 Omphalos Arcigay Arcilesbica Perugia, 4 LILA Catania, 5 LILA Nazionale, 6 Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli, 7 Fondazione Villa Maraini onlus, 8 Università Sapienza/Ospedale SM Goretti, 9 LILA Milano, 10 Istituto Nazionale Malattie Infettive “L. Spallanzani” – Roma, 11 Arcobaleno Aids, 12 LILA Trentino, 13 Anlaids onlus

Background: In November 2013, HIV in Europe launched the first European HIV Testing Week; several Italian organizations joined. We collected data from 9 organizations that offered rapid HIV testing in Italy as part of the European initiative, to evaluate characteristics of users, testing attitudes and way to improve HIV test opportunities.
Results: The initiatives of the 9 organizations (Omphalos Arcigay Arcilesbica Perugia and Anlaids AA, Arcobaleno Aids AR, INMI “L. Spallanzani” Roma IS, LILA Milano LM, LILA Trentino LT, LILA Catania LC, Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli MM, Plus PL, Università Sapienza/Ospedale SM Goretti SG, Fondazione Villa Maraini VM) were held totally in 40 days corresponding to 165.5 hours. The duration of each initiative varied from 1 day (AA, AR) to 8 days (PL). Most organizations held their initiative in one place except some which were displaced in 2 locations (MM) or 3 (SM). HIV testing was offered in 5 organizations headquarters (AA, LC, LM, LT, PL), 4 public places (AR, SM), 3 schools (SM), 2 gay venues (MM), 1 university (VM), 1 hospital (IS). The initiatives were directed to the general population (AR, SM, IS, LC, LT), LGBT people (MM, LM, AA, PL), youth (LM, VM) and sex workers (LT). A total number of 866 HIV tests were performed: they correspond to a median of 5.2 tests per hour. The users were mostly men (60.5%, range 39.0%-88.9%), aged 20-29 (46.1%, range 32.9%-71.9%) or 30-39 (26.1%, range 13.4%-39.0%); more than a half was heterosexual (61.1%, range 22.2%-100.0%) and one third MSM (25.7%, range 0.0%-79.4%); nine out of ten were Italian (89.3%, range 65.7%-100.0%), some from other UE countries (3.8%, range 0.0%-14.3%) and some from extra-UE countries (6.1%, range 0.0%-20.0%). 38.0% of them was occupied, 30.8% students. One half of the users (50.3%, range 24.3%-82.9%) never had an HIV test before; among those who were asked about it (n=598), 27.2% (range 0.0%-99.0%) said this was their first rapid test. Overall 11 people (1.3%, range 0.0%-6.1%) had a reactive result. All of them received a positive result from the confirmation essays and all of them were linked to care.
Conclusions: The events were seen as useful and successful from all the organizations; all of them wish to replicate similar initiatives in the future; in some cases they want to establish a more continuos HIV testing service. The number of users shows that it was considered useful from the public too. The European HIV Testing Week in Italy was also another good opportunity to implement HIV prevention and counseling services in unusual contexts: the use of rapid tests confirms to be an opportunity to give informations and test in a single session, both to repeat testers and to those who never tested. A more targeted audience could contribute to a higher proportion of reactive results. A more coordinated effort will be needed in future similar events to get better quality data and to better focus on the most important objectives.

Abstract presented at:

  • 6th Italian Conference on AIDS and Retroviruses ICAR” • Sheraton Conference Centre, Roma, 25-27 maggio 2014 – Abstract OC82 presented as an oral communication at the session “Community Based Studies” – Download the abstract here; Download the conference program here
  • HepHIV 2014 Conference: HIV and Viral Hepatitis: Challenges of Timely Testing and Care” • Crown Plaza Barcelona – Fira Center, Spain, 5-7 October 2014 – Abstract P05/04 presented as a poster at the Poster category 5: “Alternative Approaches” – Download the conference program here

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English version below

USERESTI LA PREP? RISULTATI DA UN SONDAGGIO NAZIONALE TRA GLI MSM IN ITALIA

G.M. Corbelli1,2, M. Breveglieri1,3, S. Mattioli4, M. Degli Esposti4, J. Mastellari4, S. Pieralli4

1 Plus Onlus, Roma, Italia, 2 European AIDS Treatment Group, Bruxelles, Belgio, 3 Arcigay, Bologna, Italia, 4 Plus Onlus, Bologna, Italia

Obiettivo: Valutare l’attuale conoscenza e le intenzioni di utilizzo futuro della profilassi pre-esposizione (PrEP) tra i maschi che fanno sesso con maschi (MSM) in Italia e indagare come l’uso della PrEP potrebbe influenzare il comportamento sessuale degli MSM.
Metodi: Sondaggio via internet auto-somministrato da 503 MSM tra febbraio e marzo 2013
Risultati: La maggior parte dei partecipanti erano sessualmente attivi ma più della metà di loro (53,48%) non aveva mai sentito parlare della PrEP. PrEP è accettabile per il 64,41% dei partecipanti; il 48,51% la userebbe solo sotto controllo medico e il 15,90% persino senza; PrEP è ancora più accettabile tra coloro che non ne avevano mai sentito parlare (67,66% contro 60,00% tra coloro che conoscevano la PrEP, p=0.019).
Tra coloro che non userebbero la PrEP e non sanno se la userebbero (rispettivamente il 17,69% e il 17,89%), più della metà è preoccupato dalla sua affidabilità (29,05% non pensa sia affidabile per niente e il 26,26% non sa quanto sia affidabile), con coloro che erano già informati sulla PrEP più propensi a pensare che non sia affidabile per niente (35,56% contro 21,84%, p=0.007). Il 45,25% di coloro che non userebbero la PrEP pensa che essa dovrebbe essere disponibile per altre persone; il 33,52% pensa che non dovrebbe essere disponibile perché porterebbe a un minore utilizzo del preservativo.
Tra coloro che userebbero la PrEP, il 53,70% preferirebbe una strategia intermittente; il 59,57% farebbe sesso con la stessa frequenza con cui lo fa ora; il 29,01% cambierebbe l’utilizzo del preservativo mentre gli altri continuerebbero a usare il preservativo “sempre”, “quasi sempre” o “mai o quasi mai” (37,35%, 17,90% e 11,42% rispettivamente).
Conclusioni: Servono maggiori informazioni e metodi di impiego più semplici per la profilassi pre-esposizione per rispondere ai bisogni degli MSM. Per molti partecipanti la PrEP sembra essere un metodo di prevenzione accettabile e non userebbero i preservativi meno frequentemente.

English version

Would you use PrEP? Results from a national survey among MSM in Italy

authors: Corbelli G.M.1,2, Breveglieri M.1,3, Mattioli S.1, Degli Esposti M.1, Mastellari J.1, Pieralli S.1

affiliations: 1Plus onlus, 2European AIDS Treatment Group, 3Arcigay.

Objective To assess current knowledge and intended future use of pre-exposure prophylaxis (PrEP) among men who have sex with men (MSM) in Italy and investigating how PrEP use could affect the sexual behaviour of MSM.
Methods Self-administered web-based survey of 503 MSM on February and March 2013.
Results Most of responders were sexually active but more than half of them (53,48%) never heard about PrEP. PrEP is acceptable for 64,41% of all the responders; 48,51% would use it only with medical control and 15,90% even without; PrEP is even more interesting for those who did not hear about it (67,66% vs 60,00% among those who knew about PrEP, p=0.019).

Among those who would not use PrEP or do not know whether they would use it (respectively 17,69% and 17,89%), more than one half is concerned about its reliability (29,05% do not think it is reliable at all and 26,26% do not know how reliable it is), with people already informed about PrEP more likely to think it is not reliable at all (35,56% vs 21,84%, p=0.007). 45,25% of those who would not take PrEP thinks it should be available for other people; 33,52% think it should not be available because it would lead to lower condom use.
Among those who would use PrEP, 53,70% would prefer an intermittent strategy; 59,57% would have sex with the same frequency they have now; 29,01% would change his condom use while the others would continue to “always”, “almost always” or “never or almost never” use condoms (37,35%, 17,90% and 11,42% respectively).
Conclusions More information is needed and more effective and easy-to-use methods for pre-exposure prophylaxis are needed to meet MSM needs. For many responders PrEP seems to be an acceptable prevention method and they would not use less frequently condoms.

Abstract presented at:

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Link all’articolo sulla seconda versione della ricerca realizzata nel 2015