Articoli

Bologna, 22 ottobre 2018

Nessun aggiornamento sulla profilassi pre-esposizione (PrEP) e sulla capacità della terapia di impedire la trasmissibilità dell’infezione. Plus Onlus denuncia le condizioni in cui versa il portale www.helpaids.it gestito dalla Regione Emilia-Romagna

Il sito, pensato per offrire all’utenza informazioni utili sull’infezione da Hiv e sui metodi di prevenzione, risulta fermo al 2016 salvo superficiali aggiornamenti realizzati in occasione del 1° dicembre 2017 e nella sezione “Agenda”. Lo si evince con drammatica chiarezza consultando la sezione “Progetti locali”.

Le conseguenze sulla qualità del servizio erogato sono molteplici. Si parte da un ingiustificato allarme sulla pericolosità del liquido pre-spermatico, fino all’assenza d’informazioni cruciali su PrEP e TasP. Mancano ad esempio sia le modalità di accesso alla profilassi pre-esposizione mediante prescrizione di un medico specialista, sia i risultati dello studio PARTNER2, che hanno cementato la validità della terapia come prevenzione, ovvero la non contagiosità delle persone sieropositive in terapia efficace. Ciliegina sulla torta: la tendenza a usare il termine malattia invece di infezione.

A Bologna è attivo l’unico servizio di supporto alle persone che usano la PrEP realizzato in modalità community-based e in ambiente extraospedaliero [il SexCheck presso il Blq Checkpoint] Ma su HelpAIDS non ve ne è traccia,” spiega Sandro Mattioli, presidente di Plus Onlus. “È paradossale che in una regione come l’Emilia-Romagna, unica in Italia ad aver avviato progetti di supporto alle persone che usano la PrEP in ogni città, questo innovativo strumento di prevenzione sia completamente trascurato sul sito ufficiale di comunicazione regionale.”

Plus auspica un sollecito aggiornamento del portale, affinché l’utenza possa continuare a considerare la regione Emilia-Romagna una fonte credibile di informazioni su Hiv/Aids.

Controcanto 2016

Ecco il comunicato congiunto coro Komos – Plus Onlus in occasione del concerto bolognese del 3 dicembre 2016.

CONCERTO “AIDS CONTRO CANTO 2016”

sabato 3 dicembre 2016
ore 21.00

Cappella Farnese / Palazzo d’Accursio
Bologna

Ingresso a offerta libera per raccogliere fondi in favore di Plus
(Persone LGBT Sieropositive Onlus).

Sarà il 3 dicembre a Palazzo d’Accursio il prossimo concerto del KOMOS, coro gay di Bologna, per “AIDS Contro Canto” in occasione della Giornata mondiale della lotta all’AIDS.

Il coro si esibirà sabato 3 dicembre alle 21.00 in un concerto di beneficenza per raccogliere fondi in favore di Plus (Persone LGBT Sieropositive Onlus)

La splendida Cappella Farnese di Palazzo d’Accursio sarà la cornice di un concerto che ospiterà artisti internazionali quali Chris Williams (compositore di brani a tematica LGBTQ), di cui il Coro eseguirà un inedito, e il tenore Alessandro Luciano.

Il coro KOMOS, di ritorno dal successo ottenuto al programma tv Tu si que vales, offrirà al pubblico un repertorio “colto ma allo stesso tempo leggero, che toccherà arie di Donizetti e Rossini, passando per la simpatia musicale degli Abba”, spiega il Maestro del coro Lorenzo Orlandi.
“Abbiamo scelto di sostenere Plus perché la loro attività è tangibile sul territorio bolognese e apprezziamo particolarmente l’idea di creare dei servizi sanitari – penso al BLQ Checkpoint – basati sul valore di sentirsi parte di una comunità.

“È un’ottima occasione per regalarsi una deliziosa serata musicale contribuendo attivamente alla lotta all’HIV-AIDS” riporta il presidente di Komos, Nicola Mainardi.

Anche Sandro Mattioli, presidente di Plus, si dice soddisfatto dell’iniziativa: “La collaborazione con Komos è un passo importante verso la creazione di una comunità consapevole e coesa nella lotta contro l’HIV. La serata del 3 sarà inoltre un bel momento per presentare la nostra ultima campagna, #fallocomevuoi, che parla di prevenzione uscendo dai soliti schemi”.

Un appuntamento da non perdere con due delle realtà associative più caratteristiche della città di Bologna.

Arcigay, Lila, Nadir, Mario Mieli e Plus Onlus hanno inviato una lettera alla ministra della Salute Beatrice Lorenzin chiedendo a gran voce la PrEP (profilassi pre-esposizione contro l’hiv) anche in Italia.

“C’è bisogno di uno strumento in più per contrastare il diffondersi dell’hiv: la Profilassi Pre-Esposizione (PrEP). Ministra ci aiuti!” Questo il messaggio lanciato dalle associazioni di pazienti e dalle comunità colpite dall’infezione.

L’aggiornamento delle Linee guida italiane sul trattamento appena pubblicato sul sito del Ministero della Salute indica la PrEP come uno strumento “efficace per la prevenzione dell’infezione di HIV”. Il vicepresidente di Plus Onlus, Giulio Maria Corbelli, è membro del panel che ogni anno corregge le Linee guida alla luce dei passi avanti compiuti dalla ricerca e dei nuovi farmaci disponibili.

Il documento è scaricabile da qui: http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2545_allegato.pdf

Il modello di riferimento per l’introduzione della PrEP è quello francese, che garantisce il rimborso integrale.

In occasione del 1° dicembre, Giornata mondiale della lotta all’Hiv-Aids, Plus ha svelato la campagna #fallocomevuoi – e scegli come proteggerti, la prima in Italia ad assegnare pari validità, nella prevenzione dell’hiv, a tre diversi strumenti: preservativo, TasP (trattamento come prevenzione) e PrEP. Per combattere hiv è infatti indispensabile disporre di molteplici opzioni (anche combinabili), affinché ciascuno possa scegliere la propria soluzione ideale.

Ecco il testo integrale della lettera:

PROFILASSI PRE ESPOSIZIONE IN HIV: LETTERA APERTA E PUBBLICA AL MINISTRO DELLA SALUTE

 

Beatrice Lorenzin
Ministra della Salute
Ministero della Salute
Lungotevere Ripa 1
00153 Roma

Roma, 30 novembre 2016

Signora Ministra, questa nostra per chiedere il Suo urgente intervento affinché anche l’Italia, come già accade in Francia, possa usufruire di uno strumento in più per contrastare il diffondersi dell’HIV: la Profilassi Pre-Esposizione (PrEP).

La situazione nel nostro paese è in stallo, perché l’azienda farmaceutica detentrice del brevetto non ha chiesto – alle autorità italiane – la rimborsabilità del farmaco per l’indicazione specifica preventiva data dall’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA), e pare non avere alcuna intenzione di richiederla.

Esistendo anche farmaci equivalenti, a noi associazioni di pazienti e/o comunità colpite dall’infezione interessa che Lei, attraverso i suoi uffici e agenzie di diretta competenza che ben conoscono la questione, si faccia promotrice di trovare una soluzione.

Con circa 4000 nuove infezioni da HIV l’anno diagnosticate, solo politiche di prevenzione mirate e l’introduzione di nuove strategie di provata efficacia scientifica, ampiamente disponibili sul territorio e accessibili alle cittadine e ai cittadini italiani, possono essere la chiave per invertire un trend costante e abbassare drasticamente questi numeri.

 

RingraziandoLa
F.to I Presidenti

ARCIGAY – Flavio Romani
LILA – Massimo Oldrini
NADIR – Filippo Schloesser
CIRCOLO “MARIO MIELI” – Mario Colamarino
PLUS – Sandro Mattioli

 

Lettera alla ministra Lorenzin

«È il quarto anno consecutivo che portiamo a Bologna la European Hiv-Hepatitis Testing Week, il secondo negli spazi del BLQ Checkpoint. L’affluenza è sempre alta, ma col sistema delle prenotazioni i tempi di attesa si sono ridotti al minimo». Sandro Mattioli, presidente di Plus Onlus, presenta con orgoglio l’iniziativa che segna un’apertura straordinaria, dal 18 al 25 novembre, per il BLQ Checkpoint gestito da Plus in collaborazione con l’Azienda sanitaria.

Durante la Testing Week, il Checkpoint offrirà alla cittadinanza il test HIV e il test HCV (quello dell’epatite C) tutti i giorni dalle 18 alle 21. Ultima accettazione ore 20:30 e prenotazione obbligatoria telefonando allo 051 252351 negli orari di apertura. Includendo la consueta apertura di giovedì, il Checkpoint resterà aperto per nove giorni di fila – sempre in orario 18-21 – per offrire alla cittadinanza il test HIV (periodo finestra: un mese) e il test HCV (per effettuare il quale non bisogna aver mangiato, bevuto bibite, fumato o masticato chewing-gum negli ultimi 20 minuti).

Per l’occasione, il BLQ Checkpoint ha lanciato la campagna Scoprilo subito, che unisce un’immagine omoerotica al tema della reticenza a testarsi. Se il test è gratuito, anonimo, rapido e si svolge in un luogo accogliente, perché tergiversare?

Mercoledì 16 dalle 19:30, sempre al Checkpoint, si è tenuto un «aperitHIVo» organizzato da UniLGBTQ e dal RED per inaugurare l’apertura straordinaria con un po’ di buona musica. I volontari del RED distribuiranno infine agli utenti della Testing Week gli speciali talloncini per una consumazione gratuita presso il locale in via del Tipografo 2. Un piccolo regalo per la comunità LGBT+, che ha trovato nel Checkpoint bolognese un nuovo punto di riferimento.

ringraziamenti

 

 

 

 

b_fb-immagineevento_2

 

 

a_fb-immagineevento

Il presidente di Plus onlus Sandro Mattioli denuncia con fermezza lo stato in cui versa l’ambulatorio malattie infettive dell’ospedale Maggiore.

Un mese fa, Mattioli ha inviato alle istituzioni competenti – senza ricevere risposta – la lettera che trovate in coda al presente comunicato. A questo silenzio, Plus risponde con una richiesta chiara e forte: l’apertura di un confronto pubblico per comprendere la natura delle scelte che impattano sul setting sanitario. Scelte che andrebbero valutate insieme alle persone direttamente coinvolte e alle associazioni di pazienti.

Un ambulatorio malattie infettive, a maggior ragione in una città metropolitana, dovrebbe erogare servizi di eccellenza e fungere da safe space per i pazienti. A Bologna non è così. L’atmosfera opprimente e un’organizzazione sorda ai bisogni dell’utenza rendono le visite e il ritiro dei farmaci un’esperienza spiacevole e oltretutto frequente, che costringe i pazienti a presentarsi in ospedale a cadenza mensile.

Ce lo spiega Mattioli: “Al Maggiore i pazienti fanno il prelievo periodico e anche un esame delle urine. Ossia devo fare pipì in un bicchiere e poi metterla in una provetta. C’è un solo bagno in tutto il corridoio, il che allunga i tempi. Poi bisogna tornare ad attendere davanti all’ambulatorio, consegnare la provetta, presentarsi alla farmacista, chiedere all’OSS l’appuntamento per la prossima visita e all’infermiera la giustificazione per il lavoro”.

Non solo. “I pazienti hiv+ attendono in corridoio insieme a quelli degli altri ambulatori specialistici, provando un senso di imbarazzo dovuto allo stigma sociale. È legittimo aspettarsi una migliore gestione da parte dell’Azienda Ospedaliera. Noi, come associazione di pazienti, abbiamo delle proposte concrete”.

Ci sono oltretutto dei problemi strutturali. “L’ambulatorio del Maggiore, come tutti quelli gestiti dagli infettivologi del Sant’Orsola, dà un mese di terapia alla volta, costringendo i lavoratori a prendere 12 permessi l’anno solo per il ritiro dei farmaci, senza contare quelli per i prelievi e le visite. Ciliegina sulla torta: ai pazienti non è permesso essere seguiti sempre dallo stesso dottore, cosa assurda visto che l’infezione da hiv non è più un’urgenza medica ma una condizione cronica che richiede un rapporto continuativo con chi aggiorna la cartella clinica”.

Plus chiede a gran voce soluzioni convincenti per una situazione che toglie dignità alle persone sieropositive in cura a Bologna.

[Comunicato stampa scaricabile: plus_ospmaggiore_comstampa.pdf]

lettera del 12/09/16

Primo intervento del presidente di Plus in occasione dell’incontro “HIV oggi” al Cassero LGBT center, giovedì 26 maggio 2015. Temi: TasP e PrEP. Presenti anche Diego Scudiero della LILA e il dottor Vincenzo Colangeli del policlinico Sant’Orsola.

Intervento conclusivo del presidente di Plus in occasione dell’incontro “HIV oggi” al Cassero LGBT center, giovedì 26 maggio 2015. Tema: vivere con HIV. Presenti anche Diego Scudiero della LILA e il dottor Vincenzo Colangeli del policlinico Sant’Orsola.

Giovedì 26 novembre 2015 al BLQ Checkpoint conferenza stampa di presentazione del progetto ideato dall’associazione PLUS onlus in collaborazione con il Comune di Bologna per la lotta all’Aids – Hiv e allo stigma sociale verso le persone sieropositive.