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Scrittura Positiva - Un nuovo appello

Il 16 aprile 2014 Plus ha lanciato un progetto sulla memoria del presente: Scrittura Positiva.

“Il tema della sieropositività sembra scomparso tanto dai discorsi pubblici quanto dalle trame dei romanzi, in particolare nel nostro vecchio continente” si leggeva nelle primissime righe del post. E ancora: “A mancare non è certo la letteratura scientifica o pseudo tale, che anzi abbonda, ma quella di consumo, alla portata di tutti”.

Negli ultimi mesi la situazione non è certo cambiata e il progetto conserva ancora, a nostro avviso, un carattere di urgenza – oltre alla possibilità di fare grandi cose.

Scrittura Positiva ha tre caratteristiche fondanti:

* è permanente, si qualifica cioè come un archivio di testimonianze dirette di vita con hiv;

* ambisce a concretizzarsi in un’antologia pubblicata in maniera tradizionale, cartacea;

* non è, vale la pena ribadirlo, un concorso: non si vince nulla… solo karma positivo.

Il perché di questo rilancio è dovuto alla partecipazione finora troppo scarsa per poter ipotizzare almeno il secondo dei due punti di cui sopra, quello più importante sul versante della visibilità. Ne approfittiamo anche per fornire un minimo di orientamento a chi volesse cimentarsi:

1) Malgrado la sua natura di progetto “in prima persona singolare”, Scrittura Positiva non esclude la partecipazione di partner negativ* o di persone comunque vicine al tema della sieropositività. Noi di Plus siamo infatti dell’opinione che dopo hiv vada messo un segno = (u-gua-le)

2) Ciò non toglie che in un Paese come il nostro, carente di testimonial e ancora in affanno per mere questioni di coming out, la voce franca e cristallina di una persona sieropositiva sia uno strumento potente, forse l’unico in grado di mettere le cose in chiaro e polverizzare lo stigma. Ci piacerebbe che questi testi si accompagnassero a una firma con nome e cognome.

3) Sulla lunghezza dei contributi non vogliamo mettere paletti rigidi, tuttavia l’ideale sarebbe ricevere file di testo da minimo 10.000 battute spazi inclusi.

4) I temi sono a discrezione dell* scrivente. Citiamo dal post dell’anno scorso: “Come ho reagito alla diagnosi? Quando e perché ho deciso di entrare in terapia? Come mi regolo quando devo dirlo a qualcuno? È cambiata la mia vita sessuale? E quella affettiva? Come mi rapporto allo stigma? Insomma: cosa significa, oggi in Italia, essere gay (o lesbica, o trans) e vivere con Hiv?”. Alla luce dei primi contributi pervenutici teniamo comunque a sottolineare un aspetto, o meglio un punto di vista che andrebbe privilegiato: scrivete della vita con hiv. Spesso ci si concentra sulla diagnosi, sfumando quello che viene dopo, anche molto dopo… L’obiettivo di questo progetto è invece portare alla luce spaccati di quotidiano – con un plus.

I primi contatti editoriali sono già stati presi, stiamo persino vagheggiando una versione fumettistica. Ora però manca la sostanza.

Quindi, che dire? Aprite Word o un programma equipollente, seppellite lo smartphone sotto una montagna di cuscini, sloggatevi da reti sociali e gheiromei, e scrivete.

[per partecipare è sufficiente mandare il proprio contributo all’indirizzo

<scritturapositiva@plus-onlus.it> i testi saranno trattati con la massima riservatezza]

Grazie a tutt*.

Simone Buttazzi
Plus

Scrittura Positiva - Un nuovo appello

Il tema della sieropositività sembra scomparso tanto dai discorsi pubblici quanto dalle trame deiPenna_Quaderno romanzi, in particolare nel nostro vecchio continente. Da quando, nel 1996, il focus si è spostato dal dramma dell’Aids alla vita con Hiv, l’attenzione si è dissipata fino a limitarsi alle attività connesse al primo dicembre.

A mancare non è certo la letteratura scientifica o pseudo tale, che anzi abbonda, ma quella di consumo, alla portata di tutti. Concetti cruciali come la viremia non rilevabile e la terapia come prevenzione sono ignoti ai più, motivo per cui la percezione delle persone sieropositive resta approssimativa, spesso legata a un irrazionale senso di pericolo. Senza un progetto di divulgazione capace di agire su un piano più intimo rispetto alle pubblicità progresso istituzionali, le cose non sono certo destinate a cambiare. Nel frattempo, l’ignoranza e la discriminazione continuano a far danni: una discriminazione spesso aggravata da fenomeni di omofobia e transfobia.

Ora più che mai è importante mettere i puntini sulle i, uscire alla luce del sole, fare comunità. E il primo passo è presentarci, parlare di noi. Per evitare che lo facciano (male) gli altri.

plus_tastieraIl progetto Scrittura positiva nasce per raccogliere testimonianze dirette di persone che vivono con Hiv e hanno voglia di scriverne. In termini accademici, un’iniziativa del genere va sotto il nome di “autoetnografia”… ma a noi non interessa, in questo caso, il risvolto scientifico, bensì la descrizione schietta, con parole nostre, di un’esperienza di vita. Diversa per ciascun*. Come ho reagito alla diagnosi? Quando e perché ho deciso di entrare in terapia? Come mi regolo quando devo dirlo a qualcuno? È cambiata la mia vita sessuale? E quella affettiva? Come mi rapporto allo stigma? Insomma: cosa significa, oggi in Italia, essere gay (o lesbica, o trans) e vivere con Hiv?

Non si tratta, sia ben chiaro, né di un concorso né tanto meno di una sterile raccolta di pagine di diario. Una volta raggiunta una certa mole di testi contiamo di creare un gruppo di lavoro che a partire dai singoli contributi raggiunga un risultato più ambizioso.

L’obiettivo, di lungo periodo, è arrivare a un’antologia di racconti – o persino a un romanzo collettivo – da pubblicare in maniera tradizionale. Incrociando le dita, i proventi andranno al progetto Bologna Check Point.

Per partecipare è sufficiente mandare il proprio contributo all’indirizzo:

scritturapositiva@plus-onlus.it

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