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HIVR4P, che sta per research for prevention, è una conferenza dedicata alla prevenzione che la IAS organizza ormai da qualche anno. Quest’anno è la volta di Lima che ci ospita nel Westin Congress Center. Un luogo non molto adatto a questo tipo di conferenze che ospitano molte persone, soprattutto dal cosiddetto “terzo mondo” che usa questi eventi per rivedersi, parlarsi, scambiare pareri e best pratices. Il centro congressi è pensato per i contenuti: grandi sale piene di gente e piccoli corridoi o spazi dove parlarsi.
Detto questo le sale sono molto grandi e molto ben organizzate.

Se si parla di prevenzione è ovvio che si cominci con i vaccini. Vi dico subito, niente di eclatante! Del resto se qualcuno avesse scoperto un vaccino, verosimilmente saremmo al CROI non a HIVR4P, perché la scienza vive anche di palcoscenici oltre che di fondi.
Tornando al vaccino, le strategie vaccinali puntano molto sugli anticorpi neutralizzanti. Siamo ancora nella fase che ricerca la conferma della teoria, nella fase delle sfide, dei test su modelli animali, il che vuol dire che abbiamo ormai centinaia di topi transgenici immunizzati che, probabilmente, non si contageranno con HIV… forse. I modelli e gli approcci sono ancora vari, ma da ciò che ho ascoltato e credo di aver capito, sono argomento complicatissimi per un povero attivista, molte speranze sono riposte in questo tipo di anticorpi che, in effetti, iniziano a dare risultati interessanti in termini di immunizzazione. Non per caso hanno preso piede studi per capire quanto a lungo dura tale immunizzazione. Per ora sembra ancora un tasto dolente se devo dar retta alle curve di protezione che potete vedere nella foto: altissime nel periodo immediatamente successivo all’esposizione al vaccino, ma che crollano dopo relativamente poco tempo. Tutti ricordiamo i tempi di vaccinazione del virus del covid, tempistiche hanno innervosito molte persone e fatto perdere fiducia nelle reali capacità di tutela del prodotto. Quindi anche quelli di durata sono studi importanti. Personalmente vorrei vedere prima delle percentuali di immunizzazione più alte.

Ça va sans dire che anche la PrEP è uno dei temi centrali della conferenza e anche in queste fasi iniziali se ne sta parlando molto. In particolare sono state interessanti le esperienze portate da attivisti di Zambia e Perù. Entrambi lamentano ritardi nell’approvazione, difficoltà da parte delle autorità sanitarie nel farsi carico di questa sfida (ma anche opportunità visti i risultati!), ecc. Dal loro punto di vista è assolutamente comprensibile, ma non ho potuto fare a meno di pensare che Zambia e Perù sono Paesi poveri, senza grandi possibilità di investimento in termini di promozione di questo strumento di prevenzione molto efficace ma, ciò nonostante, hanno portato dati spesso più advanced di quelli italiani.

Zambia per esempio, ha introdotto la PrEP orale nel 2017 con uno studio pilota, nel 2018 la PrEP è stata inclusa nelle linee guida del Paese. In Italia PrEP è stata approvata (solo per chi poteva pagarsela a 60€ al mese) a ottobre 2017, non so se notate la similitudine. Nel 2023 è stata posta in carico al SSN.
Nel 2023, Zambia introduce la PrEP long acting iniettiva con Cabotegravir. In Italia credo che sia stata approvata quest’anno (2024) ma in merito al costo Aifa sta ancora discutendone per cui ancora non è disponibile, il tutto nel sostanziale silenzio delle associazioni.
Zambia oggi ha presentato i dati di raffronto fra PrEP orale e iniettiva fra (febbraio-settembre 2024). In effetti “solo” il 17% usa PrEP iniettiva contro l’83% di PrEP orale, ma intanto hanno prodotto dati cosa che in Italia è in carico al Terzo Settore o qualche studio di coorte, niente di ufficiale e comunque solo di PrEP orale ovviamente.

In Perù invece, la situazione è peggiore. L’attivista peruviano ha denunciato problemi di sistema all’accesso alla PrEP ed ha proposto una road map fatta di decentralizzazione dei servizi PrEP, campagne sui social media, formare gli health care provider sulle linee guida della PrEP, incorporare la PrEP iniettiva long acting con cabotegravir… per la serie ormai che ci siamo.

Nuovamente… nel nostro Paese potrebbe avere senso copiare quella road map stante che la PrEP da noi è erogabile (gratuitamente) solo nelle farmacie ospedaliere e solo da medici infettivologi (che poi lamentano il fatto che hanno troppe persone da seguire, ma in molti casi sono i primi ad avere difficoltà con la decentralizzazione), campagne pubbliche sui media non ne ho mai viste… è facile pensare che non ci sia la volontà politica di farla (perché si sa che chi usa la PrEP lo fa per far sesso senza preservativo), le linee guida italiane sono lontane dall’essere aggiornate e la formazione su di essere sarebbe verosimilmente priva di significato.
In sintesi il nostro ricco industrializzato Paese, membro del G7, ecc. se la gioca coi Paesi nella fascia a basso reddito e non certo perché ci mancano i soldi, perché in realtà da noi pesa l’approccio culturale cattolico che vede il sesso, e tutto ciò che gli gira intorno, come un tabù. È sufficiente vedere il livello di discussione sull’interruzione di gravidanza, sui contraccettivi, sulla pillola del giorno dopo, sullo stesso piano dei ragionamenti discriminatori che ancora vediamo su PrEP o su U=U.

A seguire un interessante quanto lungo simposio organizzato da ViiV dove si è parlato di una mezza dozzina di studi di implementazione di cabotegravir long acting (CAB LA) come PrEP. Buona parte degli studi arrivavano dall’Africa, ma anche dall’America Latina così come dagli USA e riguardavano gruppi di popolazione particolari: dalle giovani donne agli uomini che si spostano frequentemente per lavoro. Qualche persona ignorante in Italia avrebbe detto categorie a rischio, ma sono lieto di dire che a nessuno qui sarebbe venuta mai in mente questa favola. Il simposio è stato interessante perché ha mostrato come i vari studi hanno trovato varie soluzioni ai problemi territoriali o delle varie popolazioni coinvolte. Ma, dal mio punto di visto, ha mostrato chiaramente quale sia la politica di ViiV international sul tema della PrEP con CAB LA che viene portato avanti con forza, coinvolgendo le popolazioni esposte al rischio, aiutando e sostenendo i progetti di implementazione del CAB.

Mi chiedo se ViiV Italia sia stata messa a conoscenza di questa impostazione perché mi sembra che segua una logica politica tutta sua. Da qualche tempo in qua infatti, ViiV Italia sembra aver smesso di mettere al centro pazienti e PrEP user, non sembra particolarmente interessata all’aiuto delle associazioni e sta facendo approvare CAB LA come PrEP in totale solitudine, senza nemmeno tenere informate le associazioni dei progressi fin qui fatti, senza sostenere progetti di implementazione portati alla sua attenzione né su CAB LA usato come terapia contro HIV né come prevenzione dell’HIV. La direttrice medica ha semplicemente risposto no o addirittura creato problemi che hanno portato anche noi di Plus a smettere di presentare progetti tesi a implementare CAB LA iniettivo.

Questo modo di comportarsi, completamente al di fuori delle linee politiche di ViiV global ma anche in totale controtendenza rispetto al comportamento tenuto da ViiV Italia fino a pochi anni or sono, non si sta dimostrando efficace ed è servito solo a peggiorare i rapporti con le associazioni o, meglio, con alcune di esse, quelle meno disposte a vedere rovinati anni di buoni rapporti.

Detto questo vorrei anche stigmatizzare un altro fatto: mentre noi delegati brindavamo con il vino offerto da IAS, davanti al palazzo della conferenza la comunità indigena del Perù stava protestando perché Gilead avrebbe escluso il Perù dalle patenti gratis per lenacapavir. Non ho idea di quali siano stati i criteri di scelta di Gilead, in genere si dovrebbe guardare al pil e non mi pare che il Perù sia particolarmente ricco, in compenso la popolazione del Perù ha partecipato a diversi studi sul vaccino mosaico, sugli anticorpi neutralizzanti e anche su lenacapavir e ora viene ripagato in questo modo. Come se non bastasse gli attivisti hanno spiegato a me e a un dirigente della conferenza che la IAS ha chiesto loro di iscriversi per partecipare alla conferenza ad un prezzo di 730 USD, l’equivalente di 3 mesi di stipendio medio di un peruviano. Cifra irraggiungibile per la comunità indigena che vive alla giornata.

A fianco un gruppo di donne trans a protestare per ragioni simili. “mi hanno preso il sangue per tanti studi” – mi da spiegato un’attivista di Lesly dell’associazione Feminas – “ora mi sento come un topo da laboratorio. Abbiamo aiutato e per noi non cambia niente” e verosimilmente finito lo studio non avranno accesso ai farmaci che hanno contribuito a validare.

Tutto questo sull’avenida, per la strada perché non hanno l’autorizzazione di IAS a entrare per protestare sul palco.

Io sono basito! Alla conferenza mondiale AIDS di Montreal la comunità indigena è stata l’anima della conferenza. A quanto sembra per IAS questi sono indigeni meno degni e questo è inaccettabile. So bene di non essere una persona importante, ma sono pur sempre un membro di IAS e farò quello che posso per far si che queste associazioni possano dire la loro dal palco. Del resto è stata Hillary Clinton a dire che non c’è conferenza senza proteste.

La plenaria di inaugurazione ufficiale della conferenza inizia alle 16 e si trascina senza particolare entusiasmo, fino alla presentazione di Anne Philpott dal titolo Put Pleasure into Prevention.

Anne, che ha entusiasmato il pubblico, prima di iniziare la sua lecture tira fuori da una borsetta un femidom e lo apre presentandolo come un nuovo oggetto di piacere sessuale. Lo tira, lo stringe, lo tocca con fare erotico. Ci spiega che può essere inserito nella vagina, per chi ne ha una, o nell’anno. Quando metti la parte interna l’anello incomincia a muoversi e toccare qua e la, anche solo camminare diventa un piacere… si perché può essere inserito alcune ore prima del sesso. E poi c’è la parte esterna che va a toccare la clitoride, nulla vi vieta di toccarla anche voi ovviamente, e ancora di più va toccare la clitoride durante il sesso (con un uomo).

Una promo fantastica di ciò che ci attende con la sua presentazione. Finalmente qualcuno che parla di piacere sessuale, che dice che il sesso si fa principalmente per quello poi si è possibile anche la parte riproduttiva, l’intimità, l’amore, ma principalmente si fa per il piacere.

Ovviamente ha parlato in termini scientifici anche dei problemi che possono arrivare con i rapporti sessuali a partire dalle STI, ma ribaltando completamente la prospettiva appunto perché la base di ragionamento era il piacere. La ricerca del piacere sessuale è una delle basi fondanti di Plus. Il sesso è stato un problema per le persone MSM da decenni terrorizzate dal contagio. Plus fin dall’inizio ha cercato di smontare l’idea vetero cattolica del sesso come qualcosa di brutto, sporco, cattivo e pericoloso e ripartire dall’idea del piacere sessuale. Che è poi quello che abbiamo fatto come movimento di rivoluzione sessuale in epoca pre-HIV. La dottoressa Philpott è stata fenomenale e dobbiamo trovare il modo di farla venire in Italia a rompere qualche schema.

Sandro Mattioli
Plus aps

Grazie ad un contributo non condizionato di ViiV Healthcare, siamo riusciti a concludere un progetto ambizioso che comprende il rinnovamento e il potenziamento delle piattaforme digitali di Plus.

Da un lato ci siamo “ripresi in casa” i siti internet che a suo tempo avevamo creato con lo scopo di dare maggiore visibilità ai progetti innovativi che stavamo portando avanti (BLQ Checkpoint.it, prepinfo.it). Dall’altro lato, abbiamo rinnovato il sito plus-aps.it dandogli la forma del portale ma, soprattutto, dandogli una forma più agile e moderna caratterizzata da un consistente uso di immagini. Ora Plus ha un nuovo portale con un design moderno e intuitivo, organizzato per aree tematiche e nuovi contenuti utili e interessanti per i membri e per il pubblico in generale.

Funzionalità:

  • Homepage dinamica con un’immagine di sfondo e una breve descrizione dell’associazione e dei suoi obiettivi
  • Navigazione intuitiva e facile da usare, con menu di navigazione fisso in alto alla pagina e pulsanti chiari e ben visibili per accedere alle diverse sezioni del sito
  • Sezione “Chi siamo” con una descrizione dell’associazione, la storia, la mission, i valori e le attività svolte
  • Sezione “Eventi” con un calendario degli eventi futuri, un archivio degli eventi passati, con relativa descrizione, immagini e video
  • Sezione “Progetti” con una panoramica dei progetti in corso, dei risultati raggiunti e delle attività previste
  • Sezione “Articoli” con articoli di approfondimento su temi di attualità, opinioni e contributi degli esperti del settore
  • Sezione “Contatti” con una lista di contatti per raggiungere l’associazione, un modulo di contatto per richieste specifiche e una mappa interattiva per localizzare la sede dell’associazione.
  • E molto altro ancora…

Grafica:

  • Design moderno, accattivante e in linea con l’immagine dell’associazione, con colori e fonti coerenti con il branding dell’organizzazione
  • Layout responsive, adattabile a tutti i dispositivi, desktop, tablet e smartphone
  • Immagini e foto di alta qualità, scelte accuratamente per rappresentare l’associazione e le sue attività
  • Animazioni ed effetti visivi per migliorare l’esperienza utente e rendere il sito più dinamico e coinvolgente.

Contenuti:

  • Contenuti organizzati in sezioni tematiche chiare e ben definite, per agevolare la navigazione degli utenti
  • Contenuti di alta qualità, originali e utili per i membri dell’associazione e per il pubblico in generale
  • Testi chiari, ben scritti e facilmente comprensibili per tutti i livelli di conoscenza del settore
  • Immagini, foto e video appropriati e pertinenti, utilizzati in modo efficace per supportare i contenuti testuali.

Parallelamente, abbiamo realizzato un’app per smartphone dedicata alle persone che usano la PrEP come sistema di prevenzione da HIV. L’app si chiama “PrEPapp” e sarà presentata a breve in modo più ampio, è stata realizzata dalla software house “GreenTeam”, in collaborazione con Plus, Checkpoint Milano, Conigli Bianchi.
L’app è pensata per incrementare l’aderenza terapeutica nelle persone in PrEP, in particolare per coloro che usano la posologia on demand. Resistendo alle tentazioni, l’app è tutt’altro che barocca, al contrario l’abbiamo voluta il più semplice possibile. Fornisce informazioni di base per la corretta assunzione del farmaco e restare protetti.

Laboratorio residenziale su identità sessuale e sierodiscordanza
rivolto a MSM HIV+ e HIV-

Ci sono uomini che amano altri uomini. Fanno sesso. Si innamorano.
Ci sono uomini che amano uomini che sono sieropositivi.
E poi ci sono uomini che amano uomini che sono sieronegativi.
E tutto questo è un fatto.

Ma troppo spesso, sia dentro che fuori la comunità lgbtq, ci si dimentica di questo fatto. Si preferisce pensare che siamo tutti ‘sani’, relegando l’HIV in fondo ad un armadio, come un ricordo scomodo, che è meglio non avere davanti agli occhi tutti i giorni.

Invece le persone sieropositive con l’HIV ci fanno i conti ogni giorno. Vedono la loro quotidianità di vita trasformarsi a causa dell’HIV: la terapia, i controlli medici, le conseguenze emotive (ma non solo) di avere ricevuto l’esito di un test con su scritto positivo.

Ma vivere con l’HIV oggi vuol dire solo questo?

Alcune persone sieropositive raccontano ad altri – amici, familiari – qualcosa della propria sieropositività, ma sono tanti quelli che invece raccontano poco o nulla, che magari gestiscono la questione esclusivamente in ospedale, con l’infettivologo, oppure solo con il proprio compagno, se ne hanno uno.

Si nascondono per evitare lo stigma sociale: un tentativo di negoziazione col mondo esterno della migliore qualità di vita possibile per se stessi. Perché ancora oggi, ad oltre 35 anni dalla sua comparsa, l’HIV nell’immaginario collettivo è qualche cosa di spaventoso, cui si associano parole come malattia, contagio, morte…

Ma insomma, ragazzi, sveglia: non sono più gli anni ’80.

Da alcuni anni Plus Onlus realizza laboratori di formazione alla persona, rivolti ad MsM che vivono con HIV, che hanno già visto la partecipazione di oltre 130 uomini omo/bisessuali.
Non si tratta di terapia di gruppo, né di gruppi gay per amanti della natura, ma di percorsi di sperimentazione nella relazione con Sé e con l’Altro, finalizzati all’acquisizione di strumenti per ‘inventare il proprio benessere‘ e valorizzare le proprie capacità individuali.

+ o – Diversi rappresenta la nuova frontiera: un nuovo ‘gruppo-di-pari’ composto in egual numero da uomini omo/bisessuali sieropositivi e sieronegativi, che si confrontano sulle proprie similitudini e/o diversità, nella reciproca consapevolezza della pluralità di stati sierologici in gioco.

Un laboratorio originale ed atipico nel panorama lgbtq, nel quale i partecipanti possano sentirsi accolti, sia in quanto uomini-che-fanno-sesso-con-altri-uomini, sia in quanto persone che vivono o meno con HIV.
Il gruppo come potente cassa di risonanza, in un luogo accogliente e ‘protetto’, che offra ai partecipanti la certezza che la propria privacy e riservatezza saranno tutelate.

+ o – Diversi è laboratorio esperienziale intensivo, pensato per chi nella propria vita erotico-sentimentale abbia (od abbia avuto) a che fare con il tema della sierodiscordanza: un’occasione per dialogare e conoscere l’altro simile a me (in quanto attratto dagli uomini), ma diverso da me (per stato sierologico).

Lui mi piaceva… Però… Ho deciso che era meglio chiudere… D’ora in poi voglio frequentare solo altri ‘come me’…
E se provassi un’altra strategia?
– Ciao, sono Paolo e sono sieropositivo.
– Ciao, sono Andrea e sono sieronegativo.
Ok, siamo sierodiscordanti: To Be Continued vs The End.

Un’occasione per imparare qualche cosa che potrebbe tornare utile domani, con l’amico che ci hanno appena presentato, con il collega di lavoro carino, con quel tipo che mi guarda in discoteca o con il commesso bono: potrebbe essere sieropositivo… o sieronegativo… come me… o diversamente da me…

E forse, dopo due giorni e mezzo passati insieme in un fantastico agriturismo sull’appennino romagnolo, scopriremo che il mondo, più che dividersi fra sieropositivi e sieronegativi, si può organizzare secondo altre priorità!

+ o – Diversi
QUANDO: venerdì 13, sabato 14 e domenica 15 ottobre 2017.
DOVE: in una struttura attrezzata per gruppi residenziali sull’Appennino romagnolo.
COSTO: 50 € a testa.
SCADENZA ISCRIZIONI: è possibile iscriversi fino a domenica 1 ottobre 2017.
INFO ED ISCRIZIONI: info@plus-onlus.it oppure scarica i moduli allegati.
NB: la scheda tecnica va letta con attenzione e la puoi tenere per te. Invece la scheda di iscrizione va compilata in ogni sua parte e inviata a info@plus-onlus.it.

Scheda tecnica + o – Diversi
Scheda iscrizione + o – Diversi (1)

iniziativa realizzata da PLUS Onlus con il supporto non condizionato di ViiV Healthcare